Auto pulite: Tata finanzia ricerca sul motore ad acqua

Il primo a parlarne in Italia tanti anni fa fu Beppe Grillo quando, in uno dei suoi spettacoli, anticipò l’esistenza di un prototipo di motore in grado di far muovere un’automobile utilizzando come combustibile l’acqua. Poi, come molte scoperte scientificamente importanti, ma che non piacciono alle lobby del petrolio, è scomparsa.

Oggi la ritira fuori dal cassetto Tata, il colosso indiano delle automobili tra i primi ad inserire sul mercato l’auto elettrica e divenuto famoso per produrre auto efficienti a basso costo. Ora Ratan Tata, il proprietario dell’azienda, ha annunciato di aver investito 15 milioni di dollari solo per la fase iniziale di start-up di un progetto del professor Daniel Nocera del MIT, il quale pare sia pronto a sviluppare il primo motore per automobili alimentato ad acqua.

Energia pulita dall’acqua, la nuova scoperta italiana

Un gruppo di ricercatori italiani ha sviluppato un sistema di elettrodi formati da nanotubi di carbonio che sono in grado di innestare un processo di fotosintesi artificiale per produrre energia pulita, dall’acqua.

Il processo è come quello che si sviluppa in natura: come le foglie dall’acqua e dal sole producono zucchero e ossigeno, così l’équipe composta da studiosi del Cnr di Padova e da ricercatori delle Università di Padova, Trieste e Bologna, ha messo a punto un processo di fotosintesi artificiale, un traguardo mai raggiunto finora.

Studenti modificano Vespa per farla andare ad acqua

Vespa_ad acqua

Si sente spesso parlare di vetture che funzionano ad acqua, anche se le leggende metropolitane che si inseguono su questo tema sono sempre in circolazione. Ma pare che stavolta sia vera. Un ragazzo “normale”, quindi nè un’azienda di autoveicoli nè qualche cervellone dell’intelligence militare, è riuscito ad inventare un carburatore speciale nel suo garage: un carburatore che va ad acqua. Speriamo che i diritti di brevetto non vadano ad una compagnia petrolifera, visto che, e questa è più di una leggenda metropolitana, è capitato che acquistino i brevetti di idee così geniali per poi sopprimerle per non rovinare il mercato della benzina.

Vi è certamente il potenziale per aumentare l’efficienza totale del carburante dei veicoli alimentati ad ICE (internal combustion engine), iniettando a bordo dell’idrogeno generato. Idealmente, l’idrogeno sarebbe generato catturando l’energia di scarto, come questo che sfrutta l’uscita dall’alternatore sottoutilizzato per idrolizzare l’acqua. L’ICE esiste già in veicoli a idrogeno in commercio. Essi emettono solo vapore come scarico, e si vede specialmente d’inverno quando unisce l’ossigeno dell’aria con il combustibile a idrogeno, il quale non ha più il nome di “idrocarburo” (le raffinerie attualmente aggiungono milioni di tonnellate di idrogeno ogni anno in distillazioni intermedie in quello che è conosciuto come un processo “di prim’ordine”).

Un motore ad acqua è possibile

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Arrivano i motori ad acqua: ma che cosa sono? Un motore ad acqua funziona come un normale motore da auto, senza ovviamente la marmitta catalitica, perchè non emette CO2, ma al massimo solo vapore acqueo. Questo motore è composto da un sistema elettrico collegato alla batteria del veicolo, che si innesta nel carburatore con normali adattatori in commercio. Il serbatoio sarà di plastica, e sarà accompagnato da un circuito di controllo, una camera di reazione, un raccordo ad alta pressione per il carburatore/sistema ad iniezione e tre manometri, da collegarsi poi al carburatore/iniettore dell’auto.
Semplice no? Anche perchè non ci sono complicati sistemi idraulici per poterlo far funzionare, ma basterà spingere il pedale dell’accelleratore per creare maggior vapore all’interno del serbatoio ed aumentarne (o diminuirne la potenza). Tecnologia futuristica direte voi. Eh no, perchè il primo ad avere questa grande idea è già morto da un pezzo, e la trovata risale ad almeno 50 anni fa. Ma attenzione, non è una macchina a vapore. Infatti la combustione è interna, si brucia ortoidrogeno, e non si raggiungono temperature elevate come nelle macchine a vapore di 200 anni fa.