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Ambiente: Solvay, le proposte di Zaccagnini per la bonifica della riviera toscana

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La situazione dello stabilimento Solvay di Rosignano Marittimo non è diversa da quella dell’Ilva di Taranto e, tra timori per l’inquinamento della costa e per il rilascio di metalli pesanti nella sabbia bianca della Toscana, il parlamentare Adriano Zaccagnini, ex del M5S e ora appartenente al Gruppo misto, rivolge un appello al Ministero dell’Ambiente e della tutela dell territorio e del mare, e al Ministero dello sviluppo economico in attesa dei lunghi tempi di risanamento previsti dalla Procura che segue le indagini.

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Ambiente: Solvay, ecco i dati inquietanti della seconda Ilva

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Lo stabilimento della Solvay, tra i comuni di Rosignano Marittimo e Vada, è stato definito “una bomba ecologica” sulla costa toscana dal parlamentare ex M5S e ora del Gruppo misto Adriano Zaccagnini, all’indomani della pubblicazione dei dati sull’inquinamento della riviera toscana. I dati, confermati da un’indagine indipendente dell’Agenzia ambientale dell’ONU, sono a dir poco agghiaccianti e di certo la cosiddetta seconda Ilva necessita di una maggior attenzione da parte del Governo.

inquinamento mercurio volpe artica

Ambiente, le volpi artiche muoiono intossicate dal mercurio

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Questa volta a causare la strage delle volpi non c’è la mano dell’uomo, come è avvenuto a Siena ad esempio, ma dell’inquinamento da mercurio. Certo, l’uomo ne è sempre responsabile, ma in modo indiretto. Le volpi artiche rischiano di scomparire perché gli uccelli marini di cui si nutrono sono avvelenati dal mercurio. Gli uccelli assimilano il metallo pesante mangiando a loro volta i pesci che popolano le acque inquinate dell’Oceano. A dare la notizia è un gruppo di ricercatori dell’Università di Mosca e dell’Islanda che hanno pubblicato i loro studi sulla rivista scientifica Plos One.

Santuario dei Cetacei sempre più inquinato, la denuncia di Greenpeace

Torniamo a parlare di cetacei dopo aver riportato alcuni dati incoraggianti sulla presenza di specie anche rare nei nostri mari, come i delfini zifi di Civitavecchia, avvistati nell’ambito di una campagna di monitoraggio estivo che ha visto protagonisti i ricercatori dell’Accademia del Leviatano. Stavolta, però, non vi diamo buone notizie sul fronte della tutela di questi animali nelle nostre acque territoriali. Il Santuario dei Cetacei infatti è sempre più inquinato, con gravi rischi per la biodiversità marina e per la salute pubblica. A rivelarlo sono i dati sui livelli di contaminanti registrati nelle acque delle coste liguri e anche di quelle toscane contenuti nell’ultimo rapporto stilato da Greenpeace dal titolo che è di per sé indicativo, Veleni a galla. Fonti inquinanti nel Santuario dei Cetacei, presentato oggi dall’associazione ambientalista.

Inquinamento, Malagrotta: dossier shock sulla discarica. Si accendono le proteste per Pizzo del Prete

Solfato, ferro, manganese, arsenico, cromo totale, nichel, alluminio, piombo benzene, p-xilene, cloruro di vinile, 1.4-diclorobenzene, tetracloritilene. Dalle analisi Arpa è stata riscontratanella maggior parte dei casi anche la presenza della sostanza N-butylbenzenesulfonamide indicata come possibile marker di contaminazione da discarica di rifiuti solidi urbani.

L’elenco delle sostanze tossiche e non certo biodegradabili registrate nella discarica di Malagrotta e nelle aree limitrofe a Valle Galeria è ben più lungo. Sono oltre 100 le pagine che compongono il dossier shock e, nonostante il proprietario dei terreni su cui sorge la discarica capitolina Manlio Cerrone, continui a ribadire che

La discarica non produce alcun inquinamento delle falde, né esalazioni dannose per la salute.

La situazione è ben diversa. Le falde risultano inquinate dai metalli pesanti, quali arsenico e ferro; il terreno è contaminato dal mercurio e dal N-butylbenzenesulfonamide, sostanza altamente cancerogena.

Inquinamento costiero mette a rischio le foche

Tempi duri per le foche. Oltre alla cruenta mattanza che si ripete ogni anno a Primavera, a preoccupare è l’inquinamento delle acque costiere, dannoso per gli animali. L’organismo degli esemplari di Phoca vitulina che vivono negli estuari o lungo le coste risulta infatti altamente contaminato.

A dirlo è un recente studio europeo pubblicato sul Marine Pollution Bulletin, a cui ha partecipato attivamente soprattutto la Spagna, e i cui risultati avvertono del pericolo che corrono questi mammiferi nei porti di tutta Europa.

Energia pulita da terreni contaminati da scorie tossiche

La scoperta arriva da Sidney, dove un gruppo di scienziati australiani e cinesi ha messo a punto un metodo per produrre energia pulita da terreni contaminati da scorie tossiche. Ad assorbire le scorie è una pianta che cresce nelle praterie tropicali dell’Africa, il Pinnesetum purpureum, nota con il nome di erba dell’elefante.

La collaborazione tra il Centro australiano di ricerca per la valutazione della contaminazione e la bonifica dell’ambiente (Crc Care) e l’Università Shaoguan, nella costa meridionale della Cina, porterà alla bonifica dei terreni contaminati e alla produzione di energia pulita.
La scelta dell’erba dell’elefante è stata duplice, come spiega il prof. Ravi Naidu, a capo del progetto, perché è una pianta in grado di crescere anche nei terreni poveri e possiede un’elevata capacità di assorbire i metalli pesanti e le altre scorie inquinanti presenti nel suolo. L’erba perenne africana è capace di assorbire gli idrocarburi del suolo e produrre ossigeno che a contatto con il terreno favoriscono la biodegradazione, e dunque la bonifica della terra inquinata.

La tv ecologica va a LED organici

I prodotti elettronici inquinano il nostro ambiente con una grande quantità di metalli pesanti prima, durante e dopo che vengono usati. Nei soli Stati Uniti si stima che il 70% dei metalli pesanti in discarica provenga da prodotti di elettronica scartati o gettati. Con le TV a schermo piatto sempre più grandi e più economiche, i costi ambientali continuano a salire.

Per contrastare questo fenomeno, una nuova soluzione è stata trovata alla Tel Aviv University, dove viene applicata una scoperta nel campo della nano-tecnologia, basata su nanotubi di peptide auto-assemblati, che convertiranno l’industria elettronica in industria verde.

Campania: chi pensa alle conseguenze sulla salute dei cittadini?

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I media hanno dedicato spazio al problema dei rifiuti in Campania, ma cio’ non ha fatto luce sui profondi disagi, con cui i cittadini sono costretti a convivere da anni, riportando enormi danni alla salute ed al benessere psico-fisico. La Campania da piu’ di 15 anni vive una situazione estremamente controversa in merito al ciclo dei rifiuti, allo smaltimento e allo stoccaggio di questi ultimi, sia per le infiltrazioni illegali nelle procedure amministrative e gestionali, sia per l’accumulo di spazzatura nei centri urbani e gli scarsi controlli per evitarli. Anche se gli studi epidemiologici sono stati numerosissimi e la percentuale di morti per malattie tumorali fulminanti o per malattie genetiche sia cresciuta notevolmente, non è stata provata ancora una relazione di causa-effetto tra l’accumulo di rifiuti urbani e l’incidenza delle malattie.