Branson: “in 5 anni avremo il picco di petrolio”

estrarre petrolio

Richard Branson, fondatore della Virgin e uno degli uomini più ricchi del mondo, ha riferito di aver appena investito 3 miliardi di dollari per la lotta contro i cambiamenti climatici offrendo premi in denaro per la rimozione del carbonio atmosferico.

In una recente intervista a tutto campo al The Guardian, Branson si è espresso sui suoi recenti progetti, primi fra tutti gli eccentrici viaggi per il turismo spaziale e gli aerei subacquei per i super ricchi. Tutte attività in cui c’è fortemente bisogno di petrolio. Già, proprio quell’oro nero che, per stessa ammissione di Branson, tra un po’ corre il rischio di finire.

La Prestigiacomo chiude l’accordo con 28 grandi aziende per inquinare di meno

stefania prestigiacomo sorridente

Dopo due anni di silenzio più o meno totale, la Ministra dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha deciso di darsi da fare, e prendere in mano una situazione che le stava definitivamente sfuggendo. Vedendo che in quasi tutti gli altri Paesi del mondo la politica, ed i vari suoi colleghi ministri, si stavano dando da fare per ridurre le emissioni e per raggiungere i vari obiettivi ambientali, ha tentato la via della politica, inutilmente.

I richiami al Governo non sono serviti a nulla. Si sa che Berlusconi e colleghi dall’orecchio dell’ambiente non ci sentono, e siccome sono impegnati in ben altre faccende, la Prestigiacomo si è finalmente decisa a cambiare tattica e ad impegnarsi in prima persona. Da qualche mese sta girando l’Italia per chiudere accordi con le varie imprese su una diminuzione delle emissioni. In pratica se la politica non ci dà una mano, facciamo da soli. E’ questo il pensiero che sta alla base dell’accordo. Un accordo che, al momento, ha già coinvolto 28 tra le più grandi aziende del Paese, e che ha ottenuto anche la “benedizione” del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia.

L’Ue ha deciso: 100 miliardi all’anno per sostenere i Paesi poveri nella lotta ai cambiamenti climatici

parlamento europeo

Una prima risposta alle richieste dei Paesi poveri nel tentativo di adeguarsi alla lotta contro i cambiamenti climatici è arrivata questa notte a Bruxelles. Dopo una serata di dibattiti, l’Unione Europea ha deciso che si presenterà a Copenaghen con la proposta del sostegno fissata a 100 miliardi di euro all’anno fino al 2020.

Un impegno preciso e pesante, come chiedevano i Paesi cosiddetti del Terzo Mondo, i quali sono i più colpiti da questa fase di transizione, in quanto pagano il maggior prezzo in termini di cambiamenti climatici (vedi le Maldive che rischiano di sparire nell’arco di un secolo, o i Paesi del Sud-Est asiatico che perdono ogni anno pezzi di terreno), ma d’altra parte non riescono a stare al passo con i grandi Paesi Occidentali in quanto non sono in grado di adeguarsi alle nuove tecnologie pulite, ma quella povera economia che ancora hanno è basata quasi esclusivamente sul carbone. Naturalmente però non sono mancate le polemiche.

De Boer: “il vertice di Bangkok è per ora un fallimento”

vertice di bangkok

Gli sforzi per convincere le nazioni ricche ad inasprire i tagli alle emissioni non sono riusciti a fare molta strada nei colloqui sul clima nella capitale thailandese, Bangkok. A spiegarlo è stato il portavoce dell’ONU, che ha reso noto che delegati provenienti da circa 180 nazioni, riuniti in Thailandia per cercare di ridurre le differenze sui modi di ampliare e approfondire la lotta contro i cambiamenti climatici, non hanno trovato una soluzione globale al problema.

I colloqui, che si concluderanno il 9 ottobre prossimo, sono l’ultima grande sessione negoziale prima che i ministri dell’ambiente si incontrino a Copenhagen per tentare di sigillare un patto più severo a livello mondiale, per sostituire il protocollo di Kyoto.

I progressi verso la riduzione delle emissioni dei Paesi altamente industrializzati rimane deludente. Non stiamo vedendo progressi reali

ha affermato Yvo de Boer, capo della commissione cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.