La Niña

La Niña

La Niña è una corrente caratterizzata da temperature oceaniche insolitamente fredde che si manifestano nel Pacifico equatoriale. Si tratta esattamente dell’opposto di El Niño, che è caratterizzato da temperature oceaniche insolitamente calde nella stessa area del Pacifico. Il Pacifico orientale è più freddo del solito, e l’acqua fredda si estende più a Ovest del normale. El Niño e La Niña sono fasi opposte del ciclo denominato El Niño Southern Oscillation ((ENSO), a volte denominate più semplicemente “fase fredda” e “fase calda”.

Il nome de La Niña è legato a quello del Niño che è stata nominato così perché, manifestandosi nel mese di dicembre, ha ricevuto il nome spagnolo di Gesù Bambino (Niño appunto, che significa anche bambino) dai pescatori sudamericani che per primi l’hanno individuato. Trattandosi, come detto, dell’esatto opposto, gli si è dato il nome di Niña o bambina.

Alluvioni in Australia, Niña e riscaldamento globale (video)

Basta aprire qualsiasi giornale o telegiornale in questi giorni per rimanere scioccati dalle immagini delle inondazioni che arrivano dal Queensland, in Australia, dove 12 mila case sono state alluvionate, 118 mila edifici sono rimasti senza energia elettrica e 2 milioni di persone rischiano di vedere la propria città, Brisbane, completamente distrutta.

Il motivo di tutto questo disastro è attribuito ad una insolitamente forte “La Niña“, un fenomeno climatico periodico, che porta più pioggia nel Pacifico occidentale, e meno nel Sud America e Pacifico orientale. Si tratta di un evento che nei secoli è sempre accaduto, ma mai con una potenza così devastante.

Inverno 2010, il più rigido degli ultimi 30 anni

Un inverno freddo e rigido come quello del 2010 non si registrava da secoli, esattamente dall’inverno 1783-1784, quando si sono verificate le stesse condizioni atmosferiche.
Gli inverni caratterizzati da abbondanti nevicate e da temperature con parecchi gradi sottozero, si verificano almeno una volta ogni 100 anni. E la stagione invernale scorsa è stata la più fredda degli ultimi 30 anni, ma da cosa è stato determinato quel clima rigido e polare?

Uno studio apparso sulla rivista Geophysical Research Letters informa che le forti nevicate che hanno interessato il Nord America e l’Europa Settentrionale nell’inverno 2010 sono state causate principalmente dall’incontro, o meglio dalla collisione, tra due fenomeni climatici, El Niño e l’Oscillazione Nord Atlantica.

Attività solare più riscaldamento globale aumentano le possibilità di fenomeni come El Niño

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Quando il sole è più caldo, può avere un impatto sul clima della Terra in modo simile ad eventi come El Niño e La Niña, secondo un nuovo studio effettuato in Colorado. Il sole effettua un ciclo di circa 11 anni, durante il quale l’attività sulla sua superficie si intensifica o si dissipa. Si tratta di un segnale facile da osservare osservando il numero di macchie solari che punteggiano la sua superficie. La portata totale di energia della Terra dal sole varia in base al solo 0,1% di tutto il ciclo solare.

Gli scienziati hanno cercato per decenni di collegare questi alti e bassi al naturale clima della Terra e alle variazioni climatiche, e per distinguere i suoi sottili effetti dal più grande modello di surriscaldamento globale causato dall’uomo. Ma questo legame si è dimostrato difficile da trovare.

Gli scienziati del National Center for Atmospheric Research (NCAR) a Boulder, Colorado, hanno utilizzato modelli climatici di più di un secolo di temperaturature oceaniche record per trovare una connessione tra loro. Spiega Gerald Meehl, leader dello studio:

Abbiamo precisato gli effetti di un nuovo meccanismo per capire cosa accade nel Pacifico tropicale, quando vi è un massimo di attività solare. Quando c’è un picco di sole, avviene un forte impatto sulle zone tropicali e sulle precipitazioni atmosferiche di tutto il mondo.

I risultati del modello, pubblicati sul Journal of Climate, hanno dimostrato che quando il sole raggiunge il massimo di attività, si riscaldano le parti senza nubi dell’Oceano Pacifico sufficientemente per aumentare l’evaporazione, la pioggia tropicale ed intensificare gli alisei, raffreddando il lato orientale del Pacifico tropicale.

In futuro gli uragani potranno essere solo peggiori

Non diteci che siamo catastrofici, ma pare essere proprio così, e la dimostrazione l’abbiamo avuta in questi ultimi anni: ogni uragano che arrivava era sempre peggio di quello precedente. I recenti uragani nei Caraibi e sulla costa del Golfo sono costati migliaia di vite e miliardi di dollari agli americani.

E’ vero, gli uragani non sono una novità nell’Atlantico e nel Golfo del Messico, soprattutto tra i mesi di Giugno e Novembre di ogni anno. Ma molti fattori, naturali e artificiali, possono influire sul numero, la forza, la grandezza e l’impatto che possono provocare, anche in diverse stagioni.

Trovata la causa delle basse temperature della primavera, si chiama “La Niña”

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Per chi si preoccupava del riscaldamento globale, la natura ha previsto una soluzione. Si chiama “La Niña”, ed è il contrario del vecchio “El Niño“, cioè il processo di riscaldamento dei venti e dei mari.

Se vi state chiedendo come mai quest’anno la primavera sembra non arrivare mai, la risposta la danno gli esperti dell’Organizzazione Metereologica Mondiale, con sede a Parigi. Secondo i loro dati, quest’anno sarà un’anomalia rispetto agli ultimi. Infatti oltre alla primavera in cui saremo costretti ad indossare i cappotti, anche l’estate sarà meno afosa del solito, dato che sono previste temperature ben al di sotto della media.