La buona notizia è che alla conferenza di Doha un minimo di accordo si è trovato. La cattiva è che (per ora) non è sufficiente. Certo, sempre meglio di niente, ma gli effetti del riscaldamento globale si faranno sentire ugualmente. Sì perché di fronte al rifiuto dei Paesi che non hanno ratificato il primo Protocollo di Kyoto e allo “sfilarsi” di altri come il Canada, la Russia ed il Giappone, i Paesi restanti non si sono fatti scoraggiare ma hanno deciso di ratificare il Kyoto 2 tra di loro.
Kyoto 2
Conferenza di Doha, è il carbon credit il nuovo terreno di scontro
Finora non è che si siano fatti grossissimi passi in avanti alla conferenza di Doha (per non dire che non ne sono stati fatti proprio), ma questo potrebbe farcene fare qualcuno indietro. Secondo i delegati del Brasile le nuove regole sul carbon credits potrebbero far “deragliare” la negoziazione. Ma di cosa si tratta nel dettaglio?
Congresso di Durban: si va verso il fallimento di un Kyoto-2
L’obiettivo principale del congresso di Durban era quello di estendere il Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012, a quanti più Paesi possibile, e portarlo fino al 2020, magari con obiettivi un po’ più audaci. Ma se già il primo Protocollo è stato un semi-fallimento, questo che convenzionalmente è stato soprannominato Kyoto-2 è destinato a nascere già morto.
Ambiente, obiettivi Kyoto sempre più distanti per l’Italia
Italia, Austria e Lussemburgo a fatica cercano di raggiungere gli obiettivi di Kyoto 2012, mentre il resto d’Europa pensa alla seconda fase del protocollo sul clima per il 2020. La riduzione delle emissioni di anidride carbonica nel nostro Paese si è fermata al 4,8%, quando invece dovrebbe essere del 6,5%. Il mancato obiettivo del nostro Paese che emette 10-20 volte in più di quanto dichiara, e degli altri due Stati europei, mette a rischio i risultati dell’intera Unione che, entro il 2020, dovrebbe ridurre del 20% le emissioni di CO2 e i consumi energetici.
Cambiamenti climatici: l’Italia pagherà le conseguenze maggiori
Un processo lento, doloroso, che cambierà definitivamente la geografia ed il modo di vivere delle popolazioni, soprattutto di quella italiana. Stiamo parlando dei cambiamenti climatici, stimati in qualcosa di simile alla catastrofe dalla Commissione Europea sull’ambiente che sta tirando le somme sugli ultimi risultati delle prime previsioni da presentare dopodomani al mondo intero, e di cui vi diamo già un’anticipazione.
Almeno per quanto riguarda l’Europa, se non dovessero essere prese abbastanza misure per fermare quest’ondata di surriscaldamento che minaccia la Terra, le regioni che pagheranno il prezzo più alto saranno quelle del Mediterraneo, e quindi Spagna, Grecia, ma soprattutto Italia. Anzi il nostro Paese sarà probabilmente quello che pagherà di più le conseguenze, visto che una buona parte dell’economia si basa anche sulla neve, che lentamente sparirà, e sul turismo, spazzato via nel giro di pochi anni.
Il lungo cammino verso Kyoto 2: a Bangkok il Giappone contestato dai Paesi in via di sviluppo
