IUCN Pangolino

Congresso IUCN, le sfide per la conservazione della natura

IUCN Pangolino
Fino al prossimo 10 settembre lo stato americano delle Hawaii ospita il Congresso Mondiale sulla Conservazione organizzato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUNC, International Union for the Conservation of Nature). Filo conduttore dell’evento è ovviamente il tema della conservazione delle specie animali e vegetali nel sempre più complesso contesto planetario. A marcare l’importanza del congresso di quest’anno è anche lo slogan scelto dagli organizzatoti: «Planet at the crossroads» che potremmo tradurre abbastanza fedelmente come «il pianeta ad un bivio». Dopo gli accordi raggiunti alla COP21 di Parigi sono ormai in molti ad attendersi interventi sostanziali a tutela degli equilibri della Terra in mancanza dei quali gli effetti del riscaldamento globale potrebbero rapidamente moltiplicarsi.

ecosistemi a rischio lista rossa

Ecosistemi a rischio, si pensa ad una Lista Rossa anche per loro

ecosistemi a rischio lista rossaDa alcuni anni l’organismo dell’ONU IUCN sta salvando diverse specie dall’estinzione grazie alla compilazione dell’ormai famosa Lista Rossa, un elenco di specie che devono essere protette perché molto vicine alla sparizione totale. Da qui si è pensato di allargare lo sguardo e coinvolgere anche gli interi ecosistemi. Per questo l’International Union for the Conservation of Nature sta studiando la possibilità di stilare una nuova lista degli ecosistemi che rischiano il collasso, e che chiaramente vanno protetti.

animali estinti ritornati in vita rospo nano kandyan

Animali estinti ritornati in vita, è la volta del rospo nano Kandyan

animali estinti ritornati in vita rospo nano kandyanCapita spesso che i biologi prendano delle cantonate e diano per spacciate alcune specie, ma per fortuna la vita è più forte di tutto e delle volte alcuni animali ritenuti estinti ritornano dal mondo dei morti. E’ il caso del rospo nano Kandyan, una rarissima specie di anfibio che viveva solo nello Sri Lanka che non veniva avvistato dal lontano 1872. L’IUCN ormai aveva perso le speranze di rivederlo e così lo inserì nel lungo elenco delle specie estinte.

Ambiente, più della metà delle aree non tutela la fauna selvatica

La fauna selvatica nel Pianeta è a rischio perché più della metà dei siti che la accoglie non è protetta. A lanciare l’allarme per la tutela e la salvaguardia della fauna selvatica sono l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) e BirdLife International. Occorre creare nuove aree protette che possano garantire lo sviluppo e la crescita degli animali selvatici, proprio come è accaduto in Africa che ha dato vita alla più grande area protetta del mondo.

Ratti alieni distruggono biodiversità delle isole del Pacifico

Si parla tanto di alieni provenienti da pianeti lontani ma a conti fatti sulla terra ci son già altri tipi di alieni ben visibili ovvero le specie invasive, e l’Italia ne sa qualcosa vedi nuovi parassiti delle foreste o marziani del Mediterraneo. Ad introdurli in luoghi in cui non ci sono antagonisti biologici ed in cui dunque possono proliferare a dismisura, è sia l’uomo con lo spostamento di merci da un capo all’altro del mondo sia i cambiamenti climatici che creano condizioni ambientali favorevoli a specie prima inadatte al clima del luogo. In molte isole del Pacifico il problema principale è rappresentato dai ratti (rattus exulans) arrivati con le navi e che non hanno predatori e fanno razzia di uova di uccelli, minando la biodiversità nativa.

Tonno rosso a rischio estinzione, l’allarme dell’IUCN sulla pesca eccessiva

Tonno rosso, pesca eccessiva mette in pericolo la sopravvivenza della specie. A lanciare l’allarme, l’ennesimo degli ultimi anni che va ad allungare la lista rossa, è stata in questi giorni l’IUCN, l’Unione mondiale per la conservazione della natura, basandosi sui risultati di un ampio monitoraggio che ha visto coinvolte ben 61 specie di pesci tra cui figurano anche pesci spada, sgombri e tonni. Inutile dirlo ma i dati raccolti non lasciano presagire lunga vita per molti abitanti dei mari, minati dallo sfruttamento eccessivo delle risorse oltre che dall’inquinamento e ancora poco tutelati. Occorre sicuramente un’inversione di tendenza prima che sia troppo tardi.

Ecosistemi a rischio: individuate 13 aree nell’Artico

Le 13 aree più a rischio per la biodiversità e il patrimonio naturalistico si trovano nell’Artico, tra esse lo Stretto di Bering e la costa del Mare di Barents. Nel circolo polare artico l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) ha individuato 77 aree da tutelare.

Nel rapporto annuale, pubblicato oggi, si evince che gli ecosistemi marini più ricchi del Polo Nord sono a rischio a causa del riscaldamento globale del Pianeta che favorisce lo scioglimento dei ghiacciai marini e l’acidificazione degli oceani. A queste cause si aggiungono ora anche attività umane prima non presenti nell’area e in grande espansione, come la pesca e i trasporti marittimi, l’esplorazione per cercare gas e petrolio nei fondali artici. Tra gli effetti più imminenti ci sarà la perdita della fauna selvatica dell’artico: orsi polari, balene, trichechi, foche ed uccelli.

Lista rossa IUCN


Lista rossa IUCN

La Lista rossa IUCNIUCN Red List of Threatened Species) istituita nel 1948, è il più ampio database esistente al mondo sullo stato di conservazione della biodiversità animale e vegetale.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN), è l’ente responsabile della sua compilazione annuale.I circa 7500 scienziati della Commissione per la salvaguardia delle specie (IUCN Species Survival Commission, SSC) hanno il compito di raccogliere ed aggiornare costantemente i dati per redigere la lista. Trattasi di  un team di biologi, botanici, zoologi, fitosociologi, entomologi etc., che prestano parte del loro lavoro scientifico all’IUCN in maniera totalmente gratuita.

Legge di Wilson:”salvare l’ambiente per salvare l’uomo, non il contrario”

e. o. wilson

Cosa fare per salvare il mondo dalla distruzione? Secondo E. O. Wilson, docente dell’Università di Harvard e uno dei primi ambientalisti della storia, il primo ingrediente della ricetta della salvezza è proteggere la biodiversità. Intervistato dalla rivista New Scientist, l’autore dell’Enciclopedia della Vita, spiega la cosiddetta “legge di Wilson“.

Si dice che se si salva l’ambiente, si salva automaticamente l’uomo. Ma se si tenta solo di salvare l’uomo, si perderanno entrambi. Quando si parla di ecologia, i media e il pubblico pensano subito all’inquinamento o alla carenza di acqua dolce. Loro capiscono e vogliono fare qualcosa. Ma questo è il mondo fisico, quello dell’uomo; la preoccupazione per l’ambiente è stata lenta a decollare, ma ora che abbiamo fatto abbastanza progressi, dovremmo prevenire la distruzione di ecosistemi e specie.

La maggior parte degli americani ha solo la vaga nozione di cosa si parla, quando si tratta di cambiamento climatico. Eppure, quando si tratta di ambiente in pericolo, hanno subito paura di perdere qualcosa che a malapena capiscono.

Le 10 specie animali più in pericolo d’estinzione

Secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) molte popolazioni di alcune specie animali al mondo sono diminuite, o sono in diminuzione, dell’80% entro tre generazioni. Questa è l’ultima tappa prima di dichiarare come estinti questi animali che oggi vivono allo stato selvatico. Altro che protezione della biodiversità quindi.

Esistono centinaia di specie animali che rischiano la vita, ma non si tratta soltanto di specie minori. Molto spesso questi animali sono molto conosciuti perché si vedono negli zoo, nei documentari, e delle volte anche nei cartoni animati. Abbiamo provato a racchiudere le 10 specie maggiormente in pericolo in questa presentazione, ma essi sono soltanto una piccola parte delle specie che possono svanire per sempre già nei prossimi anni.

Un mammifero su quattro rischia l’estinzione, new entry nella lista rossa

Attività umane, sfruttamento sconsiderato delle risorse negli habitat naturali, surriscaldamento globale, aumento della temperatura degli oceani, inquinamento, bracconaggio, stupide usanze. Sono solo alcune delle cause che stanno portando alla scomparsa di molte specie animali. A guardarli uno per uno, risulta subito evidente che dietro ognuno dei fattori sopracitati c’è sempre e comunque l’uomo, con la sua forza distruttiva.

Ad essere particolarmente a rischio di estinzione sono i mammiferi, con molte nuove entrate nella lista rossa degli animali in pericolo, stilata dall’IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura) e resa nota a Barcellona in occasione del IV Congresso mondiale dell’organizzazione che tutela, tra gli altri obiettivi a favore dell’ambiente, la preservazione delle specie animali.

8 new entry nei siti protetti dall’Unesco

Nonostante in molte parti del mondo si stia cercando di distruggere la cultura e la Terra stessa, l’Unesco continua a lavorare alacremente per stabilire nuovi siti da salvare, perchè sono patrimonio dell’umanità. Qualche giorno fa ha reso note le 8 nuove meraviglie naturali da tutelare, che così si vanno ad aggiungere alle 870 già esistenti (nel complesso 679 di esse sono culturali, tipo centri storici, chiese, piramidi, ecc.), 174 sono naturali e 25 miste, suddivise in 145 nazioni.

L’Italia è la nazione che può vantare più siti in tutto il mondo, ben 41 dal 1979 ad oggi. Tra le altre, giusto per citarne alcune, compaiono il Cenacolo di Leonardo da Vinci dipinto su una parete del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, molti centri storici come quelli di Firenze o di Napoli, i sassi di Matera, i trulli di Alberobello, la Reggia di Caserta, la costiera amalfitana e tante altre ancora. Ora andiamo a vedere quali sono le nuove 8 entrate.

Il valore della natura ora diventerà un film

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Quanto ci costa la natura? Se lo sono chiesti alcuni autori televisivi che hanno deciso di mandare in onda, a partire dal 13 giugno scorso sulla Bbc, una nuova serie TV sul valore, in soldoni, della fornitura di servizi che l’ambiente offre agli esseri umani. E le cifre sono da capogiro: si stima intorno ai 60 mila miliardi di dollari il valore della natura, ovviamente molto di più del PIL mondiale.

I dati provengono da uno studio dell’Università del Vermont Robert Costanza, rielaborati da alcuni economisti che hanno tradotto i servizi naturali in termini monetari, valutandoli più consistenti di quelli messi a disposizione da tutte le economie mondiali messe insieme.