Clini attacca l’Ispra, non è all’altezza del ruolo che dovrebbe assolvere

Il ministro dell’ambiente Corrado Clini, durante il convegno dei cattolici del PD “Insieme cambiamo l’Italia”, ha dichiarato che l’Ispra non è all’altezza del ruolo che dovrebbe svolgere, lasciando trapelare chiari dubbi sulla qualità del suo operato e sull’affidabilità delle sue rilevazioni, tanto da affermare che occorre trovare altri punti di riferimento in materia ambientale. Dichiarazioni pesanti che certo non saranno gradite dagli esperti dell’Ispra.

Siti minerari pericolosi, l’Italia ne conta 622 abbandonati

L’Ispra divulga la versione provvisoria dell’inventario previsto dalla direttiva 2006/21/Ce, riguardante i rifiuti delle industrie estrattive: in Italia sono ben 622 i siti minerari pericolosi in stato di abbandono che determinano gravi danni all’ambiente o che li determineranno in un futuro prossimo. Diversi fra questi siti rappresentano anche una minaccia per la salute dei cittadini.

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Caccia: anche l’UE ammonisce l’Italia sulle deroghe

In Italia esiste un organo, chiamato ISPRA, preposto ad effettuare delle rilevazioni scientifiche con l’obiettivo di capire, tra le altre cose, la situazione della fauna, le specie a rischio estinzione, ma soprattutto quali sono i periodi migliori per cacciare, per evitare di interferire con il normale corso della natura. Ogni anno questo organo redige una relazione che dovrebbe consentire al Governo di decidere sulla stagione venatoria, ma il problema è che, anche se il Governo segue quelle indicazioni, lascia carta bianca alle Regioni per effettuare delle deroghe.

Stagione venatoria 2011-2012, il caso ISPRA

ENPA e LIPU chiedono l’intervento del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo dopo le accuse mosse all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambiente (ISPRA). L’autorevole ente di ricerca scientifica nel nostro Paese riconosciuto dalla Commissione europea è stato indicato dai cacciatori causa delle condanne per scorretta attività venatoria inflitte dalla Corte di Giustizia europea all’Italia.  Come chiarisce l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) le accuse non solo sono del tutto infondate ma

celano preoccupanti tentativi di sostituire la voce dei fucili a quella della scienza. Dopo il fallimento dei progetti di deregulation venatoria e di caccia selvaggia, le doppiette prendono di mira l’ISPRA, autorità di prestigio internazionale, l’unica riconosciuta dalla legge nazionale per la tutela della fauna e la regolamentazione della caccia 157/1992.

Ambiente, pubblicato Rapporto ISPRA sulla Qualità dell’Ambiente Urbano

E’ stato pubblicato il VII Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla situazione del nostro Paese e dei 48 maggiori centri urbani d’Italia. Il progetto di monitoraggio ha visto il coinvolgimento dell’intero sistema delle Agenzie Ambientali: ARPA (Agenzia ambientale della Regione), APPA (Agenzia Provinciale per la protezione dell’ambiente della Provincia Autonoma di Trento),  e la condivisione di ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), ACI (Automobile Club d’Italia) e ISTAT (Istituto nazionale di statistica).

I dati emersi non sono tra i più rassicuranti in fatto di inquinamento, rifiuti e qualità della vita, ma sono un punto di partenza per la pianificazione, la programmazione e la gestione dell’ambiente e del territorio urbano.

Ambiente, rapporto ISPRA: cresce allarme frane ed inquinamento in Italia, in calo gli incendi

Il rapporto dell’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l’Annuario dei Dati Ambientali 2010, presentato oggi a Roma, ci restituisce la fotografia di un ambiente italiano fortemente compromesso, con qualche sprazzo di luce qua e là, come la diminuzione degli incendi, fenomeno in calo ma pur sempre estremamente dannoso per gli effetti nefasti sul patrimonio boschivo nazionale.

La qualità dell’aria è minata dall’inquinamento atmosferico che incombe sempre più minaccioso sulle città italiane, ne avevamo già avuto ampia testimonianza nei mesi scorsi con lo sforamento di polveri sottili oltre la soglia limite di 35 giorni all’anno concessa dalla normativa di riferimento UE, sforamento avvenuto in tempi record in metropoli come Milano, a poche settimane di distanza dall’inizio del 2011.

Ecolabel

Ecolabel

Secondo il Regolamento CE n. 1980/2000, che lo regolamenta, l’Ecolabel è un attestato di eccellenza:

marchio di qualità ecologica a partecipazione volontaria volto a promuovere prodotti che durante l’intero ciclo di vita presentano un minore impatto sull’ambiente e ad offrire ai consumatori informazioni accurate, non ingannevoli e scientificamente fondate sull’impatto ambientale dei prodotti.

SISTRI


SISTRI

Il SISTRI è il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, nato nel 2009 su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per contrastare il traffico illegale di rifiuti speciali, andando a snellire le procedure ed i costi sostenuti dalle aziende per lo smaltimento e proponendosi l’ambiziosa mission di informattizzare l’intera filiera dei rifiuti speciali, a livello nazionale, e dei rifiuti urbani per la Regione Campania, con la distribuzione di apposite chiavette e black box.

Il sistema di controllo dei rifiuti SISTRI, affidato alla gestione del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, prevede la tracciabilità dei rifiuti speciali assicurata da sistemi elettronici ad hoc che garantiscono il monitoraggio e la visibilità del flusso in entrata ed in uscita degli autoveicoli nelle discariche. Ha come destinatari:

  • produttori iniziali di rifiuti pericolosi;
  • produttori iniziali di rifiuti non pericolosi, di cui all’articolo 184, comma 3, lettere c), d) e g), del decreto legislativo n.152/2006, con più di dieci dipendenti;
  • Regione Campania;
  • commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione;
  • consorzi che si occupano del recupero e del riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti;
  • imprese di cui all’articolo 212, comma 5, del decreto legislativo n. 152/2006 che raccolgono e trasportano rifiuti speciali;
  • operatori del trasporto intermodale;
  • trasportatori in conto proprio di trasporti pericolosi;
  • recuperatori e smaltitori.

Caccia, via ufficiale alla stagione venatoria 2010-2011, tra nuove norme, proteste e divieti arbitrari

Domenica 19 settembre 2010: si apre in via ufficiale la stagione venatoria 2010-2011. Torna la caccia, e tornano i cacciatori e i cacciati, aleggia il rischio di incidenti, infuriano le polemiche, le associazioni animaliste scendono in piazza con manifestazioni di protesta e lo scenario si ripete, come ogni anno, senza colpi di scena se non gli spari stessi che riecheggiano nei boschi, fuori e dentro i confini del lecito che quest’anno appaiono più confusi del solito.

Qualche novità qui e là, a gettare ancora maggiore confusione nel caos legislativo sulla materia, che ha diviso il Parlamento e spaccato in due l’opinione pubblica. I cacciatori potranno aprire il fuoco sugli animali ed ucciderli per il gusto di farlo per tre giorni alla settimana fino al 31 gennaio prossimo, esclusi il martedì ed il venerdì, perché si sa, dare alle vittime la possibilità di stramazzare al suolo a giorni alterni è cosa buona e giusta.

Relazione Ispra: Italia sempre più calda, perde ghiacciai e biodiversità

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Nonostante la politica continui ad affermare che il riscaldamento globale non esiste, ecco arrivare, come un fulmine a ciel sereno, la pubblicazione della relazione dell’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. I dati raccolti nell’anno 2009, elaborati e resi noti nei giorni scorsi fanno rabbrividire, e dimostrano non solo che il riscaldamento globale esiste eccome, ma anche che l’Italia è tra i Paesi industrializzati che ne sta pagando le maggiori conseguenze.

Il dato più preoccupante riguarda le Alpi, la zona che più di altre sta risentendo dell’aumento delle temperature in quanto ha più difficoltà ad adattarsi. Tutta la catena montuosa che delimita i confini del nostro Paese ha mostrato una diminuzione della quantità di ghiacciai di due terzi rispetto a 150 anni fa, mentre la parte solo italiana è del 40% inferiore rispetto al diciannovesimo secolo, cioè si è quasi dimezzata. Questo è facilmente visibile con una semplice osservazione, dato che i ghiacciai minori sono scomparsi e quelli maggiori si sono lentamente frammentati.

Ciò significa che c’è meno acqua, minor risorse da sfruttare per i cittadini che abitano in quelle zone, e si sa che se si perdono le risorse idriche montuose, tutto l’ambiente è destinato a collassare. Se si considera infatti che non sono solo le Alpi a perdere i ghiacciai, ma tutte le catene montuose del mondo, si capisce come, di questo passo, tra qualche decennio non potremo più recuperare acqua dolce dalle montagne, le maggiori riserve idriche del mondo.