Le Galapagos non sono più in pericolo, cancellate dalla lista dei siti in pericolo

L’Onu ha cancellato le Isole Galapagos dalla sua lista del patrimonio mondiale in pericolo, grazie ad un maggior impegno da parte dell’Ecuador a tutela della biodiversità dell’arcipelago, unica al mondo. Il comitato del patrimonio mondiale delle Nazioni Unite per l’istruzione, la scienza e la cultura (Unesco) ha votato con 15 voti a favore e 4 contro per rimuovere le isole dalla lista dei siti in pericolo da minacce ambientali.

È importante riconoscere lo sforzo fatto dal Governo ecuadoriano per preservare questo patrimonio

ha spiegato Luiz Fernando de Almeida, capo della delegazione brasiliana, che ha proposto la mozione in occasione della riunione di Brasilia. Il Governo dell’Ecuador si è detto soddisfatto della decisione che ha visto la cancellazione delle isole dalla lista in cui era finita nel 2007, ma alcuni ambientalisti si sono detti preoccupati.

I safari sono più pericolosi della caccia

foto safari

Un esperto in materia ha di recente affrontato il Kalahari Conservation Society (KCS), affermando che una

corretta gestione della caccia non è dannosa per le popolazioni della fauna selvatica. Questo è assolutamente certo. Le prove sono molto diffuse e ben documentate.

Al contrario, l’oratore ha presentato delle prove che le attività di safari fotografico, a prescindere dalle singole operazioni scientifiche, può avere effetti negativi sull’impatto su flora e fauna selvatica. Ecco un esempio:

Patterson ha aggiunto che un recente studio in una località turistica di Xakanaxa ha criticato il Governo per la mancanza di un piano adeguato di gestione, dopo aver constatato che 6.000 ettari di terreno avevano tre strutture per l’alloggio di 50 dipendenti, due campeggi pubblici, due campeggi di gruppo per safari mobile, un porto turistico commerciale con 30 barche in licenza, una pista di atterraggio, nonché 250 km di strade.

I mutamenti climatici spostano le precipitazioni verso Nord

temporale

Scioglimento dei ghiacci, inaridimento del terreno, aumento delle temperature, innalzamento del livello del mare. Conosciamo tutti le tante conseguenze dell’innalzamento delle temperature, ma oggi a queste se ne aggiunge una nuova: lo spostamento delle precipitazioni.

Uno studio condotto da Julian Sachs e da ricercatori dell’università di Washington, a Seattle, ha rilevato che normalmente i temporali si spostano verso Nord di 3 km l’anno, ma con il riscaldamento globale questo trasferimento avviene in maniera più veloce. Si spiegherebbe così perché molte zone tropicali ed equatoriali restano sempre più “a secco” nel vero senso della parola.