L’isola di rifiuti, la concentrazione di plastica oceanica denominata “Garbage Patch“, diventa stato federale e ispira artisti in tutto il mondo. L’Italia non farà eccezione, e dato il nuovo status come ogni altro stato anche il Garbage Patch potrà partecipare alla Biennale di Venezia con un proprio padiglione.
isola di rifiuti
Ambiente, l’isola di plastica del Pacifico nei pensieri di Tim Silverwood
E’ appena tornato da una spedizione attraverso il Pacifico settentrionale Tim Silverwood, l’ambientalista australiano, che ha preso a cuore l’isola di spazzatura più grande al mondo, il North Pacific Gyre, o vertice di immondizia, come viene denominato l’accumulo di rifiuti costituito principalmente di plastica, che le correnti oceaniche hanno convogliato nel Pacifico settentrionale. L’isola di plastica, purtroppo non l’unica che galleggia nei nostri mari, ha raggiunto le dimensioni di quasi un milione di kmq, pari circa al doppio della Francia.
Plastica nell’Oceano Antartico, si tratta di nuova isola di rifiuti?
Una spedizione compiuta da Greenpeace e dal British Antartic Survey nell’Oceano Antartico ha riscontrato la presenza di plastica in quello che finora sembrava essere un luogo ancora non raggiunto dall’uomo, e dalla sua inciviltà.
Lo studio, pubblicato da Marine Environmental Research, ha rilevato la presenza al largo della costa orientale del continente di tracce di reti da pesca, di un bicchiere, e due sacchetti di plastica abbandonati, mentre alla deriva nei pressi del mare di Amudsen, ad occidente, sono stati rinvenuti alcuni oggetti di plastica, per un totale di 51 rifiuti.
Un’isola di spazzatura si è formata nell’Oceano Atlantico
Se Cristoforo Colombo avesse percorso l’Oceano Atlantico oggi, avrebbe trovato un’isola molto prima di scoprire l’America. Ma se l’avesse trovata, siamo sicuri non ci sarebbe più tornato. Stiamo parlando della Great Pacific Garbage Patch, o in italiano la Grande Chiazza di Rifiuti del Pacifico. Così è stata soprannominata l’opera peggiore dell’umanità: un’isola grande tra 700 mila e 15 milioni di km quadrati (non è possibile stimarla con precisione perché le immagini satellitari non la captano) che fluttua al centro del secondo oceano più grande del mondo.
Ma non è fatta di sabbia, rocce e terreno, ma solo di plastica e altra immondizia che, fluttuando nel mare, viene trasportata da quattro diversi tipi di correnti nell’area corrispondente al Mar dei Sargassi. Immaginatevi dunque che spettacolo vedere un’area grande da due a 50 volte l’Italia, maleodorante e fluttuante.