Inverno gelido, preludio di glaciazione?

Dopo il gelo del fatidico venerdì 17 dicembre 2010 che ha paralizzato l’impreparato centro Italia ancora un’ondata di neve e gelo al Nord, Pianura inclusa. Negli scorsi giorni di festa le temperature sono calate nuovamente, secondo quanto stimato dalle previsioni,  di diversi gradi ma la fase acuta di questo inverno gelido, a detta dei metereologi, sta per concludersi. Fino al 9 gennaio si preannuncia una situazione stabile rassicura Giampiero Maracchi, ordinario di climatologia all’Università di Firenze. Lo scienziato avverte di come sia diffusa tra la gente:

una falsa percezione del clima.

Inverno 2010, il più rigido degli ultimi 30 anni

Un inverno freddo e rigido come quello del 2010 non si registrava da secoli, esattamente dall’inverno 1783-1784, quando si sono verificate le stesse condizioni atmosferiche.
Gli inverni caratterizzati da abbondanti nevicate e da temperature con parecchi gradi sottozero, si verificano almeno una volta ogni 100 anni. E la stagione invernale scorsa è stata la più fredda degli ultimi 30 anni, ma da cosa è stato determinato quel clima rigido e polare?

Uno studio apparso sulla rivista Geophysical Research Letters informa che le forti nevicate che hanno interessato il Nord America e l’Europa Settentrionale nell’inverno 2010 sono state causate principalmente dall’incontro, o meglio dalla collisione, tra due fenomeni climatici, El Niño e l’Oscillazione Nord Atlantica.

Inverni più rigidi, la colpa è del sole

radiazioni solariGli inverni sempre più rigidi e le estati sempre più torride, stando a numerose autorevoli ricerche, sarebbero una conseguenza dei cambiamenti climatici in atto, causati dal riscaldamento globale. Tuttavia sono in tanti anche i detrattori dei mutamenti climatici imputabili all’uomo, scienziati che sostengono la teoria opposta: questi cambiamenti anche bruschi di temperature medie nella storia della Terra ci sono sempre stati e rientrebbero nel ciclo naturale del Pianeta e nei suoi meccanismi regolatori e di compensazione.

Sulla scia di questo filone una nuova ricerca dell’Università di Reading nel Regno Unito suggerisce che in futuro si avranno inverni più freddi, quando il Sole sarà ad un livello inferiore di attività.
La quantità di radiazioni emesse dal Sole varia naturalmente nel tempo e subisce delle modifiche anche sostanziali nel corso dei secoli.

Le farfalle monarca rischiano di perdere il loro paradiso invernale

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Ogni anno milioni di farfalle monarca (Danaus plexippus) migrano dal Nord America fino al Messico, compiendo un viaggio di 72 giorni e di circa 5 mila chilometri. Sorvolando tutti gli Stati Uniti, giungono nelle foreste di abeti dello stato di Michoacan, per trascorrervi l’inverno e poi ripartire a primavera. Ma da diversi anni, l’intensa deforestazione che interessa l’area sta mettendo in pericolo l’unica zona in cui sverna la monarca.

Numerosi boscaioli sfruttano, infatti, anche illegalmente, le foreste al confine tra lo Stato del Michoacan e quello del Messico, alterando sensibilmente l’habitat delle farfalle. Secondo alcuni ricercatori dell’Università del Kansas, la migrazione invernale dei lepidotteri potrebbe scomparire in breve tempo. La distruzione delle foreste, infatti, provoca gravi danni all’ambiente e agli ecosistemi, riducendo anche la diversità biologica.