La Banca Mondiale presenta un suo nuovo studio legato ai cambiamenti climatici e alle correlate ripercussioni economiche: nel 2050, scrivono gli esperti, le inondazioni costeranno 750 miliardi di euro l’anno per i danni e i pericoli alle città costiere. Per mettere in sicurezza tutte quelle analizzate basterebbero 50 miliardi di dollari all’anno.
inondazioni
Ambiente tra caldo record e inondazioni, la causa sono tre anticicloni
L’ondata di caldo record che sta imperversando da diversi giorni sul nostro Paese, le inondazioni che si sono abbattute su Inghilterra e Mar Nero, ma anche gli incendi in Colorado, hanno una matrice comune: tre anticicloni che si trovano attualmente sul Messico, sul deserto del Sahara occidentale, e tra il Pakistan e l’India.
Inondazione nelle Filippine, oltre 650 morti e 808 i dispersi
Sale sempre più il bilancio delle vittime per la tempesta tropicale che si è abbattuta sulle Filippine tra il pomeriggio e la notte di venerdì. Le inondazioni hanno provocato la morte di 653 tra uomini, donne e soprattutto bambini. Secondo le più recenti stime della Croce Rossa sono 808 le persone ancora disperse. I centri più colpiti dal tifone sono quelli del meridione e dell’isola di Mindanao, una delle più povere dell’arcipelago, in cui le città Cagayan de Oro e Lligan hanno registrato il maggior numero di vittime e dispersi.
New York sommersa entro 10 anni, l’allarme dei climatologi
Basterà una normale tempesta per sommergere quasi l’intera Manhattan entro 10 anni. E’ questo il risultato a cui sono giunti i climatologi della Cornell University che hanno appena presentato i risultati del loro studio, durato due anni, che prende in considerazione gli effetti del riscaldamento globale. Per dirla in breve le scene a cui abbiamo assistito la scorsa estate di Times Square deserta a causa dell’uragano che l’ha attraversata, potrebbero diventare molto più comuni.
Riscaldamento globale: 42 milioni di persone “sfrattate” dai cambiamenti climatici
Le inondazioni del Mississippi, la grave siccità in Texas, la stagione dei tornado che sembra non dover finire più. Questi ed altri eventi si sono susseguiti nella prima metà del 2011. Una serie di catastrofi che, se si considerano anche quelle del 2010 come le ondate di calore devastante in Russia, e le inondazioni in Pakistan e Australia, fanno capire che la situazione climatica mondiale è più seria di quanto ce ne rendiamo conto.
Purtroppo però, secondo molti scienziati del clima, questa sarà “la nuova normalità”, e forse dovremmo iniziare a farci una ragione che i mutamenti climatici avranno un impatto devastante sulla società umana. Per cominciare, le condizioni meteorologiche estreme hanno portato 42 milioni di persone a fuggire dalle loro case nel 2010, una situazione in costante peggioramento visto che sono circa il doppio rispetto al 2009. La valutazione è dell’Internal Displacement Monitoring Centre.
Inondazioni Mississippi negli Stati Uniti: allerta per centrali nucleari e dighe
Dopo le tempeste e i tornado delle scorse settimane, non c’è tregua per il Sud degli States. Il Mississippi, fiume più lungo degli Stati Uniti, a causa delle forti piogge dei giorni scorsi, ha raggiunto livelli record, esondando in diversi punti ed allagando numerose abitazioni nel Centro-Sud degli USA, in particolare nell’area di Memphis, nel Tennessee.
I livelli attuali raggiunti dalle acque sfiorano quelli registrati nel corso delle due grandi esondazioni del corso fluviale, datate rispettivamente 1927 e 1937. E sono destinati a crescere ulteriormente per tutto il mese di maggio, avvertono gli esperti.
Centinaia di persone sono state costrette ad evacuare e le previsioni per i prossimi giorni non sono affatto confortanti: avvisano di prepararsi al peggio soprattutto in Mississippi ed in Louisiana, nelle aree di Baton Rouge e di New Orleans.
Sir Gordon Conway: “I cambiamenti climatici devasteranno l’Africa”
Uno degli scienziati più influenti del mondo, professor Sir Gordon Conway, professore di sviluppo internazionale presso l’Imperial College di Londra, ha avvertito che il cambiamento climatico potrebbe devastare l’Africa, prevedendo un aumento catastrofico della carenza di cibo. Il professore ha affermato in un nuovo documento che il Continente si sta già riscaldando più velocemente rispetto alla media globale e che la popolazione residente può aspettarsi una più intensa siccità, inondazioni e mareggiate.
Ci sarà meno acqua potabile, le malattie come la malaria si diffonderanno maggiormente e i più poveri saranno colpiti più duramente, mentre i terreni agricoli saranno danneggiati entro il prossimo secolo. Spiega Conway che:
C’è già la prova che l’Africa si sta riscaldando più velocemente rispetto alla media mondiale, con temperature più calde e meno giorni di freddo estremo. L’Africa è probabile che diventi 4°C più calda nei prossimi 100 anni, e [sarà] molto secca.
Conway prevede che la fame nel continente potrebbe aumentare drammaticamente nel breve termine, come la siccità e l’aumento della desertificazione, e il cambiamento climatico che colpisce gli approvvigionamenti di acqua.
La fame nel mondo continua ad aumentare, le nuove cause sono siccità, crisi economica e inondazioni
Nel 2009, la popolazione di persone malnutrita si calcola sia superiore ad un miliardo per la prima volta in base alle nuove stime pubblicate dalla FAO. È difficile immaginare 1 miliardo di persone, e per questo si tende a sottovalutare tale dato. Il più recente aumento registrato dalla FAO non è la conseguenza della scarsa raccolta di cibo a livello mondiale, ma è dovuto in larga parte alla crisi economica mondiale che ha portato ad abbassare ulteriormente il reddito delle famiglie e ad incrementare la disoccupazione.
Il secondo problema che riguarda la sicurezza alimentare è la desertificazione, le inondazioni, l’adattamento delle comunità alla tecnologia moderna, la stagionalità delle colture alimentari e le corrispondenti scarsità dei raccolti. Ma c’entra anche la qualità dell’alimentazione, che vede un incremento di mancanza di ferro, con conseguente anemia, e tabù che inibiscono le persone a mangiare cibi che sono ancora disponibili (ad esempio le mucche in India).
Il riscaldamento globale comincia già a colpire l’America
Estreme condizioni meteorologiche, siccità, forti piogge e alte temperature sono sempre più comuni in molte parti degli Stati Uniti. Secondo i ricercatori, questo è dovuto all’attività umana che porta ai cambiamenti climatici. Questi ed altri cambiamenti continueranno probabilmente ad aumentare di intensità in futuro. Per la regione sud-ovest degli Stati Uniti, che comprende la California, il rapporto prevede un clima più caldo e più secco con effetti significativi sull’ambiente, l’agricoltura e la salute.
I ricercatori in rappresentanza di 13 agenzie degli Stati Uniti, le grandi università e gli istituti di ricerca hanno prodotto un grande rapporto intitolato “Global Climate Change Impacts in the United States”. Esso parla di effetti come le variazioni dei modelli di precipitazioni, siccità, incendi, uragani atlantici, e gli effetti sulla produzione di cibo, gli stock ittici e sugli animali selvatici, l’energia, agricoltura, approvvigionamento idrico, e comunità costiere.
La relazione dipinge uno minacciosa immagine dei potenziali impatti, a cui però c’è ancora tempo per trovare rimedio. Questo può essere fatto attraverso un equilibrato mix di attività volte a ridurre le emissioni di gas-serra e di adattamento.
La fuliggine responsabile di danni alla salute e dei mutamenti climatici
Trovata la causa delle basse temperature della primavera, si chiama “La Niña”

7 aprile: un primo passo verso la soluzione del riscaldamento globale
Il 7 aprile prossimo, in tutto il mondo si terrà la giornata mondiale della Sanità, che avrà come tema “proteggere la salute dal cambiamento climatico“.
Il problema, sollevato dall’Onu e dall’Organizzazione mondiale della Sanità, si incentra sul fatto che le morti dovute al riscaldamento globale e all’inquinamento non riguardano più soltanto gli orsi polari, i pinguini o alcune specie di piante rare, ma comincia a coinvolgere anche l’uomo. Secondo le loro stime dall’agosto del 2003 ci sono state ben 44.000 morti dovuti alle ondate di caldo, e le nuove concentrazioni di popolazione in macro-zone hanno aumentato il diffondersi di malattie come la malaria. Ma anche le inondazioni (e non soltanto quelle dello Tsunami), siccità e tornado sono causati dai cambiamenti del clima, e anch’essi sono stati responsabili di decine di migliaia di vittime.