Nucleare, incidente in un laboratorio in Giappone, 30 persone contaminate

nucleare giapponeNucleare, un incidente in un laboratorio in Giappone ha causato la contaminazione di 30 persone. Lo stato di salute dei contaminati è buono, nessuno è in pericolo. La notizia è stata diffusa dalla Jaea, l’Agenzia nipponica per l’energia nucleare, con un certo ritardo rispetto agli eventi, accaduti lo scorso 23 maggio.

nucleare bloccata centrale belgio

Nucleare, bloccata centrale in Belgio per sospetti danni alla struttura

nucleare bloccata centrale belgioLa stagione degli incidenti nucleari sembra essere cominciata. Ogni anno c’è un periodo in cui vari disastri, per fortuna quasi mai gravi, si susseguono in tutto il mondo nelle varie centrali. E così dopo quello di qualche giorno fa in Francia, eccone capitare un altro in Belgio. E’ successo alla centrale di Tihange 2, a 25 chilometri da Liegi, una delle principali città del Belgio. La centrale era spenta proprio per un controllo, e durante le ispezioni sono state trovate tracce di crepe all’interno del reattore nucleare.

Un bunker che è la fine del mondo

Quante volte ci siamo ritrovati a sorridere delle mille e una profezie che dichiaravano più o meno imminente la fine del mondo? Dai segnali intesi da qualcuno come premonitori degli uccelli che cadevano dal cielo, qualche mese fa, a previsioni alquanto improbabili di terremoti così devastanti da cancellare Roma. Il mondo, ad ogni modo, resta in piedi, e la nostra esistenza, per quanto provata da disastri, alluvioni, tsunami ma anche da tutte le sciagure ambientali che ci autoinfliggiamo, non sembra nemmeno in discussione visto il tasso di crescita della popolazione mondiale, al quale, ahinoi, non corrisponde però un miglioramento della qualità della vita. Ad ogni modo, per chi teme disastri da fine del mondo, c’è chi ha pensato di creare dei bunker, a prova di ogni profezia (o quasi).

Nucleare: 3 incidenti a centrali britanniche nascosti al mondo

La Gran Bretagna ha rischiato di avere la sua Fukushima, ed i suoi cittadini non ne hanno saputo nulla. Secondo un rapporto riservato spuntato fuori solo oggi, in seguito al disastro nucleare giapponese, pare che sull’isola di sua maestà negli ultimi tre mesi ci siano stati altrettanti incidenti a diverse centrali, i quali sono stati accuratamente insabbiati dai responsabili politici per evitare un’insurrezione anti-nucleare simile a quella accaduta in Germania che ha costretto il Governo ad avviare un piano per l’uscita dall’atomo.

In particolare il primo dei tre incidenti sarebbe avvenuto a febbraio nella città di Sellafield, ad un centinaio di chilometri da Liverpool, in cui si è avuta una perdita di liquido radioattivo con un livello di plutonio, che sarebbe potuto entrare in contatto con le persone, di 5 volte superiore al normale. Per fortuna i lavoratori se ne sono accorti in tempo, prima che fuoriuscisse dalla centrale e finisse con il contaminare l’ambiente.

Centrale nucleare di Garigliano, nani sulle spalle di nani nel ritorno all’atomo all’italiana

La Campania è una delle poche Regioni che ha dimostrato una certa apertura al nucleare in Italia e noi, cari amici, volevamo vedere cosa aveva da insegnare da proporsi con tanta veemenza. E vediamolo questo know-how campano sul nucleare. L’amministrazione regionale è pronta ad ospitare sul suo territorio nuove centrali quando non ha ancora finito di fare i conti con della semplice immondizia. Senza menzionare la pesante eredità del passato atomico italiano. A questo proposito parliamo oggi della centrale nucleare di Garigliano, partendo dalla breve ma efficace cronistoria che ne fa il WWF Aversa.

Il reattore ad acqua bollente (BWR) di 160 MegaWatt, scrive l’associazione, era un modello obsoleto già ai tempi della sua realizzazione, iniziata nel 1959 e terminata nel 1964. Gli incidenti, e non vi stupite, iniziarono prima della fine dei lavori, nel 1963. Diciotto gli incidenti di rilievo fino al 1982. Nel novembre del 1980 una fuga radioattiva di Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60 provocò la morte di 25 bufale ed una moria di pesci.

L’incidente della BP può accadere alle centrali nucleari

centrale nucleare inquinante

Per semplificare la questione, la capacità che qualcosa possa andare molto, molto male a causa della cattiva gestione tecnica (o altri problemi di fondo), può accadere a chiunque in qualunque momento. Ora, ci sono sicuramente un gran numero di cose che si potrebbero fare, come leggi più severe, maggiori controlli, o anche l’assunzione di più responsabilità da parte di chi gestisce le attività, ma alla fine si ritorna sempre al problema di fondo: gli incidenti possono capitare.

Successivamente alla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma BP, sono piovute richieste per passare all’energia pulita. Una buona cosa, se non fosse che per molti ciò significa nucleare. Il problema è che se ascoltassimo gli appelli per l’espansione del nucleare per ridurre il ricorso al petrolio, potremmo metterci in una situazione ben peggiore. Aumentando il numero delle centrali nucleari, per un semplice calcolo matematico, aumenta anche il rischio di incidenti. E cosa accadrebbe se un disastro come quello della BP accadesse in una centrale nucleare?

Altro incidente nucleare, stavolta in Gran Bretagna

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Gli incidenti nucleari, nonostante i tanti proclami di sicurezza fatti dai Governi di tutto il mondo, continuano a susseguirsi nel silenzio più assoluto. Solo oggi, a distanza di due anni, si viene a sapere che nel 2007 si è sventato per miracolo un disastro nucleare non un lontano Paese ex sovietico, ma nella vicinissima Gran Bretagna, a Suffolk, vicino Ipswich.

A raccontarlo è John Large, ex dipendente della centrale, il quale un giorno aveva deciso di fare il bucato durante il turno di lavoro (era a disposizione dei dipendenti una lavanderia automatica), e scendendo nella stanza adibita a questo servizio, ha notato che qualcosa non andava: c’era una perdita di materiale radioattivo.

Il nucleare per porre fine al riscaldamento globale, la favoletta di McCain

E’ opinione diffusa, da quest’anno ahimè anche in Italia, che l’energia nucleare rappresenti la panacea di tutti i mali. Forse che tutti coloro che si oppongono alla costruzione di impianti anche in Italia siano in realtà dei semplici nemici dell’ecologia, oppositori fini a sè stessi che non desiderano il bene del pianeta.

In realtà, l’energia nucleare ha dei costi di realizzazione e di gestione ingenti, di molto superiori a quelli del solare, dell’eolico e delle altre rinnovabili, nonchè un grosso peso nella gestione delle ingenti misure di sicurezza necessarie per evitare tragici incidenti e nello smaltimento delle scorie radioattive.  E non lo dico io, ma personalità di un certo calibro scientifico come il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia. Inoltre, bisogna operare una necessaria distinzione tra il nucleare di ultima generazione e gli impianti dell’era della pietra che si trovano in molti Paesi e che sono a dir poco obsoleti e fonti di frequenti perdite radioattive.