Abbiamo visto spesso le immagini in tv di Chernobyl, la città fantasma in cui esplose una centrale nucleare nel 1986 e da allora è diventata inabitabile. Speravamo di non vedere più altre immagini al di fuori di quella, ma l’illusione è durata poco. Fukushima oggi è molto simile a quella Chernobyl. Un reportage del Guardian ci porta in un’area da fine del mondo dove sembra di essere sul set di un film catastrofico piuttosto che nel tecnologico ed affollatissimo Giappone.
incidente nucleare
Incidente nucleare in America, perdite radioattive in centrale vecchia di 70 anni
Ennesimo incidente in un impianto nucleare ieri in America. Questa volta è toccato alla centrale di Hanford, nello Stato di Washington. In serata infatti si è diffuso l’allarme secondo cui un serbatoio stava rilasciando nell’ambiente sostanze radioattive. Non appena le autorità sono andate ad indagare però, hanno subito notato che la situazione era molto più seria: le cisterne che perdevano il materiale erano addirittura sei!
Nucleare, Corea del Sud vuole 11 nuove centrali, nonostante gli scandali
Il popolo coreano non vuole più il nucleare, il Governo sì. Indovinate un po’ chi avrà la meglio? Sono allo studio al momento 11 nuovi reattori che serviranno a garantire alla Corea del Sud una buona percentuale di autonomia energetica, nonostante negli ultimi tempi ne stiano succedendo di tutti i colori. Nell’arco di due anni infatti la popolazione locale ha letteralmente dimezzato la propria fiducia nel nucleare (è passata dal 70% di consensi del 2010 al 34,8% di oggi), ma nonostante ciò il Governo va avanti.
Fukushima, la Tepco fa lacrime di coccodrillo
A Fukushima potevamo evitare il disastro. Ad un anno e mezzo dal più devastante incidente nucleare della storia, la società responsabile della sicurezza della centrale nucleare giapponese fa il mea culpa. Un passo indietro che sa tanto di lacrime di coccodrillo visto che tutti sin dal primo momento le hanno addebitato la responsabilità dell’incidente, e dopo oltre un anno di scarica barile, finalmente se ne prende la colpa.
Nucleare, riattivata la prima centrale, ma si rischia già l’incidente
Ormai nucleare sembra sinonimo di incidente. Guardacaso alla prima attivazione di un reattore dopo la chiusura di tutte le centrali post-Fukushima, si è rischiato un nuovo disastro. Tutto è iniziato qualche settimana fa quando, come vi abbiamo raccontato, è stata autorizzata la riapertura della centrale di Oi, ed in particolare il riavvio dei reattori 3 e 4. E’ accaduto così che nei giorni scorsi, durante le normali procedure per il riavvio del reattore tre, il sistema di raffreddamento della piscina del combustibile abbia cominciato ad accendere diversi allarmi.
Nucleare, un incidente catastrofico ogni 10-20 anni è la regola
Se si pronunciano le parole “incidente nucleare” il primo episodio che ci viene in mente è quello di Chernobyl, anno 1986. Il secondo episodio che ci viene in mente è Fukushima, anno 2011. Venticinque tra uno e l’altro. Due eccezioni? No, la regola, almeno secondo i ricercatori del Max Planck Institute, in Germania, che hanno calcolato come le probabilità che incidenti nucleari di una certa rilevanza possano accadere sono talmente elevate che non ci sarebbe da meravigliarsi se ne capita uno ogni 10-20 anni.
Nucleare, incidente in centrale a 400 km da Milano
Fortuna che gli svizzeri sono efficienti e, senza farsi prendere dal panico hanno subito disinnescato il pericolo, altrimenti adesso chissà cosa vi staremo raccontando. La vicenda risale a venerdì scorso, ma soltanto oggi che il pericolo è scampato si viene a sapere. Si è trattato di un guasto al reattore 2 della centrale di Beznau, a Dottingen, nord della Svizzera, a poco più di 400 km da Milano (ricordiamo che dopo l’incidente di Fukushima è diventata invivibile un’area nel raggio di 300 km dalla centrale).
Fukushima: a rischio una nuova fissione
Credevamo di esserci liberati dell’incubo Fukushima, a quasi 8 mesi dal disastro che ha fatto diventare un’intera regione un deserto, ed invece ecco spuntare un nuovo problema: il reattore 2 ha mostrato segni di fissione. Cosa significa? Che se non si interviene subito potrebbe esserci un’esplosione.
Incidente nucleare in Francia, “Nessun pericolo per la popolazione”
E’ rientrato l‘allarme per l’esplosione di una fornace nell’impianto di trattamento delle scorie nucleari di Marcoule, nella Francia meridionale. Dopo cinque ore di allerta, la morte di un uomo e il ferimento di quattro persone, l’incendio è stato domato dai vigili del fuoco. Rassicura l’Autorità per la sicurezza nucleare francese
L’incidente non richiede interventi di protezione per la popolazione.
Esplosione in un impianto nucleare in Francia
Si è verificata un’esplosione in un impianto nucleare in Francia. Riporta la notizia il Guardian citando come fonti le autorità locali e l’Autorità per la Sicurezza Nucleare francese. Si tratta dell’impianto di Marcoule, localizzato nella regione meridionale del Paese, l’area della Languedoc-Roussillon, vicino al Mar Mediterraneo.
Fukushima, nuove scioccanti rivelazioni sulla Tepco: gli operai usa e getta
Fukushima fu teatro di una crisi nucleare di gran lunga precedente a quella verificatasi l’undici marzo scorso, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che ha travolto il Giappone, mandando in avaria i sistemi di raffreddamento della centrale. Correva l’anno 1997 quando il reattore numero tre della centrale nipponica gestita dalla Tepco necessitò di un pronto intervento a causa di alcune crepe nell’involucro di acciaio che circonda il nucleo radioattivo. Un difetto a dir poco pericoloso. La società, per scongiurare il rischio di danni maggiori, ricorse all’assunzione di operai stranieri e vedremo più avanti perché. A rivelarlo alla Reuters è Kazunori Fujii, tra coloro che parteciparono all’epoca alla gestione dell’emergenza.
Incidente nucleare in Egitto, probabile fuga di acqua radioattiva dalla centrale di Anshas
L’Egitto, al centro dell’attenzione mondiale nei mesi scorsi per la rivolta contro Mubarak, una delle scintille della cosiddetta primavera araba, che ha portato alla caduta del Governo egiziano, torna a far parlare di sé per ben altre vicende, legate all’atomo.
Ieri si è infatti appreso, ma le fonti non sono ben chiare, di un incidente nucleare: un’esplosione avvenuta in un impianto piccolo quale è quello di Anshas, a Nord de Il Cairo, nella regione del Delta del Nilo, che potrebbe aver provocato una fuga di acqua radioattiva. Per la precisione si parlerebbe di dieci metri cubi di materiale contaminato ma finora non arrivano conferme.
Sulla base di quelli che sono i criteri in merito stabiliti dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, l’incidente, spiega la fonte, sarebbe classificato come di terzo livello. Il condizionale è d’obbligo: le informazioni, come purtroppo avviene quasi sempre quando si tratta di problemi a reattori nucleari, sono scarse e permeano poco nella spessa cortina eretta dalle autorità per evitare allarmismi e panico tra la popolazione e nei Paesi confinanti.
Centrale di Fukushima, fumo nero dal reattore 3
Ultime notizie dal Giappone. Dopo che la situazione sembrava essersi stabilizzata a seguito del ripristino dell’elettricità in tutti e sei i reattori della centrale di Fukushima, avvenuto nei giorni scorsi, oggi una colonna di fumo nero sollevatasi dal reattore 3 ha riacceso con più evidenza la crisi.
La Tepco, società che gestisce l’impianto, ha fatto sapere che i tecnici, a lavoro per ripristinare il sistema di raffreddamento, sono stati evacuati dalla sala di controllo del reattore. Quello che sconcerta maggiormente è che l’azienda nucleare non è a conoscenza della causa di questo ennesimo incidente.
Chernobyl, suolo svedese ancora contaminato
Quando il reattore della centrale nucleare di Chernobyl esplose nel 1986 in quella che era allora la repubblica sovietica dell’Ucraina, elementi radioattivi furono liberati in aria e dispersi oltre l’Unione sovietica, in altre aree dell’Europa orientale e addirittura in alcune zone del Nord America.
A distanza di più di vent’anni da quei tragici eventi, un team di ricercatori della Case Western Reserve University, ha ripercorso il territorio contaminato della Svezia e della Polonia, per studiare la migrazione attraverso il suolo, verso le profondità della terra dei radionuclidi scaturiti dall’incidente di Chernobyl.
Tra i risultati dello studio, uno particolarmente allarmante è costituito dal fatto che nel suolo svedese è stata trovata un’ingente quantità di plutonio ad una profondità che corrispondeva con l’esplosione nucleare, diversamente da quanto registrato in Polonia.
I radionuclidi si trovano nel suolo sia a causa di processi naturali sia come conseguenza di esperimenti o incidenti nucleari.