Germania: ideato metodo per allarmare la popolazione in caso di catastrofe naturale

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In passato, alcune sirene cittadine erano state installate in Germania per avvertire la popolazione delle alluvioni, dei grandi incendi o degli incidenti chimici. Oggi, tuttavia, non esiste più un tale sistema di allarme, in quanto la maggior parte delle sirene sono state smantellate dopo la fine della guerra fredda. I ricercatori del Fraunhofer Institute per l’analisi delle tendenze tecnologiche INT di Euskirchen desiderano che la popolazione fosse messa in guardia dai clacson delle auto.

Nella città di Batman, Gotham City, un gigantesco proiettore proietta il Bat-segnale in cielo, in caso di catastrofe per lanciare l’allarme alla popolazione ed avvisare che arriva il supereroe. In Germania, una fitta rete di sirene potrebbe essere utilizzata per le nuove catastrofi del ventunesimo secolo in maniera molto simile. Nel mese di gennaio, i ricercatori dell’INT hanno richiesto un brevetto per una tecnologia che permette ai clacson delle auto parcheggiate di essere attivati in caso di catastrofe. La tecnologia si basa sul sistema di emergenza eCall, che sarà presente sulle nuove auto a partire dal settembre 2010.

Può l’energia pulita scatenare una nuova Guerra Fredda?

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La maggior parte degli occidentali pensa che l’indipendenza energetica sia un obiettivo importante. La nostra dipendenza dal petrolio estero, ma anche dal gas e dal nucleare, costano troppo. Per non parlare dei danni a livello ambientale che questi combustibili provocano. Quindi, la generazione di energia rinnovabile potrebbe essere sufficiente a sostenere l’intero mondo Occidentale ed il clima? Alcune agenzia di difesa, soprattutto americane, non la pensano così ma, al contrario, sostengono che il raggiungimento dell’indipendenza energetica potrebbe inavvertitamente avviare una strategia globale di Guerra Fredda.

La tesi dovrebbe essere più o meno questa: diventando isolazionisti e rinunciando all’energia “sporca”,questo potrebbe provocare un’altra guerra fredda che incoraggerebbe uno scenario in cui la Cina e la Russia si impadronirebbero di quelle risorse di cui l’Occidente non ha più bisogno per tenere sotto scacco quelle nazioni ancora arretrate che dipendono da esse. La loro politica energetica espansionista lascerebbe le altre nazioni in balìa dei loro capricci, facendoli diventare sempre più potenti, fino a ritornare una maggiore minaccia per i Paesi filo-americani. Secondo il dipartimento della Difesa americano l’isolazionismo energetico non è un’opzione realistica.

Energia solare è il futuro dell’Italia, parola di Carlo Rubbia

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petrolio nè carbone. L’energia del futuro sarà il sole. La frase non è di un attivista qualunque, ma di Carlo Rubbia, premio nobel per la fisica, intervistato da Repubblica.
Da alcuni mesi lo scienziato italiano è stato incaricato direttamente dal Ministro per l’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio di formare una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti rinnovabili “con particolare riferimento – come si legge nel decreto del ministro – al solare termodinamico a concentrazione”.

E subito Rubbia si è messo al lavoro e ha già fornito i primi risultati. Secondo i dati dell’Energy Watch Group, istituito da un gruppo di parlamentari tedeschi con la partecipazione di scienziati ed economisti, il confronto tra i dati forniti dal ministero riguardo il prezzo del petrolio e sulla produzione di energia a livello mondiale sono ben diversi da quelli elaborati dalla IEA, l’Agenzia internazionale per l’energia. La differenza sostanziale sta tra le previsioni e i dati effettivi.