Lavorare nella green economy: ecco come e dove

Fino a qualche anno fa quando i giovani cercavano lavoro mandavano il curriculum alle banche, oppure cercavano occupazione nelle fabbriche. Ma il posto fisso presso gli istituti di credito è oramai sempre più una chimera, così come le opportunità e le occasioni di lavoro presso l’industria manifatturiera, che in Italia è ancora in convalescenza a causa della crisi finanziaria ed economica, sono sempre più scarse e rade.

E così si fanno strada e largo le professioni “verdi”, quelle legate alla green economy che possono fungere da vero e proprio volano per la nostra economia e per una crescita sostenibile a 360 gradi. Ma quali sono in Italia le zone, le Regioni più “green”, ovverosia dove c’è più “lavoro verde”? Ebbene, a fornirci in merito la risposta c’ha pensato il portale specializzato InfoJobs.it che ha annunciato l’apertura di un nuovo canale tematico proprio per le “carriere green“.

Green Job: un lavoro da uomini

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Se pensiamo al lavoro del futuro, chi è minimamente informato sulle novità degli ultimi tempi potrebbe pensare immediatamente ad un “lavoro ecologico“, meglio conosciuto negli Stati Uniti, dove è stato inventato, come “green job“. Dopo tutti questi anni e tanti progressi , anche in un settore dedicato alla realizzazione del nobile obiettivo di un’economia senza emissioni, sembra però che alcuni pregiudizi siano ancora presenti nella società, non solo italiana.

Ad esempio sembra che, come per il lavoro “classico”, ci sia anche qui una spiacevole verità: le donne, soprattutto quelle appartenenti alle minoranze, sono sempre in gran parte lasciate fuori dal mercato del lavoro verde.

Greenjob, aperte le iscrizioni al corso di formazione Manager energia del vento

manager-vento-green-job-anevLa crisi dilaga in molti settori dell’economia, ma non sembra conoscere battute d’arresto il neo-arrivato nel campo delle opportunità lavorative: il settore dei greenjobs. In rapida ascesa dovuta in gran parte alle sempre più diffuse preoccupazioni intorno al cambiamento climatico e ad una maggiore attenzione di capitali e investimenti pubblici e privati nelle energie rinnovabili.
Mancano a tutt’oggi figure professionali adeguate a supportare la crescente richiesta di un mercato in espansione.
A questo proposito l’Anev (Associazione nazionale energia del vento), in collaborazione con l’Uil, apre le iscrizioni al  corso di formazione sull’energia eolica, di cui vi avevamo già  accennato  qualche mese fa. Ma è solo dal primo settembre scorso che è diventato accessibile on-line il modulo di partecipazione  alla quattro giorni di formazione (28 settembre/1 ottobre 2009) che si svolgerà a Roma, presso la Fiera Eolica Expo.

La prima città carbon positive è Baoding in Cina

baoding città carbon positiveUna città carbon positive, Baoding, la prima, l’unica, si spera non l’ultima, sorge in Cina, il Paese che con gli Stati Uniti produce il più alto tasso di emissioni di CO2. Eppure è proprio da Oriente che inizia a soffiare un vento green per quanto riguarda la riduzione di anidride carbonica nelle città. Ma cosa significa carbon positive e come è riuscita l’amministrazione di Baoding a raggiungere questo ammirevole risultato?

Carbon positive sembra quasi un’espressione miracolo nel nostro inquinatissimo vocabolario. Di positive c’è che questa città non solo chiude in pareggio nel rapporto emissioni prodotte/emissioni assorbite, ma assorbe CO2 in più sottraendola dall’atmosfera e contribuendo a diminuire l’inquinamento, il riscaldamento globale, l’effetto serra.