Tra le tante classifiche che si effettuano nei vari campi dello scibile umano, non ci si era mai occupati di stabilire quale fosse, tra le grandi economie mondiali in relazione ai propri sforzi e non in base a termini assoluti, chi si fosse dato da fare più di tutti in quanto a comportamenti green. Sarà che ci sono le Olimpiadi e che Londra vuol farle diventare le più ecologiche della storia, ma a quanto pare da una ricerca effettuata dall’American Council for an Energy-Efficient Economy la Gran Bretagna risulta il Paese più efficiente. Ci sono buone notizie però per l’Italia: nonostante la poca attenzione dei nostri Governi siamo al terzo posto.
Gran Bretagna
Nucleare, la Gran Bretagna prolunga la vita delle centrali
Le tante proteste seguite al dopo-Fukushima avevano portato in un primo momento la Gran Bretagna a ripensare alla propria politica nucleare. Una volta che si sono calmate le acque però, ecco che sono state annunciate 10 nuove centrali. Di nuovo la gente è scesa in piazza per protestare, ma per calmare gli animi i responsabili della politica energetica avevano affermato che queste centrali servivano per rimpiazzare le centrali vecchie che non erano molto sicure. Entro 10 anni le vecchie centrali dovevano chiudere, ma ecco che nei giorni scorsi, quasi di nascosto, il Governo ha deciso di prolungare la loro vita utile.
Nucleare, la Gran Bretagna annuncia altre 10 centrali
La Germania e la Svizzera hanno avviato un processo di uscita dal nucleare, il Giappone pochi giorni fa ha spento la sua ultima centrale. Ma se si sperava che il mondo stesse uscendo dalla forma energetica più pericolosa, è il caso di ricredersi. La Gran Bretagna, che oggi ha poche ma importanti centrali nucleari, ha annunciato che nei prossimi anni ne verranno costruite altre 10. Anche contro il volere della popolazione che poche settimane fa aveva protestato per chiedere di non costruirne più e chiudere quelle che già ci sono.
Turbine eoliche galleggianti, il futuro dell’energia in Gran Bretagna
Come ribadito spesso su queste pagine, la Gran Bretagna sta puntando molto sulle rinnovabili, e la principale fonte di cui dispone è il vento. Ora una collaborazione tra i britannici e gli Stati Uniti potrebbe permettere ai due Paesi di avere a disposizione un nuovo modello di turbina eolica, quella galleggiante. In realtà non è una novità, se ne parla già da tempo, ma ora questa collaborazione servirà per crearne alcune in grado di abbattere i costi.
Nucleare, i britannici si oppongono alle nuove centrali
La Gran Bretagna rientra tra quei Paesi che cocciutamente non hanno detto di no al nucleare, ma che hanno preferito fare abbassare la tensione dopo Fukushima per poi continuare con i propri progetti quando le acque sono più calme. Ma i britannici non sono stupidi, ed alla prima occasione eccoli lì a protestare. L’occasione è la prima centrale nucleare costruita dal 1995 che dovrebbe sorgere a Bridgwater, non lontano da Bristol, i cui lavori sono stati bloccati sul nascere da un’imponente protesta.
Nucleare, per farlo ritornare di moda in Gran Bretagna falsificano i rapporti parlamentari
La Gran Bretagna è uno di quei Paesi che non ha detto di no al nucleare nemmeno dopo l’incidente di Fukushima, ma ha deciso gradualmente di utilizzarlo sempre meno per arrivare tra una cinquantina d’anni a sfruttarlo soltanto in minima parte. Evidentemente questo non piace a molte lobby britanniche che non sono d’accordo con il Primo Ministro Cameron che preferisce investire nelle rinnovabili piuttosto che sul vecchio e pericoloso atomo.
Ecologia, Incredible Edible un orto cittadino per tutti
Incredible Edible è un progetto nato qualche anno fa in un caffé di Todmorden, una cittadina inglese di circa 15.000 abitanti situata nella Pennine Valley, tra le contea dello Yorkshire e il Lancashire. Sembra davvero una storia incredibile ma…in questo paese i cittadini possono coltivare e nutrirsi con prodotti freschi e di stagione, a km zero e ottenuti con agricoltura biologica, facendo “la spesa” nelle aiuole della città.
Solare, costruita mega-centrale in Gran Bretagna in 6 settimane
Quanto ci vuole per costruire una centrale solare di dimensioni considerevoli? In Italia probabilmente degli anni, nel Regno Unito appena 6 settimane. E’ ciò che è appena avvenuto ad una centrale da 5 MW che, se combinata con altri impianti ad energia solare ed eolica vicini appartenenti alla Toyota da 4.1 MW, e ad una vecchia miniera britannica convertita in impianto solare da 1.4MW, fa superare i dieci megawatt tutti prodotti nell’arco di pochi chilometri.
Emissioni: Gran Bretagna impone taglio del 50% entro il 2025
Per mesi si è dibattuto in Europa se porre il limite al taglio delle emissioni di gas serra al 20 o al 30% entro il 2020, con l’obiettivo di portarlo dal 50 all’80% entro il 2050. L’Italia è sempre stata tra i Paesi che cercavano di tirare verso il basso la valutazione, considerando troppo già il 20%, ma visto ciò che ha intenzione di fare la Gran Bretagna, tutte le nazioni dovrebbero impallidire.
L’idea è del Primo Ministro David Cameron che ha deciso di dimezzare le emissioni del suo Paese entro il 2025. Si tratterebbe così del progetto più ambizioso del mondo e che fa sembrare i nostri governanti piccoli piccoli. Il periodo di riferimento del taglio è il 1990, considerato anno cruciale in tutte le misurazioni, e su cui si basa anche il calcolo dell’Ue sul taglio auto-imposto e che, almeno per come stanno attualmente le cose, obbliga ogni Paese a raggiungere un -20% di emissioni entro il 2020, lasciando la possibilità di migliorare ulteriormente tale obiettivo su base volontaria.
Nucleare: 3 incidenti a centrali britanniche nascosti al mondo
La Gran Bretagna ha rischiato di avere la sua Fukushima, ed i suoi cittadini non ne hanno saputo nulla. Secondo un rapporto riservato spuntato fuori solo oggi, in seguito al disastro nucleare giapponese, pare che sull’isola di sua maestà negli ultimi tre mesi ci siano stati altrettanti incidenti a diverse centrali, i quali sono stati accuratamente insabbiati dai responsabili politici per evitare un’insurrezione anti-nucleare simile a quella accaduta in Germania che ha costretto il Governo ad avviare un piano per l’uscita dall’atomo.
In particolare il primo dei tre incidenti sarebbe avvenuto a febbraio nella città di Sellafield, ad un centinaio di chilometri da Liverpool, in cui si è avuta una perdita di liquido radioattivo con un livello di plutonio, che sarebbe potuto entrare in contatto con le persone, di 5 volte superiore al normale. Per fortuna i lavoratori se ne sono accorti in tempo, prima che fuoriuscisse dalla centrale e finisse con il contaminare l’ambiente.
Esplosione centrali nucleari in Giappone, le reazioni dell’Europa
Dopo la seconda esplosione in una centrale nucleare giapponese, a seguito del terribile terremoto di pochi giorni fa, decine di migliaia di persone hanno preso parte ad una manifestazione anti-nucleare nella Germania meridionale. La manifestazione era stata programmata da tempo, ma dopo la notizia dell’emergenza nucleare giapponese, gli organizzatori sono stati travolti da una folla di circa 50.000 persone, molte di più di quelle che speravano potessero arrivare al momento dell’organizzazione.
I manifestanti, che si sono disposti in una catena di 45 km intorno alla centrale elettrica di Neckarwestheim (Stoccarda), chiedevano che il Governo tedesco prendesse le distanze dal nucleare. Il Cancelliere Angela Merkel, che ha esteso la durata della vita delle centrali nucleari in Germania, ha convocato i ministri per una riunione d’emergenza.
Foreste britanniche, non sono in vendita
Il governo della Gran Bretagna ha ribadito il suo NO alla vendita delle foreste. Salvi quindi i boschi inglesi, e la foresta di Sherwood che nell’immaginario collettivo, li rappresenta. Le
Foreste britanniche in vendita
Il Governo del Regno Unito ha deciso di far fronte alla crisi economica non solo approvando il solito piano di austerità che tutti i Paesi stanno affrontando, ma anche con un modo nuovo per far cassa: vendere (o forse sarebbe meglio dire svendere) le foreste demaniali.
La notizia è stata accolta con disperazione non solo dagli ambientalisti, ma anche da milioni di britannici abituati all’idea che tutto quel verde appartenesse alla Regina. Star dello spettacolo del calibro di Judi Dench, Annie Lennox, Hugh Fearnley-Whittingstall e Vivienne Westwood hanno avviato una vera e propria campagna di protesta contro il Governo che in questo modo permetterà ai privati di tagliare ettari ed ettari di foreste che fino a ieri erano pubbliche ed intoccabili.
Carta da regalo natalizia, ecco dove va a finire
In questi giorni abbiamo scartato molti regali di Natale, e altri ci attendono dagli amici ritardatari…ma vi siete mai chiesti dove va a finire tutta quella bella carta da regalo colorata e spesso in plastica, ancora più brillante e anti-piega?
Una ricerca britannica ce lo spiega. La Gran Bretagna è una grande consumatrice di carta da regalo natalizia in plastica, in media ogni abitante utilizza 120 grammi di carta per impacchettare i propri regali, la maggior parte della quale non riciclabile. Difatti solo il 12% della carta da regalo di Natale viene riciclata in modo completo, per il restante 88% finisce in discarica o viene bruciata. Non basta separare la parte in plastica dalla carta perché nella maggior parte dei casi la plastica è costituita da diversi tipi di polimeri che richiedono trattamenti di smaltimento diversi e negli impianti di riciclaggio i tempi per separare i rifiuti sono molto lunghi.
Viene in nostro aiuto la ricerca portata a termine da un gruppo di ingegneri dell’Università di Warwick che è riuscito a brevettare una tecnica in grado di rompere i polimeri della plastica e riportarli allo stato di monomeri, facili da riciclare.