Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea che si è svolto il 23 giugno rappresenta indubbiamente il colpo più duro mai portato al processo di unificazione europea. La situazione di questi giorni è caratterizzata da un inevitabile grado di incertezza legato alle gestione di un evento che non ha precedenti e che di conseguenza andrà gestito su basi in gran parte inedite. Tempi e procedure sono tutti da definire e molto inevitabilmente dipenderà dagli accordi bilaterali che sanciranno l’uscita dei britannici dalla UE. In questo contesto mentre alcuni effetti economici di breve periodo si stanno già manifestando, è molto più difficile fare previsioni sugli effetti che la Brexit avrà su energia ed ambiente, due settori il cui sviluppo negli ultimi decenni è stato coordinato e pilotato proprio dalle decisione assunte a livello comunitario.
Gran Bretagna
Nucleare, l’esperienza drammatica della Gran Bretagna
Nonostante in Italia il nucleare sia una forma energetica morta e sepolta, c’è ancora qualcuno che spera di poterlo reintrodurre. Non i nostri politici che dopo l’ultimo schiacciante referendum non ci provano più, ma qualche presunto scienziato e qualche economista continuano a fornire dati inconsistenti sulla fattibilità dell’energia nucleare. Il motivo per cui queste persone sostengono che sia il caso di continuare ad investire in questo senso è la famosa autosufficienza energetica.
Ecologia, dalla Gran Bretagna una legge contro i pestici per salvare le api
Da diverso tempo gli attivisti di tutta Europa si battono per bandire i pesticidi dall’agricoltura per ridurre la morìa delle api che, attratte dalla colture contenenti neonicotinoidi, trovano la morte. In questi giorni i loro sforzi potrebbero essere prmiati con una legge votata dalla Commissione europea che per 2 anni mette al bando l’uso di pesticidi nell’agricoltura a sostegno delle api.
Nucleare, Gran Bretagna vicinissima al bando definitivo
Dopo l’addio definitivo al nucleare di Germania, Svizzera e Italia, un altro Paese europeo potrebbe presto unirsi al club. Stiamo parlando della Gran Bretagna in cui il progetto della centrale nel Somerset ha scatenato un vero e proprio putiferio. Dopo mesi di proteste e rinvii, non solo il progetto è molto vicino alla cancellazione, ma un’indagine europea potrebbe costringere il Paese all’uscita definitiva dal nucleare.
Foreste britanniche non più in vendita, anzi verranno protette
Ricordate la notizia di un paio di anni fa secondo la quale il Governo britanico decise di vendere una parte delle proprie foreste ai privati? Dopo qualche settimana, dopo le proteste non solo degli ambientalisti, ma proprio dei cittadini stessi, la legge fu bloccata. Oggi, a distanza di due anni, non solo viene cancellata, ma viene completamente ribaltata.
Nucleare, abbandonato progetto nuova centrale in Gran Bretagna
La Gran Bretagna ieri ha percorso un altro passo che l’allontana dal nucleare. Centrica, una delle compagnie energetiche che avrebbe dovuto costruire una centrale in Inghilterra nel Somerset, ha dichiarato abbandonato il progetto. Il motivo chiaramente è solo economico, di certo la sicurezza e l’ambiente passano in secondo piano quando ci sono in ballo progetti da miliardi di euro. E così anche la Centrica si è resa conto che il gioco non valeva la candela.
GB, il trattamento delle scorie nucleari immagazzinate costerà 80 mld di euro
La Gran Bretagna dovrà spendere per il trattamento, la bonifica, la messa in sicurezza delle scorie nucleari e degli impianti di immagazzinamento la ragguardevole cifra di 80 miliardi di euro. Molto di più rispetto al previsto: come riporta il Guardian i lavori di trattamento si sono rivelati più lunghi e costosi di quanto ci si aspettasse.
Il referendum britannico sull’UE si ripercuoterà sul clima
A livello internazionale la bomba che sta per scoppiare in questi giorni parla inglese. Un paio di giorni fa infatti il Premier britannico Cameron ha annunciato un referendum in cui chiederà ai suoi concittadini se hanno intenzione di rimanere nella Comunità Europea. Si tratta di una svolta epocale dato che, a parte le conseguenze economiche e civili che avrà questa decisione, ne avrà di parecchie anche dal punto di vista ambientale. La Gran Bretagna finora si è dovuta attenere alle regole stabilite dall’Unione, ed è stata anche uno dei Paesi che ha risposto meglio. Ma se dopo il referendum si dovesse “staccare”, le conseguenze sarebbero disastrose.
Fracking in Gran Bretagna, per ora resta sospeso
Torniamo a parlare del fenomeno del fracking, stavolta per darvi una buona notizia. Qualche giorno fa vi avevamo riferito di una legge britannica che di fatto sbloccava tutti i cavilli che rendevano il fracking impossibile nel Paese. Appena pochi giorni dopo una corrente del Governo aveva sospeso quest’ordinanza, ed ora è definitivamente bloccata. Con ogni probabilità rimarrà così per sempre. Ma cerchiamo di capire meglio di che si tratta.
Nucleare, rinviata la centrale di nuova generazione
In Gran Bretagna sono convinti che non si costruirà mai, ed un passo ufficiale verso questa tesi è stato effettuato nei giorni scorsi. La EDF, il colosso francese del nucleare, ha infatti rinviato ad aprile 2013 la decisione (che si sarebbe dovuta prendere entro la fine di quest’anno) sulla famosa quanto problematica centrale di Hinkley Point nel Somerset. Ci siamo già occupati di questa vicenda in passato, parlando delle proteste della popolazione che non la voleva. Ora ha ottenuto una prima vittoria.
Chalara Fraxinea, il fungo dei frassini flagella la Gran Bretagna
La situazione in Gran Bretagna si fa sempre più grave in relazione alla Chalara Fraxinea, il fungo dei frassini che continua a devastare gli alberi europei. Dopo Polonia, Danimarca e Francia è la Gran Bretagna ora a dover fronteggiare d’urgenza l’agente patogeno. Ma riuscire a contenere le morie di frassini non è per niente facile, e si rischiano danni di portata incredibile.
Emissioni, nel 2011 in Gran Bretagna il maggior taglio, Italia così così
Continua la corsa verso gli obiettivi ambientali per il 2020. Nonostante alcuni Paesi abbiano deciso di fare complessivamente meglio di altri, una di quelle nazioni che resta sempre in disparte quando si parla di questi temi ha fatto meglio di tutte. Stiamo parlando della Gran Bretagna che nello scorso anno ha fatto registrare un taglio maggiore della CO2 di tutti gli altri Paesi europei.
Nucleare, Gran Bretagna divisa tra abbandono o prosecuzione del programma
A giorni è attesa una decisione storica per la Gran Bretagna. Da decenni non viene costruita una centrale nucleare nell’isola, e di qui a breve qualcosa potrebbe cambiare. La EDF, la più famosa compagnia energetica al mondo che si basa sul nucleare, dopo l’addio all’atomo della Germania ha riposto tutte le sue speranze nel Regno Unito. Sta facendo pressione per ottenere tutte le autorizzazioni alla costruzione di una centrale, e così se queste arrivassero determinerebbero una politica di continuità sul nucleare, ma se fossero negate potrebbe trattarsi del primo passo verso l’uscita.
Greenpeace blocca 74 stazioni di rifornimento Shell
In Gran Bretagna la Shell ha trascorso un brutto fine settimana qualche giorno fa. Settantaquattro sue stazioni di rifornimento sono state letteralmente assaltate dagli attivisti di Greenpeace che le hanno chiuse con la forza. La causa scatenante della protesta, in perfetto stile Greenpeace, è che la compagnia petrolifera sta facendo di tutto per trivellare il Mare Artico, uno degli ecosistemi più delicati al mondo.