Giappone senza energia nucleare (temporaneamente)

Vivere senza il nucleare si può, anche se sei una nazione fortemente dipendente da questa fonte energetica. La dimostrazione è il Giappone che ancora non è uscito dal tunnel di Fukushima e che sta ora effettuando gli stress test su tutte le centrali nucleari del Paese. In questo momento in cui scriviamo, su 54 reattori in tutto il territorio nazionale, ne sono attivi appena 2, ed entro un paio di mesi anche quei due verranno spenti.

Il Giappone ricorda Hiroshima e tenta l’uscita dal nucleare

Il nucleare, realizzato per usi civili o per scopi bellici, non è più una fonte sicura e bisogna cercare le alternative. E’ questa, in estrema sintesi, l’anima del discorso che il Premier giapponese Naoto Kan ha pronunciato ieri ad Hiroshima nel 66° anniversario della bomba atomica che ha raso al suolo la città e le coscienze del mondo. Una data storica che, da oggi, potrebbe voler dire addio al nucleare.

Un addio che non poteva che arrivare dal Giappone, un Paese che ha vissuto sulla sua pelle per ben tre volte la furia dell’atomo, a causa delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki sul finire della Seconda Guerra Mondiale, e con il terremoto/tsunami del marzo scorso a Fukushima, che ha letteralmente messo in ginocchio mezzo Paese.

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Nucleare Fukushima, licenziamento per gli alti dirigenti

Se in Italia il nucleare è argomento di discussione e di confronto solo nei giorni precedenti il referendum abrogativo, in Giappone l’atomo non va in vacanza neppure la settimana prima di Ferragosto e dalla centrale di Fukushima giungono delle nuove. I tre alti funzionari responsabili del piano energetico nazionale stanno per essere licenziati dal primo ministro Naoto Kan che si occupa della politica energetica in Giappone perché non hanno potuto evitare la crisi nucleare seguita allo tsunami. Il ministro Banri Kaieda ha annunciato le sue dimissioni per gli errori commessi nell’emergenza nucleare. Sono passati crca 5 mesi dal giorno in cui la centrale di Fukushima ha tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso, ma i responsabili pagano ancora.

Il Giappone dice addio al nucleare

Continuano a crescere le nazioni atomo-dipendenti che hanno deciso di abbandonare l’energia nucleare. Oggi tocca al Giappone, la nazione simbolo del problema nucleare dopo ciò che è accaduto a Fukushima. Ad annunciare l’uscita dal programma atomico è il presidente Naoto Kan, l’uomo più criticato d’Asia per come ha gestito il disastro dell’11 marzo scorso, sottovalutando i rischi e non raccontando a pieno la verità. Per questo ha deciso di recuperare un po’ di credibilità annunciando un piano per far uscire il Giappone dal nucleare.

Fukushima, nuove scioccanti rivelazioni sulla Tepco: gli operai usa e getta

Fukushima fu teatro di una crisi nucleare di gran lunga precedente a quella verificatasi l’undici marzo scorso, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che ha travolto il Giappone, mandando in avaria i sistemi di raffreddamento della centrale. Correva l’anno 1997 quando il reattore numero tre della centrale nipponica gestita dalla Tepco necessitò di un pronto intervento a causa di alcune crepe nell’involucro di acciaio che circonda il nucleo radioattivo. Un difetto a dir poco pericoloso. La società, per scongiurare il rischio di danni maggiori, ricorse all’assunzione di operai stranieri e vedremo più avanti perché. A rivelarlo alla Reuters è Kazunori Fujii, tra coloro che parteciparono all’epoca alla gestione dell’emergenza.

Il Giappone post-Fukushima punta sulla riduzione energetica

Dopo il disastro di Fukushima ci si è interrogati su come il Giappone farà ripartire la sua economia. Se è vero che le centrali nucleari che non hanno subìto danni continueranno a funzionare, è vero pure che 35 su 54 sono state temporaneamente spente, portando ad una riduzione dell’energia a disposizione del 15%. Oltre alle energie rinnovabili, il “nuovo” Giappone dovrà trovare il metodo per far fronte ad una riduzione del ricorso all’atomo. E così dopo aver preso in considerazione l’efficienza energetica, ora il popolo nipponico tenterà la strada della “riduzione” energetica.

Energia: stop al nucleare, il Giappone riparte dal sole

Diventa quasi superfluo affermare che, dopo il disastro di Fukushima, l’energia nucleare non è esattamente ciò che i giapponesi chiedono. Eppure bisogna specificare questa che può sembrare un’ovvietà, visto che ancora oggi in Italia molti politici continuano a spiegare che, nonostante le varie fusioni, sia i nipponici che il resto del mondo continuano a puntare sull’atomo.

Dato questo per assodato, va considerato che in Giappone il parere del popolo conta, tanto che il Governo sta cercando altre fonti per garantire il fabbisogno energetico futuro del Paese. L’ultima iniziativa è stata battezzata “Sunrise Plan”, che non si dovrebbe tradurre tanto letteralmente come “piano dell’alba”, ma più che altro in senso figurato, come una sorta di “rinascita dal sole”.

Nucleare: a Fukushima altri due reattori in fusione, mentre l’Italia prova ad aggirare l’ostacolo-referendum

In Giappone la situazione comincia a farsi davvero critica per la centrale nucleare di Fukushima, ma questo problema sembra non interessare il Governo italiano che continua con la sua campagna pro-nucleare. Ma procediamo con ordine e vediamo quanto avviene nel Paese nipponico.

Qui gli esperti hanno quasi da subito affermato che almeno tre dei sei reattori della centrale rischiavano la fusione, ma la Tepco ha sempre ribadito che soltanto uno, il primo, poteva davvero fondersi. Ed infatti così è stato, almeno fino ad oggi. Le notizie che arrivano dal Paese del Sol Levante sono davvero preoccupanti, e ci raccontano che nemmeno le barre di combustibile completamente sommerse in acqua hanno potuto fermare il processo di fusione che ormai riguarda anche i reattori due e tre.

Cibi contaminati dal Giappone, a Napoli per mano della camorra

Cibi contaminati dal Giappone a Napoli per mano della camorra. E’ l’allarme sui surgelati lanciato dai Verdi della Campania e da alcuni docenti di Veterinaria:

Sono in arrivo nel Porto di Napoli cibi radioattivi surgelati provenienti dal Giappone e introdotti nel mercato tramite la camorra.

Francesco Emilio Borrelli, commissario regionale dei Verdi, ed il professor Vincenzo Peretti della Facoltà di Veterinaria della Federico II, si dicono estremamente preoccupati da alcune segnalazioni ricevute relative all’ingresso nel Porto di Napoli di carichi radioattivi provenienti dal Giappone ed immessi dalla criminalità organizzata nel mercato alimentare italiano, con tutti i rischi che ne conseguono trattandosi di alimenti contaminati.

Acqua radioattiva Giappone, i nostri mari sono sicuri?

Acqua radioattiva in Giappone, quanto sono sicuri i nostri mari? Quando si tratta di perdite radioattive non è affatto semplice escludere con certezza dei rischi a breve, medio e lungo termine. Spiega il professor Silvano Focardi, docente di Ecologia all’Università di Siena, membro del Comitato Scientifico di Marevivo, che

I radionuclidi – gli atomi instabili che decadono emettendo energia sotto forma di radiazione – riversati in mare con le acque contaminate, infatti, mettono a forte rischio l’ecosistema in generale e alcune specie in particolare.
I rischi per la biodiversità marina sono legati alla durata e alla dimensione dell’incidente; e sono rappresentati dalla insorgenza di danni gravi che possono arrivare fino a mutazioni genetiche capaci di incidere sulle capacità riproduttive degli organismi.

Giappone, un’altra centrale nucleare a rischio: Onagawa

Una nuova centrale nucleare desta preoccupazione in Giappone. Si tratta di quella di Onagawa nel distretto di Miyagi, lo stesso di Fukushima e quello che ha subìto le devastazioni peggiori a seguito del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo scorso.

Il danneggiamento è stato registrato quando in Italia era già notte, a causa di 8-9 perdite di acqua dalla vasca di raffreddamento delle barre di combustibile in tutti e quattro i reattori. Per sua fortuna la Tohoku Electric Power, la società che controlla l’impianto, aveva già spento tutti suoi reattori dopo il terremoto del mese scorso, e per questo è stato molto più semplice controllare le fuoriuscite e ridurle ad una mera perdita senza conseguenze per l’ambiente.

Giappone, acqua radioattiva in mare: Corea del Sud protesta

Quando si ha a che fare con un’emergenza nucleare come quella che sta interessando la centrale di Fukushima in Giappone, la crisi travalica i confini nazionali ed interessa i Paesi limitrofi ed aree anche molto lontane dal luogo dell’incidente. Seppur marginalmente e pare senza rischi per la salute, la nube radioattiva ha sostato persino sui nostri cieli nei giorni scorsi.

Ben più allarmati sono ovviamente i Governi delle nazioni vicine al territorio giapponese, che patiscono le dirette conseguenze di ogni decisione, sbagliata o azzardata, delle autorità nipponiche. La Corea del Sud, ad esempio, si mostra molto preoccupata dall’autorizzazione a sversare acqua radioattiva in mare, concessa dal Governo nipponico alla Tepco, società che gestisce (male) l’impianto in avaria.