Bosch insieme al gruppo ersol Solar Energy ha annuncito di voler ampliare la propria capacità produttiva di celle e moduli solari al silicio cristallino. E’ stato approvato, infatti, il progetto che prevede l’espansione della capacità produttiva nello stabilimento di Arnstadt, in Germania. Sono stati stanziati circa 530 milioni di euro che, entro il 2012, porteranno la capacità dell’impianto tedesco a circa 630 megawatt. Nel dettaglio, oltre il potenziamento delle strutture già esistenti, verranno costruiti un’importante impianto di produzione di celle solari al silicio cristallino, un impianto per l’assemblamento dei moduli e diversi uffici amministrativi. Secondo quanto annunciato dall’azienda, i lavori di ampliamento dovrebbero portare oltre mille posti di lavoro, ben distribuiti nelle sedi di Erfurt e Arnstadt. e vendite per oltre 400 milioni di euro solo nel corso del 2009.
Germania
Canada e Germania insieme a Obama contro il riscaldamento globale
Yes, we can. L’ormai famoso motto del neoeletto presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, infonde fiducia e ottimismo, anche negli altri Paesi, tranne forse nel nostro, come leggevo nei commenti rilasciati sul New York Times, relativamente alle polemiche sull’abbronzatura di Obama, la carineria di Berlusconi. Un lettore italiano ha sintetizzato in una sola frase, il nostro stato d’animo frustrato e imbavagliato: We can’t.
Ebbene, fortunatamente, nei Paesi civili, they can, si pensa già ad un’adesione ad un eventuale programma del partito democratico americano, che faccia fronte al fenomeno allarmante del riscaldamento globale.
Soprattutto nei Paesi i cui governi, a differenza del nostro, hanno ospitato Obama e parteggiato dichiaratamente per la sua vittoria, già prima che questa fosse certa e dichiarata (noi nel frattempo, mentre tutto il mondo pregava per l’elezione di Obama, facevamo costosi regali a Bush a spese dei contribuenti, rappresentati, bene o male, dal nostro illustre premier viso pallido, è una carineria anche la mia!).
A dichiarare la volontà di perseguire intenti comuni contro la crisi ambientale e l’annoso problema delle emissioni, in prima linea ci sono il Canada e la Germania.
In Germania 56 campi da calcio solari
Visto che a noi italiani piace tanto sbirciare cosa fanno all’estero, pratica molto in voga soprattutto tra gli accaniti sostenitori del nucleare “sicuro”, prendiamo pure esempio, per par condicio, da
Emissioni delle auto: Francia e Germania si costruiscono un accordo su misura, l’Italia non ci sta

L’Italia sta investendo in auto che emettano una quantità più bassa di CO2, mentre Germania e Francia cercano in tutti i modi di arginare le limitazioni previste dall’Unione Europea, stringendo accordi privati.
Non sorprende che qualche Paese dell’Unione cominci a dubitare della validità degli intenti comuni prefissati all’interno della UE.
Il divorzio fa male non solo alle tasche ma anche all’ambiente

Petizione di Greenpeace per fermare lo “Sporco Accordo”

Questi mezzi di cui non riusciamo proprio a fare a meno producono una grossa percentuale di CO2 che, spargendosi nell’atmosfera, va ad aggravare l’effetto serra.
Le energie alternative generano un aumento di posti di lavoro e valorizzano l’imprenditoria locale

Sacchetti di plastica: divieto di circolazione in tutto il mondo

Arrivano gli aiuti statali per chi investe nelle energie pulite

Siccome siamo un paese in cui l’iniziativa personale nelle nuove tecnologie va sempre a rilento, ci ha pensato lo Stato a dare quella spintarella in più che ci farà smuovere.
A fine aprile il Mistero dello Sviluppo Economico pubblicherà un bando per incentivare le piccole e medie imprese a produrre energia alternativa in proprio.
Il bando sarà mirato principalmente alla produzione propria di energia elettrica, tramite pannelli fotovoltaici, ma non solo. Andiamo ad analizzarlo.
Mozzarella alla diossina: sotto sequestro 82 allevamenti nell’agro aversano

CityCat: dall’India un veicolo ad aria compressa

Novità interessanti dal mercato delle automobili new generation. Risale a poco tempo fa la notizia che il colosso Tata Motors prevede di iniziare a vendere un’automobile in India entro la fine di quest’anno. Niente di strano se non fosse che si tratta di un veicolo ad aria compressa. Il suo inventore è il francese Guy Negre, che ha ottenuto l’appoggio di Tata Motors (India) per la sua prossima CityCAT.
L’auto, a cinque posti, ha una struttura in fibra di vetro alimentata da aria compressa. Ha un peso di soli 350 kg e potrebbe costare l’equivalente di poco più di 5000 dollari. Il progetto è sostenuto dal gruppo indiano Tata che ha effettuato un ingente investimento per la realizzazione di questo autoveicolo.
Il serbatoio, può essere riempito con aria da un compressore in soli tre minuti, più rapidamente della maggior parte delle batterie elettriche. In alternativa, l’auto può essere collegata alla rete elettrica per 4 ore. Per i lunghi viaggi, CityCAT possiede un bruciatore a combustibile che serve a riscaldare l’aria, facendo in modo che questa si espanda e aumenti la pressione sui pistoni. Il bruciatore è fatto in modo tale da poter utilizzare tutti i tipi di combustibile liquido. I suoi ideatori dichiarano che il consumo di quest’auto non supererebbe l’equivalente di 0,50 L ogni 100 Km.