Wunderland: da centrale nucleare a parco giochi, succede in Germania

Un’immagine inedita della Germania, di una Germania che sceglie il futuro, riconvertendo una vecchia centrale nucleare dismessa, messa in sicurezza, a parco giochi per bambini. Si chiama Wunderland e si trova esattamente nei pressi di Kalkar nell’area Nord-occidentale del Paese. Vent’anni fa in un impianto ormai fuori uso e svuotato del suo potenziale energetico, Hennie Van Der Most, un imprenditore olandese, intravide ben altro potenziale, acquistando la struttura, pensate un po’, per l’equivalente di due milioni di euro che sembrano una cifra enorme ma non se consideriamo che riuscì a tirarne fuori ben quattrocento stanze oltre ad un ristorante anche questo molto ampio.

Batterio killer, potrebbe provenire da un’azienda agricola tedesca

La causa della diffusione del batterio E.coli nei cetrioli che hanno colpito la Germaniaè stata rintracciata anche nei germogli di soia prodotti dalla Gaertnerhof Bienenbuettel, un’azienda agricola della Bassa Sassonia, distante circa 70 km da Amburgo, e non dunque dai prodotti esportati dalla Spagna. I responsabili della ditta tedesca non sanno trovare una spiegazione alla diffusione del batterio killer. Klaus Verbeck, amministratore delegato della Gaertnerhof Bienenbuettel, ha dichiarato che l’azienda agricola non utilizza concimi per la produzione di germogli di soia e che non ci sono animali nella fattoria

Non riesco a capire come possano stare insieme le accuse con i processi di produzione che abbiamo qui. I germogli di mais si sviluppano solo da semi e dall’acqua e non sono affatto concimati. E nell’azienda non utilizziamo concimi animali neanche in altri settori di produzione.

E.coli trovato su salame di cervo Made in Italy, è allarme psicosi

Dopo le vittime in Germania per il batterio Escherichia Coli, già ribattezzato il batterio killer, e il divieto di importazione di frutta e verdura provenienti dalla Spagna e dagli altri Paesi dell’Unione europea in Russia, dilaga in Europa e in Italia la paura per l’epidemia tedesca. Il ministro della salute Fazio rassicura che

Ogni correlazione con l’epidemia tedesca è altamente improbabile.

Ha poi aggiunto

La salute è sotto controllo, non deve generare allarmismi e non deve modificare le nostre abitudini alimentari, a cominciare dal consumo di verdura e frutta cruda dopo averla lavata. Sinora non è giunta alcuna segnalazione di infezione da parte di questo ceppo di batterio E.coli, né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti dalla Germania perché la quasi totalità dei casi di infezione è circoscritta alla zona di Amburgo.

Nucleare, la Germania chiuderà tutte le centrali entro il 2022

Gli italiani guardano alla Germania e sognano che un giorno i nostri governanti possano comportarsi come quelli tedeschi. E’ bastata una mega-protesta con 160 mila persone scese in piazza per far decidere al Governo tedesco la chiusura definitiva delle centrali nucleari. Le prime già cominceranno a spegnere i reattori quest’anno.

E’ questa la decisione del Ministero dell’Ambiente che, per bocca del ministro Norbert Rottgen, l’ha definita una decisione “irreversibile”. Ed ha fatto bene Rottgen a precisare questo che non è un dettaglio insignificante in quanto, sin dall’incidente di Fukushima, le decisioni di Angela Merkel sono sempre state altalenanti, con un giorno in cui manifestava la volontà di smetterla con il nucleare, ed il giorno successivo che prolungava la vita delle centrali già in funzione.

Nucleare, Germania: in 160 mila in piazza per chiedere la chiusura delle centrali

Nonostante la Germania sia uno dei Paesi che più di altri stanno accelerando la fine dell’era del nucleare, i cittadini non sono ancora contenti e ieri sono scesi nuovamente in piazza in una manifestazione che, vista da qualche migliaio di chilometri di distanza, fa rabbrividire.

In oltre 20 città tedesche una folla oceanica di più di 160.000 persone è scesa in strada in assembramenti talmente folti che anche la polizia non ha potuto negare che in alcune città ci fossero non meno di 20-25 mila persone. L’urlo della manifestazione era “Atomkraft – Schluss” (fine dell’energia nucleare). L’azione è servita per inviare un messaggio forte e chiaro al Governo che sembra piuttosto incerto sul futuro energetico della Germania.

Nucleare, Germania: “Nessuno dei 17 impianti sicuro in caso di incidenti aerei”

Nucleare, un tema che occupa la scena politica, anima il dibattito scientifico e civico, diventa, come nel caso del referendum in Sardegna che lo ha bandito dall’isola, oggetto dell’espressione della sovranità democratica. Nucleare che, in seguito ai tragici eventi di Fukushima, è nel mirino soprattutto sul fronte sicurezza, con la questione degli stress test in Europa ancora in sospeso, Paesi che vanno avanti come la Russia e nazioni che fanno un clamoroso dietrofront come la Germania della Merkel.

E proprio delle centrali nucleari tedesche parliamo oggi, in riferimento ad un rapporto sulla sicurezza dei reattori e la resistenza ai diversi fattori di rischio atomici ad opera della Rsk, la commissione preposta alla verifica della tenuta degli impianti nelle emergenze.

Google sempre più solare: annunciata centrale in Germania da 18,65 Mw

Fino ad oggi Google, una delle aziende IT più impegnate al mondo nel campo dell’ecologia, aveva incanalato il suo impegno, e milioni di dollari, in investimenti che potessero rendere la sua attività più green. Ad esempio aveva investito molto, come spiegato anche su queste pagine, in server alimentati dalle rinnovabili, in sedi ad alta efficienza energetica o nel trasporto sostenibile dei suoi dipendenti.

Ora pare che l’azienda di Mountain View abbia deciso di allargare il suo campo d’azione al di fuori delle attività strettamente legate all’informatica, e vuol investire in vere e proprie centrali elettriche. Ovviamente alimentate dalle rinnovabili. Per farlo ha deciso di iniziare dall’Europa, ed in particolare nel Paese che più di tutti sembra impegnarsi nel campo, la Germania. Google ha infatti annunciato di voler avviare una centrale solare fotovoltaica da 18,65 Mw.

Nucleare: seconda esplosione in Giappone, Germania e Svizzera decidono di chiudere le centrali

Ormai siamo alla resa dei conti. Se al primo incidente nella centrale di Fukushima i cittadini dei Paesi che hanno centrali nucleari in casa propria sono scesi in piazza per dire basta all’atomo, dopo la seconda esplosione sono i politici a fare un passo avanti, prendendo provvedimenti seri. Ed ora che in Giappone si rischia una nuova Chernobyl, le politiche energetiche dovranno essere rivoluzionate sul serio.

Ma cominciamo dalla situazione giapponese, com’è doveroso che sia. Dopo il reattore numero uno, anche il numero 3 ha ceduto ieri. Una nuvola di fumo bianco, come quella “ammirata” pochi giorni fa, contenente iodio 131 e cesio 137, si è sprigionata nell’aria, portando a 30 km il raggio di evacuazione delle case. Ma durante la notte italiana il Premier Naoto Kan, colui che aveva negato qualsiasi incidente radioattivo, ha ammesso che anche il reattore numero 2 ha ceduto, e la fuga radioattiva “non è da escludere”.

Esplosione centrali nucleari in Giappone, le reazioni dell’Europa

Dopo la seconda esplosione in una centrale nucleare giapponese, a seguito del terribile terremoto di pochi giorni fa, decine di migliaia di persone hanno preso parte ad una manifestazione anti-nucleare nella Germania meridionale. La manifestazione era stata programmata da tempo, ma dopo la notizia dell’emergenza nucleare giapponese, gli organizzatori sono stati travolti da una folla di circa 50.000 persone, molte di più di quelle che speravano potessero arrivare al momento dell’organizzazione.

I manifestanti, che si sono disposti in una catena di 45 km intorno alla centrale elettrica di Neckarwestheim (Stoccarda), chiedevano che il Governo tedesco prendesse le distanze dal nucleare. Il Cancelliere Angela Merkel, che ha esteso la durata della vita delle centrali nucleari in Germania, ha convocato i ministri per una riunione d’emergenza.

Riciclaggio: Germania Paese più riciclone d’Europa, sveliamo i suoi segreti

La Germania è la nazione europea che ricicla più di tutte, con circa il 70% dei rifiuti recuperati e riutilizzati ogni anno. Numeri da capogiro che la fanno essere ai vertici delle classifiche mondiali. Per raggiungere tale successo, il sistema di gestione dei rifiuti a livello nazionale non è certo cosa da poco, ma i tedeschi lo fanno sembrare facile. Ma come fanno?

Il riciclaggio è molto importante in Germania. Le persone qui sono molto coscienziose

dice Günseli Aksoy, studentessa di 24 anni in ingegneria meccanica presso l’Università di Braunschweig of Technology. Infatti lì i cittadini non aspettano che il Governo faccia la sua parte ma, insieme all’industria, hanno avviato un processo di “creazione dei rifiuti-produzione del prodotto”.