Non c’è dubbio che la geoingegneria stia prendendo piede e stimolando il dibattito negli ultimi tempi, ma forse potrebbe rivedere alcuni dei suoi principi. Una recente ricerca effettuata dall’Università di Santa Cruz (California), e pubblicata su Proceedings of National Academy of Sciences, dimostra che le alghe producono tossine che normalmente si pensa siano limitate alle acque costiere, ma possono essere stimolate fino a crescere rapidamente in mare aperto nel processo di “fecondazione dell’oceano” con il ferro.
Secondo quanto si legge su Science:
Le fioriture di diatomee del genere Pseudo-nitzchia producono una neurotossina chiamata acido domoico, e sono all’ordine del giorno nelle acque costiere. Durante le grandi fioriture, la tossina algale entra nella catena alimentare, forzando la chiusura di alcune attività di pesca (come quella dei molluschi e sardine) e avvelenando i mammiferi marini e gli uccelli che si nutrono di pesce contaminato. Ma fino ad ora, la proliferazione di queste alghe in mare aperto ha attratto poco l’attenzione dei ricercatori.