
Era un po’ che non si sentiva più parlare del “picco di petrolio“, quel fenomeno, presunto o reale, che vuole un momento in cui si registra una produzione massima di petrolio a livello mondiale, seguita da un periodo di calo costante di estrazione, fino al totale esaurimento. Questo forse perché i cosiddetti “catastrofisti” si sono concentrati maggiormente sull’esaurimento di un altro combustibile fossile più attuale, l’uranio per l’energia nucleare, e per questo hanno tralasciato l’oro nero. Ma quando a parlare non è l’amico della Terra di turno, ma la IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), qualcosa cambia.
Fino a poco tempo fa l’Agenzia non aveva mai riconosciuto pubblicamente il picco del petrolio, e ancora oggi usa raramente tale termine, ma nell’ultimo anno l’argomento è stato riconosciuto come “molto reale”. In un recente rapporto intitolato World Energy Outlook si legge un grafico (che troverete dopo il salto) che mostra come i giacimenti di petrolio hanno superato il picco circa quattro anni fa, comprese le stime più probabili per il futuro.