I pazzi siete voi: 4 ragazzi simulano un disastro nucleare

Come si vivrebbe in caso di esplosione di una centrale nucleare? A questa domanda possiamo ricevere risposte ogni giorno grazie alla stravagante idea di quattro ragazzi che, come una specie di Grande Fratello in versione tragica, hanno deciso di rinchiudersi in casa per un mese, simulando uno scenario post-nucleare.

Ripercorrendo un po’ la scia di quanto visto a Fukushima, con livelli di radioattività all’esterno della centrale centinaia di volte superiori alla norma, Giorgio, Alessandra, Pierpaolo e Luca hanno deciso di mostrare al mondo come si vive in quattro mura senza la possibilità di uscire, senza mangiare cibi freschi, latte, formaggio o carne, ed avendo come unico mezzo di comunicazione la rete.

Fukushima, fusione nel reattore uno?

Fukushima, il combustibile nel reattore uno potrebbe essersi fuso. A lanciare l’allarme è stata questa mattina la stessa Tepco, azienda che gestisce l’impianto giapponese in avaria ormai da mesi. Secondo quanto dichiarato dai gestori della centrale, il combustibile nucleare che si trova all’interno del reattore numero uno potrebbe aver subito dei danneggiamenti, a causa dei quali si sarebbe parzialmente fuso e sbriciolato.

A provocare il potenziale danno avrebbe inciso, senza alcun dubbio, la mancata refrigerazione dovuta al sistema di raffreddamento in tilt, emergenza che avrebbe lasciato il combustibile all’asciutto. All’interno del contenitore di pressione, hanno spiegato infatti i tecnici, il livello di acqua è stato registrato ad un’altezza alquanto inferiore al tasso ritenuto sinora presente.

L’energia nucleare in un mondo post-Fukushima

L’energia nucleare in un mondo post-Fukushima è il titolo del report 2010-2011 a cura del Worldwatch Institute. Un’indagine sullo stato dell’industria nucleare mondiale alla luce dei recenti drammatici eventi che hanno scosso il Giappone, evidenziando le falle dei sistemi di sicurezza degli impianti atomici nell’eventualità di disastri naturali estremi, come il violento terremoto ed il devastante conseguente tsunami che hanno interessato il Paese asiatico nel marzo scorso.

E cita poprio la relazione del Worldwatch Institute Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF, prospettando la fine dell’era atomica nel mondo. La parabola discendente del nucleare affonda le sue radici agli albori degli anni Ottanta. Nel 1990, il numero di reattori arrestati è stato superiore, per la prima volta, al totale degli avviamenti:

Un trend confermato anche dai dati più recenti: all’aprile 2011 risultano in funzione nel mondo un totale di 437 reattori nucleari per 30 Paesi, 8 in meno rispetto al massimo storico di 444 reattori nel 2002.

Nucleare, Fukushima: per Schneider impatto peggiore di Chernobyl

Nucleare: il futuro dell’atomo alla luce di Fukushima, tema che anima il dibattito energetico mondiale in queste ultime settimane e che fa emergere posizioni contrapposte di personaggi della scena politica, culturale, scientifica e sociale. Oggi, in due diverse tappe, presenteremo rispettivamente l’opinione a riguardo dell’autore di Scram ovvero la fine del nucleare, lo studioso francese Mycle Schneider, consulente di diversi Governi, e gli scenari decisamente più rosei prospettati dallo svedese Hans Blix, ex direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia atomica internazionale.

Partiamo da quanto affermato da Schneider, autore di un paragone da brividi sul disastro nucleare giapponese:

L’11 marzo, ha spiegato l’esperto, sarà ricordato come l’11 settembre per l’industria nucleare, un settore che è sempre stato consapevole di non potersi permettere una nuova Chernobyl e che invece deve affrontare una crisi a Fukushima che avrà un impatto anche peggiore del disastro del 1986.

Nucleare: 3 incidenti a centrali britanniche nascosti al mondo

La Gran Bretagna ha rischiato di avere la sua Fukushima, ed i suoi cittadini non ne hanno saputo nulla. Secondo un rapporto riservato spuntato fuori solo oggi, in seguito al disastro nucleare giapponese, pare che sull’isola di sua maestà negli ultimi tre mesi ci siano stati altrettanti incidenti a diverse centrali, i quali sono stati accuratamente insabbiati dai responsabili politici per evitare un’insurrezione anti-nucleare simile a quella accaduta in Germania che ha costretto il Governo ad avviare un piano per l’uscita dall’atomo.

In particolare il primo dei tre incidenti sarebbe avvenuto a febbraio nella città di Sellafield, ad un centinaio di chilometri da Liverpool, in cui si è avuta una perdita di liquido radioattivo con un livello di plutonio, che sarebbe potuto entrare in contatto con le persone, di 5 volte superiore al normale. Per fortuna i lavoratori se ne sono accorti in tempo, prima che fuoriuscisse dalla centrale e finisse con il contaminare l’ambiente.

Fukushima, girasoli per ripulire il suolo contaminato

Fukushima, ripulire il suolo contaminato dal cesio utilizzando i girasoli. E’ la proposta avanzata dall’agenzia spaziale nipponica Jaxa, nello specifico dal team di scienziati coordinato da Masamichi Yamashita, esperto in agricoltura spaziale.

Fiori di rinascita, gialli come il sole, vividi come il colore di una speranza, quella di riuscire ad alleviare gli effetti del disastro atomico occorso alla centrale giapponese in seguito al violento terremoto ed al conseguente devastante tsunami che ha scosso il Paese lo scorso undici marzo, evidenziando tragicamente le falle della sicurezza nucleare nipponica e l’incompetenza della Tepco nel gestire l’emergenza.

Nucleare, Carmen Consoli: “Arsenali di alberi al posto delle armi atomiche”

Si è parlato tanto del concerto di mercoledì scorso di Roma, a cui hanno partecipato 30 mila persone, ma poco risalto è stato dato a ciò che è scaturito da esso, e cioè un sentimento anti-nuclearista che sarebbe stato perfetto negli anni ’80, ma che anche oggi torna di moda dopo il disastro di Fukushima.

A fare un po’ da “capo popolo” è stata Carmen Consoli, che ha aperto la sua performance con una simulazione di esplosione di una bomba atomica, facendo immediatamente intuire il tema su cui si sarebbe concentrata. Un tema in simbiosi con le tematiche della Giornata della Terra, a cui il concerto era dedicato, e che fa un mix di anti-nuclearismo e ambientalismo da cui molti dovrebbero prendere ispirazione.

Fukushima, vite interrotte a 8.200 euro

Quando vivi vicino ad una centrale nucleare lo sai, devi saperlo, che la tua vita, quella della tua famiglia, dei tuoi amici, può essere contaminata in qualsiasi momento da un disastro che travalica il tempo e la dimensione umana. Eppure non si è mai abbastanza preparati alla pioggia radioattiva che martella le esistenze nel raggio di chilometri e chilometri, costringendo la vita alla fuga. Non era preparato un uomo di 102 anni, residente nella cittadina di Iitate, distante 40 chilometri dall’impianto di Fukushima. Al pensiero di lasciare la sua abitazione, dopo l’annuncio delle autorità di ampliare l’area di evacuazione, l’anziano ha preferito togliersi la vita.

Una vita interrotta che non vale poi tanto. I primi indennizzi disposti dalla Tepco, gestore dell’impianto di Fukushima, ammontano ad un totale di 50 miliardi di yen, 420 milioni di euro. Andranno alle 48mila famiglie che vivevano nel raggio di 30 km dal reattore. 38 mila nuclei familiari sradicati dalle loro case che riceveranno un milione di yen, ovvero 8.200 euro a testa di rimborso.

Livello sette a Fukushima, una nuova Chernobyl. Greenpeace: “A sette già da tre settimane”

Livello sette a Fukushima, Fukushima come Chernobyl. La notizia dell’innalzamento della classificazione del rischio deciso dall’Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, è giunta nelle ultime ore in via ufficiale. Lo conferma la Tepco. Eppure a livello sette il disastro nucleare giapponese c’è probabilmente già da tre settimane.

A dirlo è uno studio del Dr. Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, commissionato da Greenpeace Germania. Quasi un mese fa, dunque, si sapeva che il livello di radioattività rilasciato dall‘incidente era di una portata tale da giustificare un innalzamento della soglia del pericolo, in base ai parametri stabiliti dall’International Nuclear Event Scale (INES).

Giappone, un’altra centrale nucleare a rischio: Onagawa

Una nuova centrale nucleare desta preoccupazione in Giappone. Si tratta di quella di Onagawa nel distretto di Miyagi, lo stesso di Fukushima e quello che ha subìto le devastazioni peggiori a seguito del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo scorso.

Il danneggiamento è stato registrato quando in Italia era già notte, a causa di 8-9 perdite di acqua dalla vasca di raffreddamento delle barre di combustibile in tutti e quattro i reattori. Per sua fortuna la Tohoku Electric Power, la società che controlla l’impianto, aveva già spento tutti suoi reattori dopo il terremoto del mese scorso, e per questo è stato molto più semplice controllare le fuoriuscite e ridurle ad una mera perdita senza conseguenze per l’ambiente.

Nucleare: la mappa di tutte le centrali del mondo

Quante sono le centrali nucleari nel mondo? Da quando è accaduto il disastro di Fukushima questa è una delle domande più frequenti che la gente si pone. La risposta è 443 (comprese quelle giapponesi danneggiate), sparse più o meno equamente tra continente americano, europeo ed asiatico, con appena 2 centrali in Africa (entrambe in Sudafrica) e nessuna in Oceania.

Ma la domanda che sarebbe più giusto porsi è: quanta energia effettivamente produce tutta questa energia nucleare? Bè, dire poco è essere generosi. Se infatti escludiamo la Lituania che prende il 76,2% della sua energia dalle vicine centrali dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, e la Francia che ne ricava il 75,2%, nel resto del mondo l’atomo produce quantità risibili di energia, nonostante il gran numero di centrali.

Nucleare: Fukushima verrà smantellata

Fukushima verrà smantellata, parola del Primo Ministro giapponese Naoto Kan ieri sera in un incontro con i vertici del Partito Comunista nipponico. La centrale che sta facendo tremare il mondo è ormai al collasso, i livelli di radioattività continuano a salire di ora in ora (siamo arrivati a livelli in mare di 4.385 volte superiori per quanto rigurda lo iodio radioattivo), ed ormai è irrecuperabile, tant’è che ha annunciato lo stesso Kan che, non appena si riuscirà a prendere il controllo dei reattori, questi verranno spenti e smantellati.

Non si ferma qui però la voglia di nucleare giapponese. Evidentemente non si sono spaventati a dovere i dirigenti politici del Paese se, anziché decidere di chiudere definitivamente con l’atomo, hanno deciso che, passata la crisi, rivedranno da zero il piano per la costruzione di nuove centrali.