glifosato FAO OMS

Glifosato, nuovo studio OMS-FAO. L’UE non decide

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Nuovi capitoli sono stati scritti in questi ultimi giorni attorno al glifosato, l’erbicida che molti paesi europei vorrebbero mettere al bando e che allo stesso tempo rappresenta tuttora uno dei prodotti chimici più utilizzati in agricoltura. Uno studio congiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della FAO (Food and Agricultural Organization) reso noto da pochi giorni sembra escludere il rischio di cancerogenicità della sostanza andando a rafforzare la posizione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Allo stesso tempo però in sede europea non è stata ancora raggiunta una decisione sul tema dell’autorizzazione all’uso del glifosato che alcuni paesi vorrebbero prolungare e che altri vorrebbero invece negare.

alimentazione allarme prezzi

Alimentazione, allarme rientrato: i prezzi caleranno

alimentazione allarme prezziProprio ieri ha cominciato a prendere corpo lo spauracchio che si temeva da mesi: i prezzi del grano, dei cereali e degli altri alimenti di base sarebbero aumentati. A causa della siccità e di altri fattori economici e non, si stimava che il prossimo anno il prezzo dei beni di prima necessità sarebbe aumentato fino al 40%, e questo avrebbe comportato molta instabilità a livello mondiale, in particolare nei Paesi più poveri. Oggi però, con un tempismo perfetto, arriva il Food Outlook, il rapporto realizzato dalla Fao, che smentisce questa teoria, ed anzi, è foriero di buone notizie.

Pesca sostenibile in Italia, Clini stipula nuovi accordi

Dopo la fondamentale presa di posizione della Commissione Europea per la Pesca lo scorso 18 dicembre che ha deciso un cambio di rotta verso la sostenibilità, anche in Italia si torna a parlare di pesca ecosostenibile e di Green Economy: il ministro Clini ha infatti stipulato di recente un accordo di collaborazione con Fao e Unioncamere per l’analisi e il monitoraggio delle economie reali nelle aree protette e per la salvaguardia delle aree stesse.

FAO, Giornata mondiale alimentazione

Ambiente, Giornata mondiale dell’alimentazione (16 ottobre 2012)

FAO, Giornata mondiale alimentazioneIl 16 ottobre 2012 si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione con le “cooperative agricole che nutrono il mondo”. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha scelto questo tema per sensibilizzare sull’importanza delle strategie alimentari per porre “fine alla fame nel mondo”.

Oggi è la Giornata Mondiale dell’Acqua

Oggi, come il 22 marzo di ogni anno, è la Giornata Mondiale dell’Acqua. In questa occasione la Fao, l’organizzazione che si occupa di questioni alimentari delle Nazioni Unite, ricorda al mondo quanto è importante l’acqua per la nostra vita, e soprattutto quante persone ancora non ne hanno accesso a sufficienza. L’acqua è fondamentale per mantenere in salute il corpo umano, e ne dovremmo assumere tra i 2 ed i 4 litri al giorno, comprendendo anche quella assunta tramite gli alimenti. Purtroppo oggi ancora un miliardo di persone non ne ha accesso, ed oltre due miliardi e mezzo non hanno impianti igienici adeguati.

La deforestazione cala, ma ancora molto resta da fare

deforestazione

Nella giornata di ieri la Fao (Food and Agricolture Organization) ha presentato al mondo il suo rapporto sullo stato di salute delle foreste, il quale a primo impatto sembra incoraggiante. Pare infatti che nel periodo che va dal 2000 al 2010 il tasso di deforestazione sia calato per la prima volta nella storia. Si è infatti passati da un taglio di 16 milioni di ettari all’anno negli anni ’90, a “solo”, si fa per dire, 13 milioni all’anno negli ultimi 10 anni.

Il calo di 3 milioni di ettari non è di certo poco, ma pensare che ancora ogni anno sparisca una quantità di alberi talmente vasta quanto l’intero territorio della Grecia rimane un dato preoccupante. Secondo l’organizzazione internazionale, a rimarcare più di tutti questo scempio è l’America del Sud, dove avviene un terzo di questo taglio, seguita dall’Africa e dall’Oceania, dove però l’uomo c’entra marginalmente. In queste terre infatti sono circa 10 anni che la Natura sembra essersi ribellata e ha inviato una siccità ininterrotta che ha inaridito il terreno e favorito gli incendi, responsabili di gran parte di questo tasso di deforestazione.

La fame nel mondo continua ad aumentare, le nuove cause sono siccità, crisi economica e inondazioni

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Nel 2009, la popolazione di persone malnutrita si calcola sia superiore ad un miliardo per la prima volta in base alle nuove stime pubblicate dalla FAO. È difficile immaginare 1 miliardo di persone, e per questo si tende a sottovalutare tale dato. Il più recente aumento registrato dalla FAO non è la conseguenza della scarsa raccolta di cibo a livello mondiale, ma è dovuto in larga parte alla crisi economica mondiale che ha portato ad abbassare ulteriormente il reddito delle famiglie e ad incrementare la disoccupazione.

Il secondo problema che riguarda la sicurezza alimentare è la desertificazione, le inondazioni, l’adattamento delle comunità alla tecnologia moderna, la stagionalità delle colture alimentari e le corrispondenti scarsità dei raccolti. Ma c’entra anche la qualità dell’alimentazione, che vede un incremento di mancanza di ferro, con conseguente anemia, e tabù che inibiscono le persone a mangiare cibi che sono ancora disponibili (ad esempio le mucche in India).

22 maggio: giornata mondiale della biodiversità

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Oggi si celebra anche in Italia, nel silenzio più assoluto, la giornata mondiale della biodiversità. Una giornata voluta fortemente dal WWF e da Legambiente per ricordare a tutti quanto importante sia questa parola che per molti è sconosciuta, e quanto sia fondamentale per il futuro dell’umanità.

Biodiversità non significa soltanto varietà animale. Comprende anche il mondo vegetale, e sotto accusa quindi è il fenomeno della deforestazione, che lentamente sta facendo sparire dal mondo alcune delle specie vegetali più rare. Un esempio? Un secolo fa in Italia avevamo 8.000 tipi diversi di frutta, oggi solo duemila. E non si può stare di certo allegri visto che, secondo Biodiversity international, sono a rischio le famose arance di Catania, le ciliege di Pavia, ma anche delle razze di anguria, limoni, e addirittura anche pere e mele, i frutti più comuni che rischiano di sparire dalle nostre campagne.

Da non dimenticare però anche il rischio che corrono gli animali. Sono circa un centinaio le specie che in Italia rischiano di sparire, e non si tratta di animali rari, ma di aquile, orsi, stambecchi e lupi, fino anche alla famosa tartaruga caretta caretta, la foca monaca, il muflone e tanti altri.

La Fao frena sui biocarburanti

Un aumento dei prezzi dello zucchero pari al 26%, del mais pari all’11% e degli oli vegetali pari al 6%. Queste le gravissime conseguenze che si otterrebbero nel 2010, secondo le stime della Fao, se la produzione di biocarburante dovesse far registrare un incremento del 30% (rispetto ai dati del 2007) nella richiesta di materie prime per biofuel.

Proprio per queste ragioni l’organizzazione che vigila sulla stato di salute dell’agricoltura globale non approva le politiche europee e americane volte ad un potenziamento nella produzione di questo tipo di carburante. L’incremento dei prezzi di questi beni alimentari fondamentali per la nutrizione umana avrebbe infatti un peso enorme nell’accrescere il problema della fame nel mondo e della povertà.

Mangiare tartine di cimici, fagottini di termiti e bruchi fritti la soluzione alla fame nel mondo?

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Gustosi, ricchi di proteine ma poveri di grassi, gli insetti sono molto nutrienti e fanno bene alla salute.
E’ quanto dicono ricercatori americani dell’università statale dell’Ohio, criticando lo snobbismo occidentale nei confronti di ragni, cavallette e altri prelibati insetti.

Vincere il tabù alimentare dell’entomofagia non sarà facile, dal momento che sembra essere ben radicato nella nostra cultura culinaria.
Sull’argomento interviene anche la Fao, che in questi giorni sta cercando una soluzione alla crisi alimentare nel corso del vertice di Roma:
Ci vorrà del tempo, è solo una questione di abitudine.

Vertice Fao: tante parole, ma zero soluzioni

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Tutti d’accordo sul problema, ma nessuno sulla soluzione. Si potrebbe riassumere così l’incontro nella sede della Fao tenutosi ieri a Roma tra 40 capi di Stato e di Governo che aveva come obiettivo quello di capire e trovare una soluzione al problema dell’aumento della fame nel mondo.

Ognuno dice la sua, compreso il Papa che non sarebbe propriamente autorizzato a farlo, mentre attivisti di numerose associazioni umanitarie vengono messi a tacere all’esterno, a volte anche con la forza, dalla polizia. Nel corso del vertice si delineano coalizioni più o meno forti e durature, ma nessuna in grado di prendere una decisione definitiva sul problema. Tutti più o meno concordano sul fatto che non si può più sperare che il mercato si autoregoli in regime di concorrenza, come sostenuto dalla maggior parte degli economisti degli ultimi 50 anni, ma bisognerà creare un organismo superiore per gestire la crisi.

Emergenza Cibo, intervengono Onu e Fao

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Non solo più gli allarmi della Fao, adesso anche l’Onu interviene nel problema dell’elevato costo del grano e del riso che sta investendo tutto il mondo. A pagarne le conseguenze peggiori, come al solito, sono i Paesi del Terzo Mondo, quelli che a malapena riuscivano a garantirsi una minima parte di questi generi alimentari, sufficienti almeno per non morire di fame.

Le associazioni umanitarie hanno lanciato un appello qualche giorno fa: raccogliere due miliardi e mezzo di dollari per fronteggiare l’emergenza e far abbassare il prezzo del cibo. Una task force dell’Onu invece si occuperà di capire il perchè di questo aumento sproporzionato dei prezzi, e di tentare di bloccarlo.

Appello degli scienziati per fermare il prezzo del cibo nei paesi poveri

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Per fermare la piaga della fame nel terzo mondo adesso scendono in campo anche gli scienziati dell’ONU. In questi giorni di tensioni, oltre 400 scienziati si sono uniti e, dopo aver stilato il rapporto sulla “Valutazione Internazionale delle Scienze Agricole e Tecnologiche per lo Sviluppo”, hanno chiesto martedì scorso nel palazzo delle Nazioni Unite di intervenire per agire su un cambiamento radicale per quanto riguarda la distribuzione di cibo nel mondo e soprattutto per difendere le risorse del pianeta, molto spesso saccheggiate dalle multinazionali.

La tesi che sostengono gli scienziati è che l’agricoltura moderna ha portato notevoli aumenti nella produzione alimentare, ma i suoi benefici sono stati irregolari e sono stati una conseguenza dell’alto costo sostenuto solo dai piccoli agricoltori, i lavoratori, le comunità rurali e l’ambiente. Infatti a pagare sono sempre i poveri della Terra che hanno economie di piccola scala, e quindi con molti minori guadagni rispetto a chi invece ci specula.