In Europa l’energia del futuro sarà il sole

L’energia solare intesa non solo come risorsa energetica alternativa ai combustibili fossili ma anche e soprattutto come fonte sostenibile della crescita economica europea.
Queste le linee guida che intende perseguire l’Unione Europea nel campo del rinnovabile, rivolgendo uno sguardo particolarmente fiducioso proprio al sole come un punto fisso che illumini un percorso così buio e ricco di ostacoli come la risalita dalla crisi che stiamo vivendo, sia a livello ambientale che finanziario.

Gli scienziati provenienti da vari istituti di ricerca europei nel settore dell’energia solare sono chiamati ad unire i loro sforzi per sostenere, incentivare, inaugurare una nuova politica energetica che sostenga attivamente le nuove tecnologie volte a fornire energia pulita ai Paesi dell’Unione.
Secondo il rapporto stilato dalla European Science Foundation, “Harnessing Solar Energy for the Production of Clean Fuel” (Sfruttare l’energia solare per la produzione di combustibili puliti), la trasformazione diretta di energia solare in combustibile rappresenta una delle poche grandi opzioni che l’umanità ha di fornire un’alternativa valida alle attuali risorse energetiche, contribuendo altresì a diminuire in maniera consistente l’impatto ambientale del genere umano.

Investimenti nelle rinnovabili per 50 miliardi di euro

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Dallo studio promosso da AGICI Finanza d’Impresa, sotto la guida di Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, arrivano i dati relativi agli investimenti dei principali gruppi elettrici europei e italiani, nel periodo che va dal 2008 al 2015. Lo studio riguarda tutti i maggiori player europei (Atel, Centrica, Edf, EdP, Enel, E.On, Iberdrola, Rwe, Statkraft, Suez e Gdf considerati sia singolarmente che post fusione, Vattenfall, Verdbund, A2A, Acea, Edison, Erg, Iride, Sorgenia). Con uno sforzo finanziario di oltre 50 miliardi di euro e un tasso di crescita al 285%, i 14 gruppi europei considerati porteranno la loro capacità produttiva da rinnovabili da 13 mila megawatt nel 2007 a 50 mila megawatt nel 2015 (escludendo l’idroelettrico tradizionale).

Sacchetti di plastica: divieto di circolazione in tutto il mondo

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I sacchetti di plastica sono i principali responsabili dei crescenti danni ambientali in tutti i Paesi della Terra .
La campagna per proibirne l’uso sta di conseguenza prendendo sempre più slancio un po’ ovunque. Vediamo come viene affrontato il problema da una parte all’altra del mondo.
Il Sud Africa, nel maggio 2003, ha vietato l’impiego dei sacchetti di plastica sottili. In Eritrea, Ruanda e Somalia sono stati banditi nel 2005. La Tanzania ha introdotto il divieto totale nel 2006, il Kenia e l’Uganda hanno messo fuori uso quelli sottili a metà del 2007.
Negli Stati Uniti, la città di San Francisco è stata la prima in assoluto a vietarne l’uso nei grandi supermercati e nelle farmacie nel marzo del 2007. Diversi mesi dopo, anche nel resto della California si approvarono leggi che obbligavano i grandi supermercati a riciclare le buste di plastica.