A causa del sovrasfruttamento della pesca in Europa, l’Unione ha decretato una serie di regole stringenti che dovrebbero salvaguardare le specie in via di estinzione ed evitare che i nostri mari assomiglino sempre più ad un deserto. Ma siccome la ricerca del profitto viene sempre prima di qualsiasi norma, pare che molte barche europee abbiano deciso di superare i propri confini per andare a pescare altrove. E nonostante le regole ferree del Vecchio Continente piacciano un po’ ovunque, non vengono stabilite in nessun’altra parte del mondo.
Europa
Mobilità sostenibile: le autostrade per biciclette sempre più diffuse in Europa (tranne che in Italia)
Mentre in Italia continuiamo a dibattere sulle piste ciclabili che non riusciamo proprio a realizzare, nel resto d’Europa sono già avanti e le autostrade per biciclette spuntano come funghi. Il mese scorso vi avevamo dato notizia della prima autostrada ciclabile al mondo, realizzata in Germania, ma ora siamo già al passo successivo visto che anche in Inghilterra ed in Svezia ci sono progetti simili.
Rinnovabili, l’Europa punta sull’energia pulita nella Roadmap energetica 2050
Come sarà l’Europa nel 2050? Ha provato ad immaginarlo, con calcoli e proiezioni, la Commissione Europea sull’Ambiente che si è impegnata nel capire come sarà il mercato energetico tra una quarantina d’anni. E per farlo ha stilato ben 5 scenari diversi, a seconda delle direzioni che prenderanno i cittadini nelle scelte politiche ed economiche. In tutti gli scenari però una costante c’è sempre: le energie rinnovabili. Queste sono sempre viste come punto fondante di una politica di low-carbon, ed anche se le percentuali variano di molto, il fatto che una grossa fetta del fabbisogno sarà coperta dall’energia pulita è innegabile.
Europa: le compagnie aeree pagheranno il loro stesso inquinamento
La norma era stata fortemente contestata ed immediatamente respinta negli Stati Uniti ed in Cina, ma nella “verde” Europa ha trovato terreno fertile: la tassa sull’inquinamento delle compagnie aeree si farà. Lo ha deciso l’Alta Corte di Giustizia Europea che ha respinto i ricorsi delle compagnie aeree contro la decisione di imporre una tassa, come accade già per le industrie inquinanti, da pagare a seconda della CO2 emessa.
Congresso di Durban: Europa più dura del solito mentre gli Usa chiedono a Obama di fare qualcosa
Una svolta nelle trattative di Durban potrebbe essere stata impressa nelle ultime 24 ore. Anche se siamo ancora lontani dal trovare un accordo reale, due eventi hanno cambiato la storia del meeting. Prima di tutto c’è stata una presa di posizione dell’Unione Europea che, attraverso Joanna Mackowiak-Pandera, sottosegretario all’Ambiente della Polonia che ha parlato a nome dell’Ue, ha preso una posizione netta e autoritaria sul problema delle emissioni. E poi c’è stata una sorta di “minaccia” nei confronti di Obama da parte della sua stessa parte politica che gli ha fatto intendere che rischia la rielezione se tornerà dal Sudafrica ancora a mani vuote.
Nucleare: scovate tracce di iodio radioattivo in tutta Europa
L’abbiamo imparato a conoscere con la vicenda di Fukushima, ma c’è il rischio di conoscerlo ancor meglio sulla nostra pelle: tracce di iodio-131, materiale radioattivo che scaturisce dalle centrali nucleari, sono state rilevate in tutt’Europa nelle ultime due settimane. Lo hanno rilevato gli esperti dell’Agenzia Energia Atomica Europea (AIEA), i quali però brancolano nel buio dato che non sanno come mai questo materiale sia presente sulle nostre terre.
Pannelli fotovoltaici, la Sicilia fa concorrenza alla Cina
La Cappello Alluminio di Ragusa si è appena conquistata il marchio Made in Europe. Ha infatti ottenuto, prima azienda del Sud Italia a riuscirci e tra le prime in Europa, la certificazione Factory Inspection, emessa dal TUV Intercert, un documento che attesta una produzione interamente europea per i pannelli fotovoltaici della serie Micron. Cosa ha a vedere tutto questo con la Cina? Beh, premesso che l’Italia, dopo la Germania, rappresenta il secondo mercato mondiale dei pannelli solari, lo stesso non vale per i componenti dei prodotti finiti che escono dalle aziende italiane, dal momento che in questo ambito a dominare, arrivando, pensate un po’, fino a coprire l’80% dei “pezzi”, sono i mercati asiatici.
Congresso di Copenaghen: pronta la bozza per l’Europa
L’Europa, attraverso il Governo danese che ospiterà il prossimo congresso che deciderà le sorti del clima mondiale, ha proposto una prima bozza da presentare durante il meeting che inizierà il 7 dicembre prossimo. Il nuovo obiettivo parla del taglio del 50% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. Un obiettivo positivo, ma di cui non c’è tantissimo da andar fieri.
Per fortuna l’Europa aggiusta un po’ il tiro, migliorando la richiesta con i restanti punti presentati oggi, i quali parlano dell’80% del taglio delle emissioni che dovrà provenire dai Paesi industrializzati ed uno stanziamento di un fondo di almeno 30 miliardi di euro da erogare ai Paesi poveri entro il 2020, mentre fino al 2050 i miliardi per l’adeguamento dovranno essere 100.
Enea, on line gli acquisti green
L’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha lanciato finalmente on line il suo Buy Smart. Buy Smart è lo spazio web dedicato per il Green procurement for smart purchasing. Curato dall’Enea, responsabile per l’Italia, il sito ha l’obiettivo di promuovere finalmente gli acquisti verdi.
Un luogo virtuale, insomma, per l’acquisto di prodotti e servizi con determinate caratteristiche di sostenibilità ambientale: Green Public Procurement, o anche Gpp. Prodotti e servizi che stanno prendendo sempre più spazio nelle pubbliche amministrazioni di tutti i paesi europei. Anche nel Belpaese, che anzi è in posizione di ledership nel progetto.
Greenpeace: 8 milioni di posti di lavoro grazie alle energie rinnovabili
450 mila sono gli attuali impiegati nel settore delle rinnovabili in tutta Europa. 8 milioni potrebbero esserlo tra 20 anni. E’ questa l’estrema sintesi del nuovo rapporto sullo stato delle rinnovabili stilato da Greenpeace, il quale dimostra come sia possibile sfruttare questo campo in continua espansione e soprattutto sempre più redditizio.
Infatti, nonostante nel Vecchio Continente siamo solo all’inizio nell’applicazione delle energie rinnovabili, il fatturato complessivo è già di 40 miliardi di euro. Immaginate quanto potrà essere nel momento in cui l’energia pulita diventerà la più usata. Uno degli aspetti principali dell’idea di Greenpeace è che tale risultato, insieme a quello del taglio netto delle emissioni di CO2, potrà essere raggiunto anche senza ricorrere al nucleare.
La buona notizia: i provvedimenti sul clima in Europa funzionano
In Europa le emissioni sono in calo di 50-100 milioni di tonnellate l’anno, o in termini percentuali del 2,5-5% all’anno, mentre il mercato del carbonio ha ora un valore di oltre 56 miliardi di dollari. Si tratta di un grande risultato per l’Europa, ma che ha anche importanti conseguenze per il resto del mondo, soprattutto per gli Stati Uniti. L’accidentata strada del sistema di scambio di emissioni (ETS) è diventata efficace, proprio come vogliono fare i politici americani tramite il cap and trade.
Ma se il nostro Continente ha così tanti problemi (ad esempio l’Europa dell’Est continua ad inquinare senza limiti), cosa fa dell’Europa l’esempio da seguire per il resto del mondo? Uno degli aspetti potrebbe essere l’introduzione dello scambio di quote di emissione, ancora non attuato in tutti i Paesi, ma che secondo i primi dati sembra funzionare. Gli altri aspetti dopo il salto.
Biodiesel: Italia quarto produttore europeo
Chi l’ha detto che le auto pulite arriveranno tra decine di anni? Probabilmente sono più vicine di quello che ci aspettiamo. Da qualche anno è scattata in Europa una sorta di “gara” a chi produce più biodiesel, e l’Italia, di solito uno dei Paesi meno attenti all’ambiente, è sorprendentemente tra le prime posizioni.
Si sa che i biocarburanti non sempre sono eco-sostenibili. Se prodotti con materiali cosiddetti “food”, cioè quelli che si mettono in concorrenza con il cibo, sono controproducenti, e dunque nella maggior parte dei casi stanno venendo abbandonati. Ma ci sono diverse produzioni da materiali “no-food”, come fiori, alghe e batteri, in continua espansione sul mercato.
La buona notizia: il riciclaggio in Italia raddoppia
Sebbene l’Italia resti ancora indietro rispetto a molti Paesi europei in quanto a tasso di riciclaggio, stiamo crescendo abbastanza in fretta non solo nei campi ormai “classici” come quello della plastica e del vetro, ma anche con le nuove tecniche di riciclaggio, come quelle dell’alluminio e soprattutto delle lampadine.
Proprio le lampadine sono il campo di riciclaggio più intenso dei prossimi anni, visto che con l’espandersi delle lampadine ad alta efficienza energetica, quelle vecchie ad incandescenza sono sempre meno usate. Ma intanto in qualche modo bisogna smaltirle. Complice anche l’ingresso di diverse soluzioni, compresi i Led che si stanno facendo conoscere anche dalle nostre parti, i dati di Ecolamp, un consorzio no-profit che si occupa di smaltimento delle lampadine, sono incoraggianti: nell’ultimo anno la quantità di vecchi bulbi ad incandescenza è raddoppiata: da 160 tonnellate del 2008 a 320 tonnellate nei soli primi 6 mesi del 2009, un risultato superiore alle previsioni.
La buona notizia: Europa vicina agli obiettivi di Kyoto
Avremo anche tanti problemi d’inquinamento nella vecchia Europa, ma qualcosa di buono c’è, e cioè che stiamo rispettando i parametri imposti dal protocollo di Kyoto. A prescindere dalla crisi economica, che ha abbassato la produttività, e di conseguenza anche le emissioni di CO2, oggi arriva un plauso da Bruxelles perché i 15 Paesi più industrializzati dell’Unione Europea sono molto vicini al raggiungimento dell’obiettivo.
Al momento della stesura del Protocollo di Kyoto, l’obiettivo per l’Europa era di abbassare dell’8% le emissioni rispetto ai livelli del 1990, entro il 2012. Dal 2006 ad oggi c’è stato un costante calo nell’inquinamento, tanto che i 15 Paesi maggiori dell’Ue hanno già raggiunto il 5%, in pratica mancano soltanto 3 punti da risparmiare in tre anni per mantenerci entro gli obiettivi. Ma come al solito, non è tutto rose e fiori.