Tuvalu: la nazione che rischia di sparire diventerà 100% ecologica entro 10 anni

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Tuvalu, la quarta più piccola nazione del pianeta, ha annunciato che mira ad essere completamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili entro il 2020. Situato tra le Hawaii e l’Australia, la piccola nazione del Pacifico è uno dei pochi Paesi a fare qualcosa di concreto per combattere i cambiamenti climatici, forse perché è una di quelle che rischiano di sparire a causa degli effetti negativi dell’aumento del livello del mare.

La massima altezza sul livello del mare che l’isola raggiunge è soli 4,5 metri, e così le maree sono diventate sempre più dannose nel corso degli ultimi 10 anni, minacciando le abitazioni e il tenore di vita dei suoi 12.000 abitanti. Il governo di Tuvalu lavora con l’E8, un consorzio di 10 aziende di energia delle nazioni del G8 istituito dopo il Vertice della Terra di Rio 1992, come organizzazione no-profit. Il Governo di Tuvalu stima che ci vorranno circa 20 milioni di dollari in investimenti per raggiungere l’obiettivo del 100% di energia pulita entro il 2020.

Piano da 5 miliardi all’anno per le rinnovabili in Italia

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Non solo Stati Uniti e Cina. Anche l’Italia ha il suo piano nazionale per le rinnovabili. O meglio, lo avrà se la smetteranno di litigare in Parlamento e si decideranno a mettersi ad un tavolo per discutere seriamente. E’ l’auspicio di Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che, nel corso della giornata mondiale del vento, ha annunciato che l’Italia sta preparando il suo piano ecologico, il quale sarà pronto entro un anno.

E’ fissata per il giugno 2010 la scadenza per la presentazione del progetto che cambierà per sempre il pensiero energetico italiano. Si abbandoneranno quindi gli investimenti nel petrolio, nel gas, o peggio nel carbone, e si darà più spazio alle rinnovabili, in particolare al vento. Secondo Ronchi, dovrà essere stabilita una copertura del 17% del fabbisogno energetico nazionale dalle fonti rinnovabili entro il 2020.

Italia-Tunisia, accordo sulle rinnovabili

Che l’Italia fosse agli ultimi posti come produzione di energia rinnovabile al mondo, questo lo si sapeva già. Ma vedere che alcuni Stati africani sono più avanzati di noi, fa un certo effetto. Per una volta però l’iniziativa promossa dal Governo ha un buon fine, e cioè importare dall’estero energia pulita.

L’Italia è un grande importatore di energia, dato che fonti di ogni genere da noi sono quasi assenti. Arriva il nucleare dalla Francia, il gas dalla Russia, il petrolio da diverse parti del mondo, ed ora anche un po’ di rinnovabile dalla Tunisia.

Il direttore generale del Ministero dell’Ambiente italiano Corrado Clini, e il Ministro dell’Energia della Tunisia Afif Chelbi hanno ieri raggiunto l’accordo per collegare i due Paesi con un enorme cavo trasportatore che collegherà la piattaforma tecnologica tunisina, la quale comprenderà diverse fonti energetiche, dal solare all’eolico, fino alle biomasse, e l’Italia, che ne importerà gran parte.

G8 ambiente: si comincia dal rinnovabile

La notizia sensazionale che trapela dai primi incontri del g8 sull’ambiente di Siracusa è che il nostro Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha finalmente cominciato a parlare di energie rinnovabili. La ministra che non ha fatto una grinza in Parlamento quando si è parlato di nucleare, quando si è fatto uno scempio nella gestione dei rifiuti, e quando sono stati tagliati i fondi per l’edilizia ecologica; ma davanti agli altri ministri dell’ambiente del mondo ha incentrato il suo discorso sulla necessità di puntare sul rinnovabile.

In particolare sull’eolico, ma anche sul sole. La discussione sulla veridicità dei dati sul riscaldamento globale e sull’impatto ambientale dell’uomo per fortuna non è stata nemmeno aperta, dato che finalmente nessuno più mette in dubbio i dati sul clima. Nobuo Tanaka, responsabile dell’agenzia internazionale dell’energia, ha aperto il congresso con dei dati a dir poco tragici: se continuiamo così, senza prendere provvedimenti ambientali, entro il 2030 le emissioni di CO2 aumenteranno del 45%, con un aumento della temperatura globale di 6 gradi.

Prime reazioni all’Earth Day: Barack Obama

Il motivo del recente silenzio sul problema ambientale di Barack Obama è presto spiegato. Il presidente degli Stati Uniti, in puro stile cinematografico-americano, ha voluto dire la sua sul futuro della Terra attendendo proprio l’Earth Day, il giorno in cui le maggiori attenzioni del mondo sono dedicate a questa problematica.

Ma il suo annuncio non arriva da Siracusa, dove sono riuniti i ministri dell’ambiente di mezzo mondo, ma dalla sua America, e più precisamente dall’Iowa, uno degli Stati chiave per la sua campagna elettorale. Qui, in risposta al g8, ha “lanciato la pietra”, tentando di dare spunti sui quali discutere e magari decidere collettivamente.

I punti centrali del suo intervento sono stati sulle energie rinnovabili, sui provvedimenti che gli Stati possono e devono prendere a livello politico, e sulle auto. Importante per Obama è stato anche ribadire che gli States sono e devono essere, anche per il futuro, il punto centrale della rivoluzione ecologica, e che con il loro esempio devono essere il leader mondiale della svolta.

Vento al lavoro, Ewea: “per trovare un’occupazione i giovani si specializzino nell’eolico”

Un vero e proprio gap, quello evidenziato dall’Ewea, relativamente alle figure professionali da impiegare nel settore dell’energia eolica. Due, in particolare, le posizioni che rimangono spesso scoperte per mancanza di candidati: gli ingegneri e il personale addetto alla gestione degli impianti industriali.

Queste le lacune lamentate dai produttori, alle quali si aggiungono le difficoltà a reperire esperti nel settore eolico denunciate dai promotori che operano nel rinnovabile: mancano i project manager, vale a dire i professionisti addetti all’ottenimento dei permessi per costruire i parchi eolici, con tutto quello che questo oneroso compito comporta: richiesta di autorizzazioni, conoscenza del territorio, raggiungimento del via libera alla concretizzazione dei progetti. Il lavoro manca e questo è un dato di fatto, ma allora perchè lasciare posti vuoti, non coperti, proprio in un settore in espansione che promette grandi cose per il futuro, soprattutto in Europa, da sempre in prima linea sulle energie pulite?

Energia eolica, nuove prospettive negli Stati Uniti per sopperire alla mancanza di vento

Energia eolica. Dopo il solare è il settore su cui più punta Obama per il suo Green new deal. Ma se il vento cala e viene a mancare? Come sopperire all’improvviso deficit di rifornimento energetico pulito? Una inaspettata mancanza di vento negli Stati Uniti può infatti tutt’oggi causare black-out, malgrado gli scienziati delle rinnovabili stiano mettendo a punto turbine sempre più sofisticate, in grado di immagazzinare l’energia in eccesso quando il vento è intenso per poi riutilizzarlo al momento opportuno, quando c’è calma piatta nell’aria.

Questo è un problema che molte regioni degli Stati Uniti d’America possono affrontare a breve e medio termine, come conseguenza della crescente dipendenza del paese dalle energie rinnovabili, in particolare l’energia eolica.
Anche se la posizione di Stati Uniti d’America in un contesto internazionale in materia di energie rinnovabili è ancora incipiente, lo sviluppo dell’energia eolica in questo paese è il più alto del mondo. A causa di tale circostanza, l’Argonne National Laboratory (ANL) della rete dei laboratori del Dipartimento di Energia degli Stati Uniti ha chiesto all’INESC Porto di sviluppare una piattaforma per la previsione di energia eolica negli Stati Uniti.

Anche la Cina adotta il Green New Deal

Da quando Obama ha lanciato l’idea del Green New Deal tutto il mondo si è mobilitato per attuarlo. Compresi quei Paesi proprio non “amici” degli Stati Uniti come la Cina. Il mega-Stato asiatico, leader nell’inquinamento globale avendo il 100% delle proprie industrie alimentate a carbone, ha deciso di dare uno strattone definitivo a quest’andazzo, rivoluzionando tutto ed istituendo il nuovo programma ambientalista cinese.

A darne notizia è stato il direttore generale del Ministero dell’Energia Zhang Guobao, che ha annunciato una manovra del valore di circa 65 miliardi di euro, da investire nell’ambientalismo. Niente aiuti alle aziende o alle auto; Guobao punta dritto al cuore del problema, l’energia. Questa enorme quantità di denaro verrà investita in nuove forme di sviluppo energetico, che vanno dalle rinnovabili al carbone pulito, fino a nucleare.

Progetti eolici offshore, in Europa spira un vento nuovo

Energia eolica. Energia pulita. Energia rinnovabile. Nuovi posti di lavoro. Si, è proprio un vento di cambiamento quello che spira sull’Unione Europea, che soffia per portare un’ondata di freschezza sulla monotonia di vedute e sulla fase di stallo che la rivoluzione ecologica sembra stia attraversando a causa della crisi economica.

Cinquecento milioni di euro sono stati stanziati dalla Commissione Europea per i progetti eolici offshore. E la nota positiva è che i fondi sono destinati alla ripresa economica. Non si parla più di denaro da buttare a fondo perduto nell’ambientalismo e nell’ecologia, come se si stesse facendo beneficenza. Finalmente ci sono progetti con un ritorno economico, c’è concretezza. Che finalmente economia possa far rima e soprattutto pace con ecologia?

Ecco come risponde il mondo alla rivoluzione ecologica di Obama

Il suo insediamento avverrà tra soli 4 giorni, ma i suoi programmi sono già molto chiari: si uscirà dalla crisi principalmente grazie all’ecologia. Tra i provvedimenti che il neopresidente degli Stati Uniti Barack Obama ha intenzione di intraprendere, ci sarà una manovra da 150 miliardi di dollari (sul totale dei 770 di cui avrà bisogno), da investire nell’ambito ecologico. Dove esattamente si conosceva da tempo: solare, eolico e industrie con basse emissioni di carbonio.

Tutto questo significherebbe in prima istanza l’indipendenza quasi totale degli Stati Uniti dalle fonti energetiche straniere, ma anche (ed è questo il punto fondamentale) la nascita di milioni di posti di lavoro che riassorbirebbero tutti quei dipendenti che hanno perso il posto durante questi mesi di crisi economica. Sono stimati in circa 5 milioni i posti di lavoro disponibili nell’ambito ecologico. Altri provvedimenti saranno intrapresi per l’industria dell’auto, dato che pare essere proprio l’auto ecologica il mezzo del futuro, l’unico in grado di far uscire dalla crisi l’industria automobilistica. Siamo ancora a livello progettuale, ma già in giro per il mondo ci sono molte nazioni che stanno prendendo ad esempio le parole di Obama e si stanno attrezzando per imitarlo, dalla Gran Bretagna al Giappone, fino addirittura alla Corea del Sud.

Eolico, in Italia il 37% in più nel 2008

Eolico alla riscossa, persino in Italia. L’energia del vento ha visto un bell’aumento – decisamente insperato – nel Bel Paese durante il 2008:  è passata da 2.726 megawatt di potenza

Passo indietro delle rinnovabili in Italia

Ma non dovevamo andare avanti? Secondo uno studio del Gestore del servizio elettrico nazionale, in Italia la produzione di energia elettrica proveniente dalle rinnovabili sta diminuendo. E’ quanto si apprende dai dati diffusi sullo studio che va dal 1994 al 2007, che vedono un progressivo aumento di produzione, con alti e bassi, di energia pulita, fino al crollo dello scorso anno.

Sono circa 3000 i gigawattora prodotti in meno nel nostro paese lo scorso anno, e a farne le spese è stato il settore portabandiera della nostra energia pulita, l’idroelettrico, sceso da una produzione oraria di quasi 37 mila gigawatt a 32.800.

Arriva MARS il dirigibile ad energia eolica che produce elettricità

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Magenn Air Rotor System (MARS) è il prototipo di un innovativo pallone aerogeneratore, che la canadese azienda produttrice Magenn power intende commercializzare a partire dal 2009. MARS è una sorta di dirigibile in grado di produrre elettricità sfruttando l’energia eolica da 150-250 metri dal suolo. Il pallone può essere gonfiato con diversi gas, come l’elio, l’idrogeno o argon, che gli permettono di sollevarsi in aria, dai 120 ai 300 metri, e trovare le migliori condizioni di vento.

La turbina, di cui MARS è dotato, si aziona con la forza del vento e produce energia ruotando su un asse orizzontale. L’energia prodotto viene, poi, convogliata a terra, tramite un cavo di circa 300 metri, per essere o utilizzata subito o immagazzinata in delle apposite batterie.

Il mondo senza petrolio raccontato da Dario Fo

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Inutile negarlo: il petrolio non è una fonte inesauribile. Prima o poi le riserve dell’oro nero finiranno e la nostra vita cambierà inesorabilmente. Secondo il celebre drammaturgo Dario Fo, il vertiginoso aumento del prezzo del petrolio è legato alla scarsità delle risorse del greggio.
Nel libro L’apocalisse rimandata- ovvero benvenuta catastrofe! (ed. Guanda, 15,00 euro), Fo immagina cosà ci accadrà quando il petrolio sarà realmente finito.