Worldwatch: “Le previsioni sui cambiamenti climatici? Peggio del previsto”

Da un paio d’anni va di moda andare controcorrente sul problema climatico. Su tutti i media il dibattito è sempre aperto a proposito del surriscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci, e tutte le problematiche che riguardano la Natura. Molti ben pensanti dicono che queste sono tutte favolette e che non è vero nulla, ma poi molto spesso si scopre che si tratta di sedicenti esperti sguinzagliati dalle lobby del petrolio.

In tutto questo dibattito oggi interviene il Worldwatch Institute, un istituto di ricerca indipendente americano il quale, con la pubblicazione del suo rapporto “State of the world 2009” probabilmente chiuderà la bocca a molti scettici. Il periodo di osservazione va dal 1990 al 2007, e sul rapporto si legge che le previsioni poco rassicuranti fatte finora sono state fin troppo caute: il cambiamento climatico è peggio del previsto. I primi dati resi noti in questi giorni suddividono il problema in quattro categorie, riassunte nella seconda parte dell’articolo: emissioni, stato dei mari, cambiamenti climatici e la cura per salvarci.

Bosch punta sulle rinnovabili e investe nelle celle solari al silicio cristallino

Bosch insieme al gruppo ersol Solar Energy ha annuncito di voler ampliare la propria capacità produttiva di celle e moduli solari al silicio cristallino. E’ stato approvato, infatti, il progetto che prevede l’espansione della capacità produttiva nello stabilimento di Arnstadt, in Germania. Sono stati stanziati circa 530 milioni di euro che, entro il 2012, porteranno la capacità dell’impianto tedesco a circa 630 megawatt. Nel dettaglio, oltre il potenziamento delle strutture già esistenti, verranno costruiti un’importante impianto di produzione di celle solari al silicio cristallino, un impianto per l’assemblamento dei moduli e diversi uffici amministrativi. Secondo quanto annunciato dall’azienda, i lavori di ampliamento dovrebbero portare oltre mille posti di lavoro, ben distribuiti nelle sedi di Erfurt e Arnstadt. e vendite per oltre 400 milioni di euro solo nel corso del 2009.

Obama chiama Al Gore per risolvere i problemi climatici

La svolta ecologica passa anche e soprattutto dalla politica, e il politico più ambientalista della storia, Al Gore, ritorna a far sentire la sua voce grazie a colui che guiderà il mondo per i prossimi 4 anni: Barack Obama. Il neo presidente eletto degli Stati Uniti, intento in questi giorni a formare la squadra di Governo, ha annunciato di aver chiesto una mano all’ex candidato alla Casa Bianca del Partito Democratico per rendere la sua squadra il più ecologica possibile.

L’annuncio lo ha dato ieri il Washington Post, il quale ha rivelato l’incontro tra Obama, il suo vice Biden e Al Gore, per discutere di cambiamenti climatici e di energie rinnovabili. Un primo segnale importante che segnala la svolta ecologica dell’amministrazione americana, come promesso in campagna elettorale.

Non credete nelle rinnovabili? Ecco 10 miti che vi faranno cambiare idea

Si chiama “Ten technologies to save the planet” ed è il libro che, si spera, faccia cambiare idea ai tanti scettici dell’ecologia, ed in primo luogo sulle energie rinnovabili. Scritto dal britannico Chris Goodall, esperto di energie rinnovabili, sta per uscire in tutto il mondo. Si tratta di un decalogo di tutte le dicerie e i classici “miti” di cui molti sono convinti, ma che purtroppo sono tutti completamente o in parte falsi, e che per questo vanno sfatati. Eccoli riassunti da Repubblica, e che Ecologiae vi riporta:

1) L’energia solare non è troppo costosa. Si può pensare il contrario prendendo in considerazione le vecchie tecnologie, quelle con pannelli enormi e costosi, ma con quelle nuove (e su questo sito ne trovate tante) le alternative sono molteplici, e soprattutto a costi più bassi.

Ecco come le rinnovabili soppianteranno i combustibili fossili

Uno dei primi provvedimenti del Presidente-eletto Barack Obama è stato, come da campagna elettorale, investire sulle rinnovabili. Ancora non ha il potere di legiferare, ma ha promesso che stanzierà 150 miliardi di dollari per le rinnovabili nei prossimi 10 anni.

L’idea non è completamente sua, ma proviene dall’ideale di Al Gore, candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 2000, il quale promise che investendo pesantemente sulle risorse rinnovabili, nel giro di 10 anni sarebbe stato possibile, almeno in America, sostituire al 100% i combustibili fossili. Una sfida un pò troppo ottimistica anche per gli esperti di Greenpeace, ma che Obama ha voluto raccogliere in quanto, anche se non si dovesse riuscire a sopravvivere esclusivamente con le rinnovabili, almeno esse avrebbero fornito una buona percentuale di energia alla Terra. Sempre meglio della situazione attuale.

Rinnovabili in crisi se il prezzo del petrolio scende

Lo abbiamo visto salire alle stelle nei mesi scorsi, suscitando preoccupazioni, crisi, lamentele da parte degli automobilisti. E ora calare di nuovo di prezzo, facendo tirare un sospiro di sollievo agli acquirenti. Si parla del petrolio, l’oro nero più conteso, dibattuto, criticato, rilanciato sul mercato.
Può essere definito un po’ il carburante per eccellenza del mondo, muove la Terra intera, le attività dell’uomo, i trasporti.

Eppure, per un momento, pochi, troppo pochi, giorni ci era parso possibile persino pensare di vivere senza, di farne a meno, di poter usare la bicicletta, i mezzi di trasporto pubblico, il carsharing, tutto pur di evitare un dispendioso e tanto temuto pieno.

Partita la raccolta firma per dire no al nucleare

Il nucleare è un’energia pericolosa e antiambientalista, e per questo va ostacolata. E’ con quest’intenzione che Legambiente ha indetto una campagna di raccolta firme contro il nucleare, per far sentire il proprio dissenso alla politica italiana che pare non aver imparato nulla dalla storia, e che in campo energetico vuol tornare indietro di 30 anni.

Secondo il Governo Berlusconi infatti il nucleare in Italia dovrebbe arrivare a coprire circa il 25% del fabbisogno energetico nazionale. Per raggiungere quest’obiettivo alquanto assurdo, si dovrà far fronte ad un esborso di tantissimi miliardi pubblici, per ottenere forse la metà del previsto e forse tra 20 anni. Tutto questo non va bene, perchè toglie risorse alle rinnovabili, più economiche e soprattutto disponibili da subito, ed è per questo che noi di Ecologiae.com e Legambiente diciamo di no al nucleare.

Sarah Palin: una vicepresidente poco attenta all’ambiente che fa il tifo per i carburanti fossili

Una politica energetica poco attenta alla salute dell’ambiente. E’ quella presentata dalla candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti nonchè governatrice dell’Alaska, Sarah Palin. La vice di Mc Cain, infatti, in un discorso tenutosi a Toledo, nell‘Ohio, ha illustrato, rivolgendosi alla Xunlight Corporation, azienda costruttrice di pannelli solari, la sua visione energetica basata soprattutto sull’impiego dei carburanti fossili. I pilastri della politica energetica della Palin sono il petrolio e le altre fonti fossili: si punta allo sviluppo del nuovo petrolio, del carbone pulito, delle centrali nucleari (se ne prevedono 45 da realizzare entro il 2030), delle trivellazioni e dei gasdotti. Per quanto riguarda le energie rinnovabili la vice di Mc Cain si dichiara scettica sulla loro efficacia in quanto non hanno applicazione immediata e afferma che bisogna pur procedere con esse ma non a discapito delle fonti fossili.

UE contro Berlusconi, atto secondo: scende in campo Napolitano

“Le esigenze di sostenere l’economia non devono sopravanzare il rispetto e la tutela dell’ambiente”

Così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sentire la sua voce sulla questione che sta mettendo in ridicolo l’Italia di fronte all’Unione Europea. La questione ambientale, che vi avevamo riportato ieri, ha visto venerdì un nuovo round, con la risposta del Commissario europeo all’ambiente Stavros Dimas, che ha parlato di “numeri sbagliati” dati dall’Italia per far fronte ai provvedimenti imposti dall’Unione sull’ormai famoso pacchetto del 20-20-20.

Secondo Dimas infatti l’Italia sarebbe il Paese che all’interno dell’Unione Europea ci guadagnerebbe di più se si dovessero adottare le politiche previste, e il costo da sostenere sarebbe di gran lunga inferiore di quello raccontato da Berlusconi (circa la metà).

Costo delle rinnovabili: idroelettrico

Terzo appuntamento con la verifica sul portafoglio delle energie rinnovabili, dedicato ad una delle fonti più snobbate in assoluto, ma molto spesso una delle più efficienti: l’idroelettrico. Come per le precedenti tecnologie, anche su questa rinnovabile il nostro blog vi ha già informato sulle tante alternative disponibili. Per chi non le avesse ancora dato un’occhiata, c’è la possibilità di consultarle cliccando su questo link.

Come già accennato in un altro articolo, questa fonte è una delle meno utilizzate solo per scopi logistici. Infatti per essere efficiente ha bisogno di molta acqua, e per questo alcune nazioni sono giustificate. Molte ma non l’Italia, circondata per 3/4 dal mare, che ancora non ha saputo sfruttare.

5 miti da sfatare sull’energia eolica

L’energia eolica dovrebbe essere l’energia rinnovabile più semplice da capire. E invece ci sono sedicenti esperti che ne parlano in maniera confusionaria e sbagliata, confondendo ulteriormente le idee ad un pubblico che cerca di saperne sempre di più, ma che molto spesso si ritrova a capirci ancora meno di quanto non sapesse prima di approcciarsi al problema.

Gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale di energia eolica con circa 17 mila Mw di potenza installati che soddisfano l’1,2% della richiesta nazionale di energia elettrica (in Italia siamo al settimo posto con quasi 2000 Mw e all’incirca 1,5% del fabbisogno nazionale). Ma sia negli States che nel nostro Paese ci si sta rendendo conto che è una fonte su cui bisogna puntare sempre di più perchè più facile da ottenere e meno costosa, come dimostrano anche i dati di incremento degli ultimi anni. Per questo ci sono alcuni puntini che vanno messi su molte i.

Chi cambierà la Casa Bianca in Casa Verde: John McCain o Barack Obama?

La campagna elettorale per le presidenziali statunitensi viene seguita con molto interesse da tutto il mondo, in Italia, in particolare, ogni giorno ci propinano servizi dettagliati fino all’eccesso di ogni singolo movimento, vizio, lezzo  e respiro dei due  candidati al governo degli Stati Uniti, come se non bastasse parlarci del nuovo abito della Bruni o dello spinello del figlio di Carlo d’Inghilterra.
D’altra parte, dobbiamo essere informati di quanto accade di importante nel mondo, no?

Bando alle polemiche, nel corso delle ultime elezioni italiane eravamo andati a caccia di ecologia nei programmi dei vari partiti in lizza per il governo e c’è chi si è stupito della svolta nucleare del centrodestra italiano, malgrado fosse già tutto scritto da tempo proprio nel manifesto programmatico dei maggiori partiti di destra. Non dite che non vi avevamo avvisato!
Anche questa, d’altra parte, è lacuna di informazione da parte di elettori che raramente leggono dettagliatamente le reali intenzioni dei propri rappresentanti in Parlamento, in un clima di ignoranza politica inaccettabile.
Oggi vogliamo analizzare i programmi ambientali di John McCain e Barack Obama, rispettivamente del Partito Repubblicano e del Partito Democratico, alla luce dell’emergenza ambientale che reclama attenzione soprattutto dagli Stati Uniti, che insieme alla Cina inquinano il mondo più di ogni altro Paese.