Ideato un metodo per far diventare i pannelli solari più potenti e meno costosi

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Uno dei principali svantaggi dell’uso delle energie rinnovabili è sicuramente il costo. Attraverso la tesi “La preparazione e lo studio di pellicole sottili per applicazioni fotovoltaiche” presentato all’Università Jaume I, Teodor Krassimirov ha tentato di rendere lo sviluppo di efficaci pannelli solari più facile e meno costoso.

In questa tesi, egli propone l’uso di metodi di sintesi più economici utilizzando i composti a base di zolfo (calcopiriti) come alternativa a quelli usati fino ad ora. Delle sottili pellicole per le applicazioni fotovoltaiche sono ottenute attraverso costosi processi di sintesi che hanno bisogno di essere ottimizzati. Dice Purificación Escribano, docente di Chimica Inorganica e co-direttore della tesi insieme al docente senior Juan Carda:

Abbiamo deciso di proporre un processo di sintesi a basso costo per la preparazione della pellicola basato sulla struttura della calcopirite come alternativa al silicio, che è un materiale altamente efficiente, ma costoso da ottenere.

Solarexpo: l’Italia c’è, il Governo no

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Ancora una volta il Governo dimostra la sua completa mancanza di sensibilità verso la politica delle energie rinnovabili, il vero motore per uscire dalla crisi. Si è appena conclusa Solarexpo, la fiera dell’energia solare che come ogni anno si è tenuta a Verona dal 7 al 9 maggio. Una fiera che, di anno in anno, va ad incrementarsi, con nuovi padiglioni (quest’anno erano 9, tre in più rispetto alla scorsa edizione), 64 mila visitatori (record) e tante, tantissime aziende, non solo italiane, decise ad investire in questo campo.

Insomma, c’erano tutti, tranne i rappresentanti di Governo. Si attendevano il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, l’uomo che ha a cuore il nucleare, e la Ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Si attendevano, appunto. Perché si sono fatti attendere talmente tanto che si è capito che alla fine non sarebbero più venuti. Lo sconcerto non viene tanto nel sapere che i ministri del nostro Governo non si siano informati sulle nuove tecnologie rinnovabili. Il problema è che siccome con loro si muove anche una grande macchina mediatica, mancando la loro presenza, le uniche telecamere che si sono viste a Verona sono state quelle di qualche network locale, finendo con lo scomparire della notizia a carattere nazionale.

Progettato il palazzo più ecologico del mondo: ha orto, fattorie ed impianti ad energia rinnovabile

Qualche tempo fa vi parlavamo della “moda” dei giardini pensili nelle città moderne. Essi sono in grado, grazie a specifiche piante che si possono inserire sia sui terrazzi che sui muri esterni dei palazzi, di isolare l’intera casa, permettendo un minor consumo di energia per il riscaldamento o il raffreddamento degli interni, risparmiando così in emissioni di CO2 (oltre che nel portafoglio).

Cavalcando quest’onda, ma anche esagerandola un po’, gli architetti Romses recentemente hanno vinto un concorso che si è tenuto nella città di Vancouver dal tema “per affrontare il cambiamento climatico e per guidare un più denso sviluppo in maniera ecologica, riducendo le emissioni di anidride carbonica per il futuro”. Guardate un po’ che si sono inventati.

La popolazione insorge e l’allargamento della centrale nucleare si blocca

Nello Stato del Missouri è stato legiferato un programma di utilità pubblica, che mira ad espandere un impianto di generazione di energia nucleare già esistente, il quale consente di elevare il tasso di apparecchiature elettriche per i clienti, i quali pagheranno i costi futuri di tale progetto. I contribuenti hanno reagito male, e sia la normativa che i piani di espansione sono state archiviati.

In questo periodo le imprese del settore energetico nel Missouri non sono autorizzate ad aumentare le loro tariffe di energia elettrica per pagare le nuove costruzioni a causa di una legge approvata nel 1976, dopo che la prima centrale nucleare di Callaway fu costruita. Tutti i costi di costruzione devono essere finanziati dagli investitori, i prestiti bancari e da altre fonti. Ma l’opposizione non è avvenuta soltanto perché le tariffe energetiche sarebbero improvvisamente lievitate, ma anche per una forte presa di posizione da parte della popolazione contro il nucleare.

Protocollo di Kyoto, partono gli stanziamenti statali da 600 milioni di euro

Il G8 sull’ambiente deve aver fatto bene al Governo italiano perché finalmente, a 7 anni di distanza dall’attuazione (sulla carta) del protocollo di Kyoto, ha finalmente stanziato ben 600 milioni di euro per tentare di raggiungere tali obiettivi.

Dopo la discussione sul tentativo di salvataggio dell’economia o dell’ambiente, si è capito che le due cose vanno di pari passo, ed in questo modo, stimolando il miglioramento ambientale, si stimolerà anche l’economia. Questi 600 milioni, messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente, saranno destinati in base alle macroaree italiane a seconda delle necessità, le quali saranno all’incirca per il 40% al Nord, 40% al Sud e 20% al Centro, suddivise in 7 campi d’azione nella prima tranche di finanziamenti da 200 milioni.

G8 ambiente: si comincia dal rinnovabile

La notizia sensazionale che trapela dai primi incontri del g8 sull’ambiente di Siracusa è che il nostro Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha finalmente cominciato a parlare di energie rinnovabili. La ministra che non ha fatto una grinza in Parlamento quando si è parlato di nucleare, quando si è fatto uno scempio nella gestione dei rifiuti, e quando sono stati tagliati i fondi per l’edilizia ecologica; ma davanti agli altri ministri dell’ambiente del mondo ha incentrato il suo discorso sulla necessità di puntare sul rinnovabile.

In particolare sull’eolico, ma anche sul sole. La discussione sulla veridicità dei dati sul riscaldamento globale e sull’impatto ambientale dell’uomo per fortuna non è stata nemmeno aperta, dato che finalmente nessuno più mette in dubbio i dati sul clima. Nobuo Tanaka, responsabile dell’agenzia internazionale dell’energia, ha aperto il congresso con dei dati a dir poco tragici: se continuiamo così, senza prendere provvedimenti ambientali, entro il 2030 le emissioni di CO2 aumenteranno del 45%, con un aumento della temperatura globale di 6 gradi.

Prime reazioni all’Earth Day: Barack Obama

Il motivo del recente silenzio sul problema ambientale di Barack Obama è presto spiegato. Il presidente degli Stati Uniti, in puro stile cinematografico-americano, ha voluto dire la sua sul futuro della Terra attendendo proprio l’Earth Day, il giorno in cui le maggiori attenzioni del mondo sono dedicate a questa problematica.

Ma il suo annuncio non arriva da Siracusa, dove sono riuniti i ministri dell’ambiente di mezzo mondo, ma dalla sua America, e più precisamente dall’Iowa, uno degli Stati chiave per la sua campagna elettorale. Qui, in risposta al g8, ha “lanciato la pietra”, tentando di dare spunti sui quali discutere e magari decidere collettivamente.

I punti centrali del suo intervento sono stati sulle energie rinnovabili, sui provvedimenti che gli Stati possono e devono prendere a livello politico, e sulle auto. Importante per Obama è stato anche ribadire che gli States sono e devono essere, anche per il futuro, il punto centrale della rivoluzione ecologica, e che con il loro esempio devono essere il leader mondiale della svolta.

G8 agricoltura, un buon passo in avanti verso l’agricoltura sostenibile

Ormai in Italia nessuno più si illude che possa cambiare qualcosa dal punto di vista ambientale, però questo genere di incontri, che comportano impegni a livello internazionale in cui i vari ministri ci mettono la faccia, danno almeno un minimo di speranza.

Il nostro Ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, uno dei pochi personaggi positivi dell’attuale Governo, ha condotto molto bene il g8 di Treviso, concludendo, almeno questo, con un documento che significa un impegno concreto da parte delle 8 potenze mondiali per migliorare la situazione del mondo dal punto di vista della produzione e fornitura di cibo, ma anche dal punto di vista ecologico. La frase che meglio riassume questa nuova “speranza” si legge sul documento finale:

rimuovere gli ostacoli all’utilizzo sostenibile dei fattori della produzione agricoli.

Che sia un momento di svolta? Ce lo auguriamo tutti.

Nuove invenzioni ecologiche, dal fornello solare all’acqua potabile eolica

Ideate dai maggiori cervelloni mondiali per risolvere i tanti problemi che hanno milioni di persone nei Paesi poveri, tantissime invenzioni sono state brevettate sfruttando le energie rinnovabili le quali, un giorno e se ce lo permetteranno, potrebbero entrare a far parte anche del nostro uso quotidiano. Non si tratta di tecnologie o prodotti scadenti, tipo il computer a manovella per i Paesi africani.

Qui stiamo parlando di tecnologie di ultima generazione, anche più avanzate rispetto a quelle utilizzate oggi normalmente, le quali hanno la grande capacità di essere funzionali anche senza sprecare risorse. Un esempio? Il fornello solare che, anziché utilizzare le pericolosissime e dispendiose bombole del gas da campeggio, permette di cucinare, riscaldare l’acqua e renderla potabile grazie a dei pannelli solari. Con un costo non esorbitante. Il costo di fabbricazione è di 5 dollari, se si evitano troppi passaggi di mani, il costo finale non sarà elevatissimo, almeno non più dei vecchi forni a gas.

Parte il mega-programma sulle energie pulite anche in Cina

Ennesima mossa ecologica proveniente dal Paese più odiato dall’Occidente, di cui nessuno dà notizia. La Cina ha appena annunciato che sta redigendo un piano di stimolo per rafforzare le sue industrie energetiche basate sulle fonti rinnovabili. Forse ispirata da qualche altra nazione, visto che la ricerca e la libertà di pensiero in Cina non sono delle migliori, ha recentemente deciso di usare i fondi pubblici per sostenere il nascente settore delle energie rinnovabili, in modo da rafforzare immediatamente i piani ecologici, per far diventare quella nazione il Paese con la più grande industria solare ed eolica del mondo. Un pò da megalomani, ma un Paese da un miliardo e mezzo di abitanti se lo può permettere. Ma qual è il grande piano di energie rinnovabili proposto?

I dettagli sono vaghi, ma molto probabilmente il piano prevede di fornire maggiori sovvenzioni pubbliche alle aziende del settore. Per ora abbiamo solo l’annuncio che un piano è in fase di elaborazione, e questo è stato sufficiente a causare un agitazione nel paese che ha cominciato a produrre turbine eoliche a più non posso, aumentando la propria produzione del 10%. Il settore del solare invece, secondo le rilevazioni di Bloomberg, è passato da una produzione del 4% al 9%.

All’Umbria l’oscar delle rinnovabili

Chi l’ha detto che in Italia non si fa nulla per l’ecologia, ed in special modo per le energie rinnovabili? Certo, potremmo fare di più, molto di più, soprattutto a livello collettivo, ma intanto ci sono già delle eccellenze che sono state premiate.

Martedì sera a Bruxelles c’è stata la notte degli oscar per l’energia rinnovabile, e l’ambito premio è andato ad un progetto tutto italiano, quello del “Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre s.r.l., Acquasparta” nella categoria del premio ” Comunità Energetiche Sostenibili”.

Energie rinnovabili: nasce l’agenzia internazionale IRENA

Un’agenzia internazionale per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili. Questo è IRENA, acronimo di International Renewable Energy Agency, nata ufficialmente ieri in seguito alla firma dell’atto costitutivo a Bonn, in Germania, nell’ambito della Founding conference. Sono settantacinque, al momento, i Paesi firmatari tra cui Germania, Spagna e soprattutto l’Italia. Scopo principale della nuova Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili è quello di dare un forte impulso allo sviluppo, a livello globale, delle energie rinnovabili e di offrire agli Stati membri un punto di riferimento per quanto riguarda consulenze politiche, tecniche e finanziarie in ambito energetico.

World Future Energy Summit: la speranza per un nuovo mondo ecologico

Ad Abu Dhabi, la città più ricca del pianeta, la vita è da sogno. La media di reddito procapite ammonta all’incirca intorno ai 17 milioni di dollari. Questo è dovuto dal fatto che i ricchi cittadini arabi sono seduti su un’immensa fortuna nera chiamata petrolio (circa un decimo di quello presente su tutta la Terra). Ma nonostante ciò, anche questi magnati del petrolio sono interessati alle energie rinnovabili. Può sembrare un controsenso, ma è così.

La sfida dei prossimi anni, accettata da tutti questi miliardari, è di investire enormi quantità di denaro nel nuovo settore dell’economia basato sull’energia pulita. Gli stessi leader si rendono conto infatti che, anche se di petrolio ce n’è ancora a sufficienza, esso non ci sarà per sempre. Per questo motivo meglio premunirsi e farsi trovare pronti all’eventualità che i rubinetti rimangano improvvisamente a secco.

La Cina investe nel solare. Progettata la più grande centrale del mondo

Una centrale solare fotovoltaica destinata a diventare la più grande del mondo. E’ quanto ha annunciato di voler costruire la Cina. Il progetto, realizzato dalla società China Technology Development Group Corp, prevede la realizzazione nel bacino di Qaidam, nella regione occidentale del Qinghai, di una grande centrale solare fotovoltaica con una potenza installata di un gigawatt. I lavori di costruzione, fa sapere la società realizzatrice, prenderanno il via entro quest’anno anche se ancora non sono stati fissati termini precisi. La prima fase del progetto prevede la realizzazione di una prima parte dell’impianto per una potenza di circa 30 megaWatt ed un costo di un miliardo di yuan, pari a 150 milioni di dollari.