De Boer: “il vertice di Bangkok è per ora un fallimento”

vertice di bangkok

Gli sforzi per convincere le nazioni ricche ad inasprire i tagli alle emissioni non sono riusciti a fare molta strada nei colloqui sul clima nella capitale thailandese, Bangkok. A spiegarlo è stato il portavoce dell’ONU, che ha reso noto che delegati provenienti da circa 180 nazioni, riuniti in Thailandia per cercare di ridurre le differenze sui modi di ampliare e approfondire la lotta contro i cambiamenti climatici, non hanno trovato una soluzione globale al problema.

I colloqui, che si concluderanno il 9 ottobre prossimo, sono l’ultima grande sessione negoziale prima che i ministri dell’ambiente si incontrino a Copenhagen per tentare di sigillare un patto più severo a livello mondiale, per sostituire il protocollo di Kyoto.

I progressi verso la riduzione delle emissioni dei Paesi altamente industrializzati rimane deludente. Non stiamo vedendo progressi reali

ha affermato Yvo de Boer, capo della commissione cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.

Betty the Biobike, la prima moto con carburante a basse emissioni

betty BioBike

Se le energie rinnovabili stentano a decollare, lo si deve in alcuni casi all’ostracismo delle compagnie petrolifere le quali, non guadagnandoci nulla, non investono in questo nuovo territorio, tentando di continuare a produrre quanti più utili gli è ancora possibile. Ma siccome la spinta dell’ecologia ormai è troppo forte, anche loro si devono adeguare.

Per darsi una parvenza di ambientalismo, alcune compagnie petrolifere australiane hanno prodotto e pubblicizzato un biocarburante che potrebbe essere la soluzione nel futuro più immediato. Si tratta di una sorta di olio da frittura unito a scarti di grasso animale. Questo miscuglio è stato in grado di far muovere una moto per 20 mila km con delle emissioni bassissime, circa 71 grammi di CO2 a km. Fautore dell’impresa è stato Paul Carter, un personaggio da film australiano, in sella alla sua Betty the Biobike.

Ford converte uno stabilimento ad energia pulita e annuncia la sua prima auto elettrica

stabilimento ford di wixom

L’industria delle automobili da qualche tempo si è convertita all’ecologia. Ma se finora erano le auto ecologiche a contraddistinguere chi era più “verde”, ancora nessuno aveva pensato a rendere ecologico lo stabilimento che produce le auto stesse. Questo sì che significa riduzione delle emissioni. Ci ha pensato per primo Ford.

Una fabbrica di automobili del colosso americano è stata recentemente convertita ad energie rinnovabili. La struttura in Wixom, nel Michigan, che al culmine della produzione dava lavoro a circa 5.000 persone, aveva chiuso nel 2007, evidentemente alle prime avvisaglie della crisi. Il sito sarà ora convertito in un parco di attività per una serie di società che si occupano di energie rinnovabili, e secondo i promotori potrebbe generare circa 4.000 posti di lavoro.

Il Giappone segue gli Usa nella svolta verde

yukio hatoyama

Ormai è chiaro: per vincere le elezioni bisogna avere un programma ecologista. Ce l’ha fatta Obama, l’ha imitato Yukio Hatoyama, il nuovo presidente del Giappone, appena eletto dopo oltre 50 anni di amministrazione dei conservatori liberaldemocratici. Tra le varie promesse di Hatoyama, dall’uscita dalla crisi alle rivoluzioni in stile-Obama, c’era anche quella che più interessa anche a noi, e cioè l’abbattimento delle emissioni.

Il precedente presidente, Tato Aso, aveva fissato il limite alle emissioni, con un obiettivo troppo modesto viste le tecnologie di cui dispone il Giappone, e soprattutto visto che, in quanto seconda economia mondiale, è un forte inquinatore. L’obiettivo era di abbattere le emissioni dell‘8% entro il 2020. Troppo poco. E così il nuovo presidente ha promesso di diminuirle dall’8 al 25% entro il 2020, anche meglio rispetto a quanto promesso dall’Unione Europea. Vediamo come.

Vuoi caricare il tuo cellulare? E allora…pedala!

caricabatterie da bicicletta

I dispositivi di Apple suscitano sempre un po’ di attenzione quando si parla di energie rinnovabili. Tra pochi mesi sarà sul mercato una novità rivoluzionaria: un caricabatterie da bicicletta. In breve sarete in grado di collegare il vostro telefono cellulare e ricaricarlo soltanto pedalando, senza il minimo spreco di energia elettrica, e con un bel guadagno anche per la vostra salute.

Gli sviluppatori hanno anticipato che questo caricabatterie uscirà il prossimo marzo. Si chiamerà BioLogic FreeCharge e renderà possibile caricare anche iPhone, unità GPS o altri gadget con le connessioni USB. Il dispositivo è standard, sempre se tutti i suoi modelli saranno come quelli presentati recentemente dall’azienda. C’è un generatore di hub, una batteria ad alta capacità, e una porta USB per attaccare il dispositivo. Tre ore di pedalata porteranno ad una ricarica completa, oppure è possibile far funzionare un qualsiasi dispositivo, come ad esempio un navigatore satellitare, mentre si pedala, ideale per collegare e utilizzare il GPS per trovare la strada in città. Ma non è l’unica novità.

Meno parole, più fatti: ecco le idee dei giovani sul futuro dell’ecologia

TUNZA-Youth-Conference

Alcuni mesi fa Gus Speth, capo uscente della Yale University School of Forestry sugli Studi Ambientali ed ex capo del UNDP, spiegò in molti modi che ci vuole un cambio generazionale per fare in modo davvero che la sostenibilità ambientale rientri nella società.

Ed ecco alcuni rappresentanti di questa nuova generazione riuniti per il Tunza Children & Youth Conference in Corea del Sud: 700 giovani da ogni nazione di quelle che fanno parte delle Nazioni Unite, nell’ambito della campagna sul clima denominata “Seal the Deal!” (chiudi l’accordo). Il messaggio al mondo della politica è stato chiaro: “Abbiamo bisogno ora di più azioni e meno parole” sui cambiamenti climatici e sulla sostenibilità:

E’ della nostra vita che stiamo parlando!

L’Earth Day diventa un film

Earth-Days-Robert-Stone

Tra case che sprecavano energia, auto inquinanti, industrie che ammorbavano l’aria e tantissime altre azioni umane tossiche, abbiamo visto la nascita del movimento ecologico circa 40 anni fa. Anche se molti conoscono la trama di base, il documentario di Robert Stone, Earth Days, esplora le radici della prima Giornata della Terra, segue la sua ascesa attraverso le conquiste legislative nel 1970, fino al crollo dell’amministrazione Reagan, con alcune interessanti sorprese.

Una serie di eco-dichiarazioni dei presidenti degli Stati Uniti stabilisce la cronologia di questo racconto, formato da interviste con i principali dati dai primi giorni, intervallati da filmati storici interessanti. Denis Hayes co-fondatore dell’Earth Day nel 1970, Dennis Meadows, autore dei limiti alla crescita, il biologo Paul Erlich e Stewart Brand, editore del Whole Earth Catalog, che descrive le foto della Terra prese dallo spazio spiegano la situazione com’era e com’è oggi. Mentre si osserva la risposta entusiasta di 20 milioni di americani nelle strade il 22 aprile 1970, Robert Stone spiega che è importante capire in che modo il movimento sia deragliato, al fine di evitare che le insidie tornino nuovamente. E’ questo lo spirito del nuovo film per il cinema Earth Days.

Lavorare con le energie rinnovabili fa bene alla salute

installatori pannelli solari

L’espansione delle energie rinnovabili dovrebbe migliorare sensibilmente lo stato di salute degli attuali 700.000 lavoratori occupati nel settore energetico negli Stati Uniti. A stabilirlo è uno studio del Medical College of Wisconsin, a Milwaukee. La loro ricerca, pubblicata sul Journal of American Medical Association da Steven Sumner e Pietro Layde, ha esaminato i rischi per la salute dei lavoratori nelle industrie con fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle con combustibili fossili.

Il rischio di lesioni e la morte sul lavoro tra i lavoratori è un costo nascosto, noto come “esternalità“. Essa porta ad una serie di problemi dovuti a danni all’ambiente ed effetti negativi sulla salute umana causati da inquinamento, lesioni e morte tra i lavoratori nel settore energetico.

Il Dr. Sumner ha esaminato i rischi per la salute umana associati con i tradizionali combustibili fossili, quali carbone, petrolio e gas naturale, rispetto alle fonti di energia rinnovabili come l’energia eolica, solare e biomassa. L’energia eolica e solare sembrano offrire minor rischio di lesioni e di morte sul lavoro rispetto ai tradizionali combustibili fossili nella fase di estrazione dell’energia, dove per quanto riguarda il vento e il sole è minimizzato o eliminato. La biomassa, composto di biocarburanti, rifiuti organici, legno e combustibili derivati, che attualmente rappresenta più della metà del consumo di energia rinnovabile negli Stati Uniti, non sembra offrire un significativo vantaggio per la sicurezza dei lavoratori rispetto ai combustibili fossili.

Le emissioni globali continuano ad aumentare: 40% in più del previsto

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Le emissioni globali di biossido di carbonio nel 2008 sono salite dell’1,94% all’anno per un totale di 31,5 miliardi di tonnellate metriche, secondo l’istituto delle energie rinnovabili tedesco IWR.

L’istituto privato, che ha sede a Muenster e fornisce consulenza ai ministeri tedeschi, ha dichiarato che il biossido di carbonio (CO2), lesivo per l’ambiente, è aumentato per il decimo anno consecutivo, in contrasto con i programmi del protocollo di Kyoto del 1997, volti a cercare di ridurre le emissioni di CO2 del 5,2% entro il 2012.

Ora è ufficiale, l’Italia torna al nucleare e scatta la protesta

cimitero-nucleare

Il Governo ha ottenuto quello che voleva: far tornare l’Italia indietro di 30 anni. E dire che il provvedimento con cui lo fa è soprannominato “ddl sviluppo“. Un po’ come la maggior parte dei provvedimenti presi dal Governo Berlusconi, è una serie di nonsense e controsensi che hanno fatto svegliare addirittura i Governi regionali, di solito occupati dai giochi di potere per protestare con quello nazionale, i quali si sono adirati non poco per essere stati letteralmente “scavalcati” da questa legge.

Il testo passato ieri al senato sancisce in breve pochi punti: in Italia verranno costruite delle centrali nucleari (non si sa ancora se saranno 4 o 5), la locazione sarà decisa dal Cipe e i siti saranno considerati punti di interesse strategico nazionale, che tradotto significa che sarà posto l’esercito a guardia dei siti in costruzione e nessuno potrà avvicinarsi, altrimenti rischia la galera.

Un provvedimento pieno di controsensi dicevamo, ed è complicato spiegarli perché non si sa da dove cominciare. Partiamo con il più evidente. Proprio in questi giorni Berlusconi sta mostrando il suo sorriso a 32 denti a tutti i grandi della Terra, parlando al g8 di energie rinnovabili. Dietro di lui però i suoi collaboratori fanno passare il ritorno al nucleare. Si sa infatti che, prima di tutto, il nucleare non è assolutamente un’energia rinnovabile. L’uranio è in via d’estinzione, e poi la tecnologia non è nemmeno pulita perché le scorie sono le più pericolose al mondo, dato che rimangono attive per milioni di anni. E poi con il ritorno al nucleare potremo dire addio agli investimenti sulle rinnovabili: non ce ne sarà bisogno perché la sufficienza energetica sarà raggiunta, ma poi tra l’altro mancheranno anche i soldi per costruire centrali eoliche e solari.

Yahoo! diventa il paladino delle zero emissioni dell’industria hi-tech

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Le compensazioni di carbonio hanno il loro posto nel sistema di riduzione delle emissioni di imprese ad alta intensità energetica. Ma non dovrebbe essere usato al posto della reale riduzione delle emissioni di carbonio, soprattutto quando si tratta di data center che devono essere resi più efficienti sotto il profilo energetico. Yahoo! sembra d’accordo, ed il sui ultimo passo nella corsa verso la creazione di data center verdi alimentati dalle energie rinnovabili va proprio in questa direzione.

La società sta lavorando per costruire un data center super efficiente, alimentato esclusivamente dall’energia generata dalle cascate del Niagara, insieme ad altri obiettivi, come le compensazioni di carbonio, che per ora non fanno ancora parte del piano.

WWF: la ricetta anti-crisi è la green economy con i suoi 3,4 milioni di posti di lavoro

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Nonostante i proclami che arrivano da più parti, la crisi economica c’è e siamo ancora ben lontani dall’uscirne. Il vero problema che attanaglia i cittadini di tutto il mondo industrializzato è la disoccupazione. La crisi infatti è dovuta soprattutto al fatto che sempre più persone perdono il posto di lavoro, e non riescono a trovare il modo di “riciclarsi”. La nostra Terra gliene offre uno e non possiamo permetterci di lasciarcelo sfuggire.

Si chiama Green economy, ed è letteralmente l’economia ecologica di cui tanto parliamo da tempo su queste pagine. I posti di lavoro disponibili in questo settore sono milioni, perché si tratta di una categoria nuova, ancora non sufficientemente sfruttata, ed in continua crescita negli ultimi anni. Una crescita che di certo non verrà fermata prossimamente, ma anzi, continuerà senza dubbio, vista l’obbligatorietà di utilizzare energia pulita in futuro. Ad appoggiare questa tesi oggi arrivano anche i dati elaborati dal WWF, il quale afferma che per i prossimi anni il settore verde garantirà nella sola Unione Europea almeno 3,4 milioni di posti di lavoro.

Batteria Stair, la prima batteria ricaricabile ad aria

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Un nuovo tipo di batteria alimentata ad aria chiamata Stair (St Andrews Air) potrebbe dare fino a dieci volte l’energia elettrica delle pile attualmente disponibili. Essa potrebbe trovare un uso commerciale per una nuova generazione di batterie per auto elettriche, telefoni cellulari e computer portatili.

Il nuovo design ha il potenziale per migliorare le prestazioni dei prodotti elettronici portatili e per dare un grande impulso al settore delle energie rinnovabili. Le batterie consentiranno una costante produzione elettrica da fonti come il vento o il sole, che si fermano quando il tempo cambia o scende la notte.

La migliore capacità si ottiene grazie all’aggiunta di un componente che utilizza l’ossigeno tratto dall’aria durante le operazioni di scarico, sostituendo un componente chimico utilizzato nelle batterie ricaricabili di oggi. Non dovendo trasportare prodotti chimici, la batteria offre più energia con le stesse dimensioni. Ridurre le dimensioni e il peso delle batterie, garantendo le necessarie capacità di carica, è stata una lunga battaglia per gli sviluppatori di macchine elettriche. Il nuovo componente è realizzato in carbonio poroso, che è molto meno costoso rispetto all’ossido di litio e cobalto che si usa oggi.

Solare a concentrazione, l’evoluzione futura dell’energia pulita

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In questi giorni si sta tenendo a Roma il g8 dell’energia. I telegiornali si guardano bene dal diffondere la notizia perché mentre nelle sale convention si parla di nucleare e carbone, e solo in minima parte delle energie rinnovabili, fuori da quelle sale centinaia di manifestanti chiedono maggiori investimenti in favore dell’energia pulita.

Alcuni di questi manifestanti sono di Greenpeace, ed oggi hanno pubblicato un dossier molto interessante sul futuro del solare. Essi parlano dell’energia del futuro, che potrebbe essere quella del solare a concentrazione. Più precisamente si tratterebbe di una centrale la quale moltiplicherebbe esponenzialmente la produzione di energia solare con degli antichi metodi di giochi di specchi. Si tratterebbe semplicemente di potenziare i raggi solari tramite degli specchi, i quali potrebbero far arrivare la temperatura al generatore di corrente da 400 a 1000 gradi, producendo tantissima energia in più rispetto a quella che si produce oggi.