Uno degli argomenti spesso portati contro le energie rinnovabili è che esse hanno scarsa capacità di fornire energia. Un grande impianto spesso non supera il 50% (nel migliore dei casi) del fabbisogno di una casa media. Da oggi però anche questa argomentazione potrebbe essere smentita.
Ingegneri e scienziati dell’Università di Austin (Texas) hanno fatto un grande passo avanti sull’uso di una struttura di atomi chiamata “Graphene“, che sarebbe una nuova base di carbonio che serve ad immagazzinare elettricità in dispositivi ultracapaci, in maniera tale da raddoppiare le prestazioni dei collettori delle energie rinnovabili, sole e vento in testa.