Inaugurata la prima centrale a carbone pulito d’Italia

Inaugurata ieri la prima cetrale a carbone pulito d’Italia a Torrevaldaliga, vicino Civitavecchia, tra mille polemiche. Dopo le numerose proteste dei “No Coke“, che si oppongono al ritorno all’utilizzo del carbone come fonte per produrre energia elettrica, il Ministro Scajola ha lanciato una delle sue solite perle di saggezza, definendo questo evento con queste parole:

“Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro”.

Il cattivo gusto del Ministro si conferma, non solo nelle scelte politiche, ma anche in quelle delle parole da usare nelle conferenze. Comunque, mettendo momentaneamente da parte le gaffes, vediamo in cosa consisterà questa centrale “pulita”, di proprietà dell’Enel.

Enel: “Costruiremo 4 centrali nucleari in pochi anni”

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Al discorso dell’altro giorno di Scajola sono seguiti subito gli applausi delle grandi industrie energivore del paese, Enel su tutte, che ha subito colto la palla al balzo per avviare grandi progetti. Nei prossimi giorni, Fulvio Conti, amministratore delegato dell’azienda, presenterà al Governo il piano per la costruzione di 4 (forse anche 5) centrali nucleari entro il 2020.

L’idea di iniziare i lavori entro il 2013, espressa ieri dal Ministro dello Sviluppo Economico, non era avventata, anzi anche troppo pessimistica, secondo i calcoli dell’Enel perchè, a detta loro, ci vogliono 2 anni per cambiare la legge e due per l’iter delle autorizzazioni. Quindi entro il 2012 (massimo 2013 in caso di imprevisti) le costruzioni potrebbero essere avviate.

La buona notizia: previsto aumento dei campi fotovoltaici e dell’occupazione in Italia

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Forse siamo finalmente ad una svolta. L’Ente Nazionale Energia Elettrica (meglio conosciuto come Enel) ha varato con la compagnia giapponese Sharp un accordo al 100% ecologico: l’installazione di campi fotovoltaici talmente estesi da poter fornire energia elettrica ad oltre 300.000 persone.

L’accordo, ufficializzato oggi a Roma, prevede la costruzione di questi impianti entro 3 anni. Essi avranno una potenzialità di 161 MegaWatt (220 gigawatt/ora), abbastanza da fornire energia per una grande città, ma sparsi in tutta Italia. L’intenzione, ovviamente, non sarà quella di sostituire in toto le centrali elettriche tradizionali, ma affiancarle a questi campi fotovoltaici in modo da risparmiare sulle materie prime e ridurre l’inquinamento in maniera più o meno uniforme.

Il fallimento della CO2 sotterranea e del carbone pulito

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Per risolvere uno dei più grandi problemi dell’ambiente, l’emissione selvaggia di CO2, si era inventato un metodo per ridurla senza diminuire i consumi. Un pò come si fa per una cosa che non si vuole che gli altri vedano, così si è pensato bene di nascondere la CO2….sottoterra.

Risultato: ad oggi questa tecnologia è immatura, costosa e rischiosa. Questo processo avviene grazie al cosiddetto CCS, un processo mediante il quale si cattura CO2 prodotta dalle centrali termoelettriche e lo si immagazzina nel sottosuolo. La “magagna” sta nel fatto che le centrali giustificano la loro produzione di di inquinamento attraverso il processo CCS, ma in realtà in nessuna parte del mondo questo processo avviene sul serio, e ad oggi non esiste alcun esempio di CCS applicata a impianti di scala industriale.

Impianto fotovoltaico, ma quanto mi costi?

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Sono mesi che ci occupiamo di descrivere le qualità dell’energia solare. Abbiamo parlato degli impianti più svariati e delle applicazioni più fantasiose, ma non abbiamo mai parlato di costi.
Infatti costruirsi da soli un impianto a pannelli solari non è mai stato così economico come in questo periodo, e soprattutto facile.

Dal 2008, ma con proroga fino al 2010, la Finanziaria prevede degli incentivi per chi investe sulle energie rinnovabili, ed in particolare sul solare. Bisognerà vedere se il nuovo Governo confermerà gli incentivi del vecchio, o azzererà tutto, ma per ora le cifre sono queste: detrazione del 55% per le spese sostenute entro la fine dello scorso anno a fronte di un impianto che permetta una riduzione di consumi energetici; incentivi per gli edifici di nuova costruzione fino a 100 mila euro, di vecchia costruzione ed edifici pubblici fino ad un massimo di 60 mila euro.

Scajola: occorre mix di nucleare e rinnovabili

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Abbiamo seguito da vicino, durante la corsa alle elezioni, il problema delle risorse energetiche e l’approccio dei diversi programmi dei partiti in lizza per il governo del Paese.
Nel manifesto programmatico del Pdl, tra le sette missioni presenti, una menzione sull’energia nucleare c’era.

Dei rischi del nucleare abbiamo già ampiamente trattato, oggi torniamo a discuterne viste le recenti dichiarazioni del neo-ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola:
Si tratta di un problema enorme per il nostro paese: non possiamo continuare a dipendere solo dal petrolio, dobbiamo pensare a un mix che va dal nucleare alle rinnovabili.

Enel firma accordi in Cina per la riduzione delle emissioni di co2

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Enel ha firmato ieri a Pechino presso l’ ambasciata italiana in Cina due accordi di cooperazione per l’abbattimento delle emissioni ad effetto serra. I documenti siglati si inseriscono nell’ambito del Piano di Cooperazione italo-cinese avviato già nel 2001 con l’obiettivo di individuare un percorso di sviluppo sostenibile nel paese asiatico. Gli accordi prevedono un Memorandum of Understanding tra il gruppo dell’ad Fulvio Conti ed il ministero delle Scienze e della Tecnologia della Cina al fine di promuovere l’utilizzo di ‘clean coal technologies’ facendo leva sull’esperienza già maturata in Italia. Le tecnologie in questione determinerebbero per le centrali a carbone cinesi il 50% di efficienza in più e la riduzione di un terzo della CO2 prodotta per MWh generato.

Quanto si risparmia con Internet?

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La più grande invenzione del ventesimo secolo è senza dubbio internet. Coloro che hanno avuto la grande idea di mettere due computer in comunicazione a distanza dovrebbero essere paragonati ai vari Marconi, Volta, e anche a colui che ha scoperto il fuoco, perchè un’invenzione così può davvero cambiare la vita di miliardi di persone.
Anche in senso ecologico.

Avete idea dei miliardi che si risparmiano utilizzando internet? E degli ettari di foreste risparmiate? Proviamo a dare qualche numero.

Investimenti nelle rinnovabili per 50 miliardi di euro

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Dallo studio promosso da AGICI Finanza d’Impresa, sotto la guida di Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, arrivano i dati relativi agli investimenti dei principali gruppi elettrici europei e italiani, nel periodo che va dal 2008 al 2015. Lo studio riguarda tutti i maggiori player europei (Atel, Centrica, Edf, EdP, Enel, E.On, Iberdrola, Rwe, Statkraft, Suez e Gdf considerati sia singolarmente che post fusione, Vattenfall, Verdbund, A2A, Acea, Edison, Erg, Iride, Sorgenia). Con uno sforzo finanziario di oltre 50 miliardi di euro e un tasso di crescita al 285%, i 14 gruppi europei considerati porteranno la loro capacità produttiva da rinnovabili da 13 mila megawatt nel 2007 a 50 mila megawatt nel 2015 (escludendo l’idroelettrico tradizionale).

Energia Eolica: la situazione italiana

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Dopo aver parlato dettagliatamente dell’energia eolica e dei suoi vantaggi, andiamo ad analizzare la situazione in cui versa oggi la sua produzione in Italia.

Nel 1971, anno in cui gli impianti eolici moderni (che attenzione, sono diversi dai vecchi mulini a vento) hanno iniziato a prendere piede nel nostro paese, la produzione di energia alternativa era di 10,2 tonnellate equivalenti al petrolio (unità di misura che calcola la quantità di energia comparabile a quella derivata dal petrolio). Quella produzione non era dovuta completamente all’eolico, ma esso era comunque la maggior parte delle energie rinnovabili esistenti, dato che sia le biomasse che l’energia fotovoltaica erano ancora allo stato embrionale.

Biopower generation: l’integrazione delle biomasse nel mercato energetico internazionale

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Come integrare le biomasse al sistema di generazione di energia attuale? Questo il principale nodo da sciogliere per leader ed esperti delle bioenergie, che si riuniranno nella conferenzaBioPower Generation-Delivering efficient, cost effective power generation from biomass” che si svolgerà a Bruxelles il 9 e il 10 aprile.

L’incontro è volto ad individuare le strategie su larga scala per la diffusione delle energie da biomassa. Prenderanno parte alla conferenza esponenti del mondo politico ed esperti del rinnovabile, a testimonianza del connubio che deve necessariamente persistere fra istituzioni e iniziative verdi. Per l’Italia parteciperà Sauro Pasini, responsabile dello sviluppo tecnologico di Enel. I principali obiettivi di questo meeting, come si legge nel programma dell’evento, saranno:

  • scoprire e far scoprire le potenzialità delle biomasse, grazie all’intervento di più di 20 esperti nel campo dell’ecoenergia
  • individuare i principali ostacoli alla crescita del mercato delle biomasse
  • pianificare le soluzioni per sviluppare al meglio l’approvigionammento e la produzione di energia da biomasse
  • presentare e discutere dei più recenti sviluppi tecnologici relativi agli impianti di gassificazione della biomassa.

Enel e Banca intesa San Paolo parteciperanno al finanziamento di due reattori nucleari

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Enel e Banca Intesa San Paolo parteciperanno al finanziamento di due reattori nucleari a Mochovce in Slovacchia. L’allarme viene ancora una volta da Greenpeace che qualche giorno fa ha messo in guardia i clienti del gruppo Banca intesa San Paolo.
Sembrerebbe che la Banca abbia elargito già 100 milioni di euro di credito, benchè non abbia ricevuto garanzie sulla sicurezza dei reattori. In sostanza il progetto è volto a terminare la costruzione dei reattori, già in fase avanzata.

E’ un’impresa rischiosa, prima di tutto per l’impatto ambientale ed è quello che in questo mi interessa sottolineare. Al di là infatti dei rischi economici enormi, la tecnologia dei reattori sovietici è fortemente antiquata. Non hanno un guscio di contenimento a protezione di agenti esterni forti, come la caduta di un aereo o un attentato terroristico.
I reattori di oggi vengono costruiti con addirittura un doppio guscio di contenimento. ma Enel, secondo quanto dichiarato da Greenpeace, si giustica affermando di non voler realizzare alcuna protezione perchè l’evento della caduta di un aereo è alquanto remoto. Ma se accadesse? Vogliamo rischiare di finanziare un altro Černobyl?