civiltà scomparse cambiamenti climatici

Le 6 civiltà scomparse a causa dei cambiamenti climatici

civiltà scomparse cambiamenti climaticiI cambiamenti climatici sono sempre esistiti, su questo non ci sono dubbi. Anche i più radicali negazionisti non possono affermare che la temperatura media della Terra sia sempre rimasta la stessa, e proprio questa affermazione conferma la loro tesi secondo cui i cambiamenti in atto non dipendono dagli esseri umani. Su questo dibattito ci concentreremo in altri articoli. Quello che oggi vogliamo dimostrarvi è cosa accade quando cambia il clima. Tra le varie ipotesi sull’estinzione dei dinosauri, per esempio, c’è anche quella del cambiamento del clima. Ma se sui dinosauri non si sa quasi nulla, il sospetto che questo fenomeno c’entri con la scomparsa di alcune delle più grandi civiltà della storia è molto forte.

Riscaldamento globale, Haiti il Paese più a rischio, e l’Italia?

Sono tanti i Paesi che, più di altri, stanno pagando il prezzo dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. Tra isole che scompaiono, arcipelaghi a rischio come le Maldive, aree sempre più minacciate dalla siccità e della desertificazione, altre invece sommerse dall’acqua ed esposte a fenomeni meteorologici sempre più estremi. Ma quali sono i Paesi più a rischio in ordine di esposizione ai danni causati dall’aumento delle temperature e dall’innalzamento dei livelli del mare? Ce lo svela un recente rapporto denominato Climate Change Vulnerability Index, stilato dal centro studi Maplecroft. A quanto pare il Paese più a rischio è Haiti mentre quello meno interessato dai cambiamenti climatici è l’Islanda. E l’Italia che posto occupa in questa classifica?

Innalzamento del livello del mare riscriverà le mappe delle zone abitate

L’innalzamento del livello del mare causato consequenzialmente dal riscaldamento climatico e dallo scioglimento dei ghiacciai porterà ad una vera e propria riscrittura della mappa delle zone abitate e ad una migrazione delle popolazioni interessate in primo luogo dal fenomeno verso territori interni. Un cambiamento che non sarà solo locale ma interesserà e sarà avvertito a livello globale, perchè andrà ad intaccare e a modificare senza vie di ritorno l’economia delle popolazioni costiere, costrette ad abbandonare le terre sommerse.

L’unica via di scampo sembra quella di affidare ai modelli matematici un calcolo approssimativo di dove, quando e come alcune aree costiere ora densamente popolate andranno a scomparire, con l’intento di arginare sin da ora i danni, essere preparati ad ogni evenienza e garantire alle popolazioni interessate un futuro.
Un primo approccio matematico al problema è stato tentato da un gruppo internazionale di scienziati: Sajjad Zahir della University of Lethbridge, Alberta, Canada, Ruhul Sarker della University of New South Wales, Canberra, Australia e Ziaul Mahmud del Lethbridge Community Network. Gli studiosi hanno elaborato un algoritmo matematico per affrontare il problema della delocalizzazione della popolazione.