Fonti rinnovabili e nuovi edifici: battuta d’arresto in Italia per la green economy

green-economyI Comitati di indirizzo di ben sedici Associazioni ambientaliste e del settore delle rinnovabili hanno  scritto ed inviato una lettera a Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati, ed agli Onorevoli della Camera dei Deputati. Trattasi, nello specifico, del Wwf, Legambiente, Kyoto Club, Aiel, Anest, Fiper, Greenpeace Italia, Ises Italia, Assosolare, Aper, Anev, Gifi, Federpern, Itabia, Gses e Assolterm. I Comitati di indirizzo di queste Associazioni, infatti, hanno appreso con stupore quanto contenuto nel Decreto Legge 194/2009, il cosiddetto “Decreto Milleproroghe“; in mezzo alle tante proroghe, infatti, c’è la proroga, approvata in Aula al Senato, relativa all’introduzione nei regolamenti edilizi dei Comuni italiani dell’obbligo di realizzare i nuovi edifici attraverso i processi di integrazione e di utilizzo delle energie rinnovabili.

Dai rifiuti nasce un edificio. La nuova sede di Savno ecologica ed ecocompatibile

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Un edificio di 600 metri quadrati fatto interamente di rifiuti: è la nuova sede di Savno (Servizi ambientali Veneto nord orientale) inaugurata a Conegliano (Treviso) il 30 maggio scorso. La struttura, progettata secondo i più avanzati criteri della bio-architettura, è completamente ecologica ed ecocompatibile ed è costruita con rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, come l’acciaio. Tutti i materiali impiegati per la costruzione dell’edificio sono riciclati e riciclabili al 100 per cento e dotati di certificazione bio-ecologica.

Pochissima energia, inoltre, è stata consumata per la produzione dei materiali. Utilizzate, tra gli altri, anche le bottiglie in pet, riciclate dai 35 comuni trevigiani, per la produzione di fogli in poliestere utili all’isolamento termo-acustico dell’edificio. I giornali riciclati sono stati utilizzati, invece, per ricavare una fibra di cellulosa impiegata nell’isolamento dei pavimenti.

Elicotteropoli: San Paolo, la prima città servita da elitaxi

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A San Paolo, in Brasile, ci sono ben 210 eliporti e 21 corridoi aerei. La città è ampia 1.523 chilometri quadrati, e si può andare da una parte all’altra in 15 minuti, prendendo uno dei tanti elicotteri che si trovano sugli edifici più alti, sopra hotel ed uffici.
Gli uomini d’affari li usano per spostarsi da una parte all’altra: dalla palestra al ristorante, di edificio in edificio, guardando distrattamente in basso, fra le miriadi di auto bloccate nel traffico.
San Paolo è infatti una megalopoli da 11 milioni di abitanti e i business man hanno abbandonato da tempo suv, taxi e limousine, per non rischiare di perdere tempo. E così vivono ad un livello letteralmente più alto e sono diventati pendolari dei cieli. Evitano così stress da ingorghi, file estenuanti, bambini che chiedono la carità e brutti incontri.