Disastro ambientale in Lousiana: migliaia di litri di petrolio sversati in zone protette

piattaforma-petrolifera-in-fiamme

La settimana scorsa, proprio il giorno dopo aver risolto il problema della nave cinese incagliata nella Grande Barriera Corallina australiana, sorse un nuovo problema. Una petroliera si incendiò al largo delle coste americane, tra la Louisiana ed il Messico.

Inizialmente il problema non destò preoccupazione dato che, trattandosi di un incendio, bastava spegnere le fiamme e tutto si sarebbe risolto, dato che nessuna perdita era avvenuta, ed infatti non fu dato nessun allarme, ma entrarono in azione solo le navi dei vigili del fuoco. Ma evidentemente l’incendio doveva essere più grave rispetto alle prime stime, tanto che è durato diversi giorni e, nella giornata di sabato, ha fatto affondare la nave.

L’imbarcazione trasportava 2,6 milioni di litri di petrolio greggio, i quali se per un primo momento sono stati trattenuti nelle stive, successivamente hanno cominciato a fuoriuscire dai primi fori che si sono formati qui e là nella struttura.

Rischio ambientale del petrolio: occorre legislazione più decisa

disastri.jpg

Oggi l’impiego del petrolio è vastissimo, basti pensare ai carburanti che muovono le nostre macchine, oppure alla plastica con cui sono realizzati la maggior parte degli oggetti. Ma le sue origini sono antiche: l’asfalto, che è un suo derivato, fu impiegato nella costruzione della città di UR in Mesopotamia già nel 3000 a.C., per l’edificazione della Torre di Babele, e per vari secoli fu usato come impermeabilizzante e legante. Il petrolio è un insieme di sostanze naturali che si trovano normalmente associate alle rocce sedimentarie e derivano dalla trasformazione/decomposizione di sostanze organiche che, anzichè essere distrutte dai normali processi naturali, si conservano e si accumulano nel sottosuolo per milioni di anni all’interno delle rocce sedimentarie stesse che via via si formano.

Nel 2006 in Ecuador una fuga di petrolio dall’acquedotto della Petroecuador ha inquinato parte della riserva naturale di Cuyabeno nel nordest del paese (si tratta dell’ultima parte di foresta amazzonica, quella più vicina alle Ande).

Earth Hour, 60 minuti di buio per riaccendere la Terra

earthhour-2.jpg

La Terra al buio, dalle 20 alle 21, come a concederle un’ora di sonno, un po’ di riposo dal caos, dal frastuono e dal riverbero di neon e luci.
E’ l’iniziativa promossa dal WWF, che coinvolge ben 380 città di tutto il mondo. Earth Hour, l’ora della terra, ha preso il via giovedì sera a Tel Aviv ed è ripartita oggi alle 9 ora italiana in Nuova Zelanda, a Christchurc.

Si spegneranno monumenti simbolici, edifici, scuole, uffici, il tutto per far arrivare a governi ed istituzioni di ogni parte del globo lo stesso messaggio: i cittadini di tutto il mondo vogliono delle normative per ridurre le emissioni di gas serra e si spengono, per un’ora, proprio come avverrebbe in caso di un cataclisma dovuto al disastro ambientale globale in corso.