Disastri petroliferi: quali sono stati i peggiori della storia oltre ovviamente alla marea nera della BP dello scorso anno? Anche se persino un barile di petrolio disperso in mare una tantum non si può dire certo che faccia bene, senza dubbio lo sversamento di migliaia di litri di greggio concentrato in poche ore ha ripercussioni decisamente più profonde, immediatamente visibili nel loro impatto drammatico sull’ambiente costiero, gli ecosistemi, la flora e la fauna marina. Basti pensare all’incidente della Exxon Valdez, nel lontano 1989, che riversò nelle acque dell’Alaska ben 40,9 milioni di litri di petrolio. Danni accertati per 3 miliardi, tra risarcimenti e pulizia delle acque e delle coste. Trovarono la morte circa 250 mila uccelli marini, 2.800 lontre, centinaia di foche ed aquile di mare testabianca, decine di orche e tantissimi altri pesci, con gravi danni anche al ciclo riproduttivo della popolazione ittica dal momento che andarono distrutti miliardi di uova.
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Io prendo la bici!
Sarebbe estremamente utile se dal benzinaio invece dei bollini che ti fanno vincere orsetti di peluche orribili e altri contentini decisamente inutili ci dessero delle miniature dei megadanni che provocano ogni anno le compagnie petrolifere, a svantaggio dell’Africa, ad esempio, prosciugata dalle nostre piattaforme sanguisuga: interi villaggi distrutti, incatramati, acque tossiche, pesci che scarseggiano, perdite di greggio coperte tanto per salvare l’apparenza con sabbia come fa il gatto nella lettiera, in fretta, per mascherare un ricordino poco piacevole.
Disastri petroliferi, quello che gli spot non dicono
A seguito dell’incidente ad una piattaforma petrolifera della Shell, avvenuto ad agosto nelle acque del Mare del Nord, a largo delle coste scozzesi, l’ultimo in ordine di tempo ma non il più grave, gli ambientalisti sottolinearono come oggi si dia quasi per scontato, come un effetto collaterale qualunque, che qualche, si fa per dire, barile di greggio prima o poi si riversi in mare, un po’ come gli incidenti aerei, ogni tanto può capitare che qualcuno cada, in fondo ne volano tanti ogni giorno senza che succeda niente. Una logica assurda che porta le compagnie ad ammettere le loro responsabilità e tanti saluti, la sicurezza rimane un punto debole della catena, un fattore trascurabile e trascurato dal momento che spesso sono anelli piccoli dei meccanismi a saltare provocando disastri immani o peggio semplici incomprensioni nei comandi.