Biodiesel Eni Diesel Plus Ecofining

Biodiesel, Eni Diesel + riduce consumi ed emissioni

Biodiesel Eni Diesel Plus Ecofining
Da alcuni giorni l’italiana Eni ha iniziato la commercializzazione di un nuovo carburante denominato Eni Diesel + e caratterizzato dal 15% di componente rinnovabile. Questo prodotto ha ridestato anche in Italia l’attenzione attorno ai biocarburanti grazie ad una serie di innovazioni che hanno permesso di aumentare la componente biologica rispetto al biodiesel tradizionale senza ereditarne le limitazioni tecniche.

Sviluppato nuovo materiale per ridurre l’inquinamento delle auto diesel

Un team di ricercatori dell’University of Texas di Dallas guidati dal professor Kyeongjiae “K.J.” Cho ha sviluppato un nuovo materiale per ridurre l’inquinamento generato dalle auto diesel: Noxicat il nome del materiale che, secondo le dichiarazioni dei ricercatori, intende porsi come un’alternativa decisamente più praticabile rispetto all’utilizzo del platino nelle stesse funzioni.

Benzina verde, “metti (l’estinzione di) una tigre nel motore”

Il diesel è responsabile dei cambiamenti climatici, della deforestazione e dell’estinzione di specie a rischio come la tigre di Sumatra.

La notizia allarmante sembra incoerente con le politiche europee adattate finora e con l’incentivazione a fare il carico di benzina verde, verde perché attenta all’ambiente. Eppure il dossier pubblicato da Greenpeace spiega che nel diesel di verde ce n’è davvero poco: la miscela è ottenuta con l’aggiunta di biocarburante ma non di quelli che aiutano il clima, ma di quelli più nocivi all’ambiente del petrolio stesso: colza, soia e olio di palma.

Automobili: l’Ue pensa di bandire diesel e benzina entro il 2050

Le auto elettriche o con combustibili alternativi non riescono a decollare? Allora è bene forzare la mano. In solo quattro decenni la Commissione europea ha intenzione di realizzare una proposta ambiziosa: eliminare le automobili a benzina e diesel entro l’anno 2050, nel tentativo di ridurre la congestione del traffico e ridurre drasticamente l’impronta di carbonio del Continente.

Sicuramente il piano troverà forti opposizioni specialmente dalle lobby del petrolio, ma forse solo così si potrà riuscire a risolvere il problema della dipendenza dalle fonti inquinanti che invece continuano ad aumentare la loro presenza nella nostra vita di giorno in giorno.

La fuliggine responsabile di danni alla salute e dei mutamenti climatici

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Mentre tutti parlano di anidride carbonica, o CO2, come responsabile del cambiamento climatico globale in corso, ci potrebbe essere un altro importante responsabile di questo fenomeno che, fino ad ora, è stato fortemente sottovalutato. Si tratta della fuliggine, le cui particelle di carbonio incombuste in realtà danneggiano l’ambiente più di quanto pensato.Uno studio climatico svolto dalla NASA ha mostrato come grandi quantità di fuliggine e di altri inquinanti potrebbero la causa delle variazioni di precipitazioni e temperatura della Cina ed essere responsabili dell’aumento delle inondazioni e delle siccità avvenuto negli ultimi decenni. Finora si sapeva con certezza che la fuliggine fa molto male alla salute, nella sola Asia 400.000 donne e bambini muoiono ogni anno per aver respirato questi fumi in casa e l’Asia è responsabile del trenta percento della fuliggine emessa nel mondo, mentre quelli industrializzati, Europa in testa, soprattutto attraverso i motori diesel , sono responsabili di un altro quarto delle emissioni.

Uno specifico studio condotto da scienziati tedeschi e italiani ha suscitato il timore che le particelle prodotte dai motori diesel a basse emissioni possano essere addirittura più dannose per la salute umana di quelle dei motori più vecchi. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati on line dalla rivista «Environmental Science & Technology» dell’American Chemical Society (ACS).

Hybrid system: la nuova generazione di motori?!

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Si parla tanto di motori ibridi, soprattutto in relazione al risparmio energetico e alla diminuizione d’inquinamento che potrebbero comportare. Cerchiamo di capire se è davvero così.
Come si legge su Quattroruote, in un interessante articolo di Emilio Brambilla, i motori ibridi funzionano essenzialmente ad elettricità, ma sono anche equipaggiati con un piccolo motore diesel o a benzina che serve per ricaricare la batteria e può essere utilizzato in caso di problemi con l’alimentazione elettrica. L’ibrido è già stato adottato dalla Renault sulla Megane Scenic e dalla Toyota sulla Prius.

Caratteristica essenziale di un ibrido, come suggerisce la denominazione, è combinare due forme di energia, come nel caso della combinazione di un motore a combustione ad uno elettrico. Tutti i veicoli ibridi sono dotati di un sistema per recuperare parte dell’energia cinetica persa durante la frenata. Un generatore di corrente sfrutta la velocità del veicolo (decelerandolo) per ricaricare le batterie.