Sono passati quasi due anni dal disastro petrolifero del Golfo del Messico: era il 20 aprile 2010 quando la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon ha iniziato a sversare in mare il petrolio proveniente dal pozzo Macondo, posto ad una profondità di oltre 1.500 metri. A distanza di anni i danni all’ecosistema del Golfo ancora si contano. Dopo gli uccelli marini, i pesci, i coralli, anche i delfini sono stati contaminati dal contatto con gli idrocarburi. Anzi, come riferisce l’ultimo rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) l’inquinamento da petrolio ha avuto un impatto maggiore sui cetacei e sulla fauna marina di quanto si temesse.
delfini
Animali, a febbraio tavolo tecnico per Santuario dei Cetacei
Il Santuario dei Cetacei, quel tratto di mare dell’alto Tirreno delimitato dalla costa francese, dalla Sardegna e dalla costa Toscana, dopo 10 anni di iniziative sta per essere davvero protetto. A dare l’annuncio è Greenpeace, una delle associazioni ambientaliste che più hanno contribuito a tutelare e salvaguardare i mammiferi marini e l’ecosistema di questa piccola area del Mediterraneo.
Animali, nuova specie delfino scoperta in Australia
Un delfino di 2,5 metri con una pinna dorsale e un muso diverso dai cetacei che conosciamo è stato avvistato nella costa sud-orientale dell’Australia. I ricercatori della Monash University di Victoria hanno individuato due popolazioni di circa 150 esemplari della nuova specie di delfino, denominato Burrunan. La ridotta popolazione, che vive in una zona ben delineata dell’Australia, potrebbe essere a rischio estinzione.
Mammiferi marini, basterebbe proteggere il 4% degli oceani per salvarli dall’estinzione
Delfini, balene, lontre e decine di altri mammiferi marini sono oggi a rischio estinzione. Ma basterebbe indire aree protette per solo il 4% degli oceani del mondo per salvarli. E’ ciò di cui si dicono convinti i ricercatori della Stanford University e dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, i cui studi sono stati pubblicati su Proceedings of National Academy of Sciences.
Animali a rischio estinzione, i Delfini del fiume Mekong: ne restano 85 esemplari
I delfini del Mekong, il fiume rosso della Cambogia, sono a rischio estinzione. A lanciare l’allarme è il WWF che dal 2007 al 2010 ha monitorato le acque del fiume
Marea nera: delfini e balene morti potrebbero essere 50 volte di più della stima ufficiale
Da tempo si vociferava di prove contro la BP sul danno potenziale della marea nera, il quale sarebbe potuto essere molto peggiore di quanto riferito in precedenza. Ora però una nuova ricerca pubblicata su Conservation Letters e riportata online su Nature.com mette tutto nero su bianco. Pare infatti che il numero di delfini e balene rimaste uccise nel Golfo del Messico a causa della fuoriuscita di petrolio di quasi un anno fa possa essere fino a 50 volte superiore rispetto ai dati ufficiali forniti dalle agenzie.
Durante quella catastrofe circa 115 tra balene e delfini sono stati dichiarati morti in via ufficiale dal US Fish & Wildlife Service. Numeri decisamente sottostimati se ancora nei mesi scorsi più di 80 delfini sono stati trovati morti sulle rive del Golfo. E’ un po’ come il numero dei morti per il disastro di Chernobyl: si conoscono le vittime immediate, ma non quelle a medio e lungo termine.
Greenpeace, salviamo il Santuario dei Cetacei dal rigassificatore offshore
Il Santuario dei Cetacei viene di nuovo messo in pericolo dall’uomo. Questa volta a mettere a repentaglio la vita di delfini e balene è un progetto di cui pochissimo si è parlato, ma che certo non è sfuggito a Greenpeace.
Si tratta della realizzazione di un rigassificatore offshore davanti la costa tra Pisa e Livorno, dove non solo si trova il Santuario dei Cetacei, ma anche le Secche della Meloria, da poco Area Marina Protetta. Il ministero dell’Ambiente ha dato il via libera alla realizzazione dell’impianto e ad ulteriori modifiche che potrebbero comportare altri danni ambientali.
WWF lancia il progetto cetacei a “impatto zero”
Cetacei a “impatto zero” è il nuovo progetto di salvaguardia di delfini, balenottere e capodogli lanciato da WWF in Italia e approvato da Costa Crociere, una delle principali compagnie di navigazione marittima, già da anni sostenitrice del WWF, per salvaguardare i cetacei del mare Nostrum.
Il programma è stato lanciato dall’associazione ambientalista francese Souffleurs d’Ecume in occasione dell’anno della Biodiversità e sarà attivo sin da questa estate.
Acqua contaminata, malattie simili per delfini e uomo
Un gruppo di associazioni non governative e no profit, parlando alla riunione annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS), ha presentato una ricerca che suggerisce come le malattie che si riscontrano nei delfini sarebbero simili alle malattie umane e possono fornire indizi utili nel campo della salute umana. Primo tra tutti, come potrebbe essere danneggiato l’uomo dall’esposizione all’acqua contaminata, alle coste inquinate e ai frutti di mare tossici.
“I delfini e gli esseri umani sono entrambi mammiferi, e la loro dieta comprende gran parte del pesce che noi stessi consumiamo. A differenza di noi, tuttavia, sono esposti a minacce come le alghe tossiche o scarsa qualità dell’acqua per 24 ore al giorno”, ha detto Carolyn Sotka, del NOAA, che ha coordinato lo studio. “Le affinità fisiologiche dei delfini con gli umani sono una sorta di sentinella importante: non solo ci avvertono dei rischi per la nostra di salute, ma ci forniscono anche una conoscenza di come la nostra salute può trarre vantaggio dalle nuove scoperte mediche”.
“La salute dell’ecosistema marino è connessa con la salute ed il benessero pubblico. Il NOAA si è impegnato a una migliore comprensione di questi collegamenti e per la costruzione di partnership necessarie per avere oceani sani, e dunque umanità in buona salute.”
Partita la stagione di caccia peggiore al mondo a Taiji: oltre 22 mila cetacei rischiano la vita
Richard O’Barry, documentarista di fama internazionale sulla vita dei delfini, nonché addestratore del famoso Flipper, il protagonista della serie televisiva, se lo aspettava. Sapeva infatti che il blocco sulla caccia al delfino di quest’anno era troppo bello per essere vero, o durare a lungo. La stagione venatoria non è stata cancellata, ma soltanto spostata di 8 giorni.
I cacciatori di cetacei stagionali hanno già iniziato ad uccidere a Taiji (Giappone) circa 50 balene pilota e 100 delfini. Japan Probe ci informa che la caccia è iniziata verso le 5:30 di ieri mattina in Giappone, non appena le condizioni atmosferiche sono migliorate. Il piano dei pescatori di Taiji è di catturare circa 2.400 delfini durante questa stagione, e altrettante balene pilota, nessuna delle quali è protetta dal divieto della Commissione baleniera internazionale sulla caccia alle balene. Per cacciare loro, circa 22.000 tra delfini, focene e orche vengono “per errore” uccise durante ogni stagione di caccia.
I rumori umani causano la morte di migliaia di animali marini
I suoni generati dagli esseri umani hanno le potenzialità per incidere in misura significativa sulla vita degli animali acquatici. Finora questo era risaputo per quanto riguardava i delfini e le balene, i quali confusi dai rumori, finivano col perdersi e molto spesso spiaggiarsi. Secondo una nuova ricerca pare che questo però avvenga anche in specie ben diverse da quelle più grandi e che meglio conosciamo.
L’incisività da parte dell’uomo sui singoli animali è in larga misura sul loro benessere, fino alla riproduzione, la migrazione e mette in pericolo persino la sopravvivenza della specie stessa. Secondo questo studio, gli animali marini potrebbero subire effetti negativi che vanno dalla perdita dell’udito ad una maggiore influenza nella propria vita a causa dei rumori ambientali, in modo non dissimile per gli esseri umani e per gli animali terrestri. Come se il vostro vicino decidesse di utilizzare per tutto il giorno un martello pneumatico per tutta la vita. Voi come vi sentireste?
Delfini: un modello per le nuove turbine eoliche

Milioni di anni di evoluzione hanno portato ai massimi livelli la capacità di questi animali di spostarsi attraverso l’acqua, mentre l’uomo studia questi fenomeni e il modo per ottimizzare il suo rapporto con la natura da appena un secolo, anche se sta recuperando terreno velocemente, grazie alle nuove ecotecnologie.