Fino ad oggi l’industria dei biocarburanti non ha spiccato il volo principalmente per due problemi di fondo: la materia prima che andava in concorrenza con il cibo e l’alto costo. Se però entrambe queste questioni fossero risolte, i biocarburanti potrebbero diventare talmente competitivi da togliere mercato ai carburanti tradizionali. Per la Columbia University ciò avverrà entro il 2020 grazie al biocarburante prodotto dagli scarti del legno.
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Quante arance ci sono in un litro di aranciata? Tre centesimi e nemmeno italiane
La denuncia non ci è nuova a dire il vero, se n’è dibattuto a lungo anche negli anni scorsi ma la polemica su quanto ci costi una spremuta e su quante arance ci siano effettivamente in quelli che vengono spacciati come succhi concentrati e quante di queste siano davvero made in Italy, continua a tener banco.
Risolleva l’attenzione sull’annosa questione la Coldiretti, sollecitata da Adiconsum e Legaconsumatori che promuovono lo sciopero dell’aranciata previsto per il fine settimana, per spezzare quella che è la catena dello sfruttamento dei lavoratori agricoli e delle imprese del settore, che ci vede ahinoi partecipi. E ricorderete tutti gli scontri di Rosarno dello scorso anno.
In un litro di aranciata, spiega la Coldiretti, venduto mediamente a 1,30 euro, ci sono solo 3 centesimi di arance che peraltro spesso vengono spacciate come made in Italy anche se provengono dal Brasile o dalla Florida.
Sacchetto di plastica bio, quanto mi costi
Continua ad infuriare la polemica generata dal caos sulla messa al bando dei sacchetti della spesa inquinanti, in vigore, se vi pare, dal primo gennaio 2011. Si fa presto a dire addio alla tradizionale busta di plastica se a rimetterci non sono le casse dello Stato quanto piuttosto i cittadini. Con questo non intendiamo affatto negare la validità della 296 ed il merito del Governo che fortunatamente non ha concesso ulteriori proroghe all’entrata in vigore del decreto ma fa riflettere come il costo del sacchetto bio, superiore a quello delle buste andate in pensione, vada a pesare sul consumatore quando quelle maggiormente pericolose per l’ambiente erano in molti supermercati addirittura gratis.
Ed ora che succede? La sostenibilità ha un prezzo più alto e nessuno vuole pagarlo. Non lo Stato certamente che non ha previsto incentivi che rendessero più morbido il passaggio dall’una all’altra versione degli shoppers. Non i negozianti che, giustamente, fanno notare che questo tipo di sacchetti gli viene a costare di più e non intendono rimetterci.
Tra i due portafogli, il terzo paga. Ed il terzo è il nostro, quello dei cittadini. In un articolo apparso ieri su Repubblica, si prende in esame il caso di Milano, dove il sacchetto di plastica bio arriva a costare dai 10 ai 20 centesimi.
Ideato un metodo per far diventare i pannelli solari più potenti e meno costosi
Uno dei principali svantaggi dell’uso delle energie rinnovabili è sicuramente il costo. Attraverso la tesi “La preparazione e lo studio di pellicole sottili per applicazioni fotovoltaiche” presentato all’Università Jaume I, Teodor Krassimirov ha tentato di rendere lo sviluppo di efficaci pannelli solari più facile e meno costoso.
In questa tesi, egli propone l’uso di metodi di sintesi più economici utilizzando i composti a base di zolfo (calcopiriti) come alternativa a quelli usati fino ad ora. Delle sottili pellicole per le applicazioni fotovoltaiche sono ottenute attraverso costosi processi di sintesi che hanno bisogno di essere ottimizzati. Dice Purificación Escribano, docente di Chimica Inorganica e co-direttore della tesi insieme al docente senior Juan Carda:
Abbiamo deciso di proporre un processo di sintesi a basso costo per la preparazione della pellicola basato sulla struttura della calcopirite come alternativa al silicio, che è un materiale altamente efficiente, ma costoso da ottenere.
Arrivano (finalmente) le auto ad aria compressa in Europa
Gli olandesi in molti campi sono molto più avanzati rispetto al resto d’Europa, ma anche del mondo, e per questo vogliono mantenere questo primato anche in un campo dove finora non hanno avuto punte di eccellenza, l’automobile. Per questo Amsterdam sarà la prima città europea a sperimentare le automobili ad aria compressa.
Promesse già nel lontano 2001 e tecnicamente pronte solo in India grazie alla Tata, finalmente esse sbarcano anche in Europa, grazie alla Motor Development International (MDI) che ha sede non nei Paesi Bassi, ma in Francia, a pochi chilometri da Nizza.
Le caratteristiche di quest’automobile sono a dir poco strabilianti. Prima di tutto, possono lottare ad armi pari con le piccole auto da città, il modello del futuro, visto che sono lunghe soltanto due metri, ma danno posto anche a 3 passeggeri, a differenza delle due delle auto mini finora utilizzate. Ma le caratteristiche che la fanno essere l’auto più ecologica del mondo sono altre.
Impianti nucleari: quelli che verranno costruiti in Italia sono più costosi del previsto e nemmeno molto sicuri
Come tutti ormai sappiamo, in Italia è stato approvato il progetto per la costruzione delle famose quattro centrali nucleari che dovrebbero renderci indipendenti energeticamente dall’estero, facendoci risparmiare tanti soldi sulla bolletta. Ora, tralasciando le polemiche sul dove costruirle, sulla volontà degli italiani e sulla effettiva produzione di elettricità, tutte tematiche già trattate in passato su queste pagine, oggi si vengono ad aggiungere due nuove problematiche: il costo e la sicurezza.
Ciò è scaturito da una diatriba nata in Finlandia tra le due società appaltatrici del famoso Epr, e cioè la Areva e la TVO. Questa è una problematica che ci riguarda molto da vicino, visto che l’Epr è anche la stessa centrale che dovrà essere costruita in Italia, e che stiamo sperimentando proprio con l’esperienza scandinava. Se in Finlandia, dove i lavori sono molto più efficienti che da noi, stanno avendo dei problemi enormi nel costruirne una sola, figuriamoci cosa accadrà da noi costruendo quattro centrali nucleari. Dopo il salto spieghiamo in cosa consistono queste problematiche.
Come il geotermico darà energia al nostro futuro
Il termine “energia geotermica” fa venire alla mente le sorgenti di acqua o di aria calda, anzi bollenti, che arrivano da sottoterra ed escono allo scoperto. Ma in verità si può ottenere la stessa energia anche se non si vive in Islanda o appena vicino ad un Geiser, ma basta avere una pompa di calore geotermica.
Tutto ciò che si trova nel sottosuolo viene chiamato geotermico. Ad esempio l’acqua è presente ovunque sulla Terra, ed ha una temperatura di circa 50-60 gradi centigradi, in grado di riscaldare interi palazzi e fornire elettricità a degli appositi generatori elettrici. Certo, queste risorse non sono disponibili dappertutto, ma le pompe sì, e per fortuna sono sempre più utilizzate in tutto il mondo. Secondo John Lund, direttore del Geo-Heat Center dell’Istituto di Tecnologia dell’Oregon, il loro mercato si espande del 20% all’anno e per ora non conosce crisi.