Sono passati 11 mesi dal naufragio della Costa Concordia nei pressi dell’Isola del Giglio, ma ancora la nave è lì, intatta, che sembra quasi che si sia appisolata di fronte ad un’isola che, in teoria, dovrebbe essere protetta. L’unico lavoro che si è potuto svolgere finora è stato eliminare tutto il carburante dalla sua pancia, dato che una perdita avrebbe potuto produrre disastri incalcolabili. Ma per quanto riguarda l’eliminazione del relitto, è il caso di dirlo, siamo ancora in alto mare.
Costa Concordia
Ambiente dopo naufragio Costa, approvato decreto contro “inchino”
Dopo il tragico naufragio della Costa Concordia, che è costato la vita a 16 vittime e altrettanti sono i dispersi ancora non recuperati, il governo ha preso provvedimenti per salvaguardare persone e ambiente contri i molto suggestivi ma pericolosi “inchini” delle grandi navi. Per il momento sono alcune delle aree più delicate del Mediterraneo per la loro ricchezza di biodiversità ad essere tutelate dal nuovo decreto-rotte: la Laguna di Venezia e il Santuario dei Cetacei, che interessa un’area compresa tra Sardegna e Francia.
Costa Concordia, nuovi cadaveri tra cui una bimba di 5 anni
Proseguono le ricerche di corpi sulla Costa Concordia, mentre si continuano a svuotare le cisterne di carburante. Oggi sono stati rivenuti altri quattro cadaveri dai vigili del Fuoco nel ponte
Costa Concordia, prosegue svuotamento serbatoi tra difficoltà
Ieri nel pomeriggio è terminato lo svuotamento del secondo serbatoio, contenente circa 410 metri cubi di carburante, con una velocità do aspirazione di circa 8 metri cubi l’ora. Non si placano tuttavia le paure per un imminente disastro ambientale visto che, da quanto si legge sul quotidiano toscano “Il Tirreno”, la nave sta collassando sotto il suo peso.
Naufragio Costa Concordia, tutti i dati sul recupero
Ci vuole quasi un anno, e per la precisione altri 10 mesi (più uno già passato) per far sì che la Costa Concordia venga portata via dall’Isola del Giglio. E’ quanto ha stabilito ieri Franco Gabrielli, commissario all’emergenza, che ha dato i tempi e i modi per la rimozione del relitto. Un relitto che rischia di rovinare la stagione estiva agli albergatori dell’area, ma che se non viene rimosso nel modo corretto, rischia di distruggere l’intero ecosistema marino e costiero per i prossimi decenni.
Disastro ambientale Isola del Giglio: un mese per recuperare tutto il carburante
La buona notizia è che, almeno nell’immediato, non ci sono pericoli per imminenti disastri ambientali dovuti alla dispersione del carburante (quelli agli scogli protetti dell’Isola del Giglio ormai sono stati fatti). La cattiva è che però la situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro. Ad annunciarlo è la Smit, l’azienda incaricata del recupero della nave che si occuperà anche di contenere eventuali dispersioni, coadiuvata da specialisti italiani.