Quesito nucleare ammissibile per la Consulta, sì unanime

Ce l’abbiamo fatta o meglio non ce l’hanno fatta, ad eliminare, provandole proprio tutte, il quesito sul nucleare dal voto del 12 e 13 giugno prossimo.
La Consulta ha infatti deciso, con voto unanime, che il quesito riformulato dalla Cassazione, dopo le travagliate vicende legate al Decreto Omnibus, è ammissibile. Questa mattina la Consulta ha ascoltato i promotori referendari nella persona del professor Alessandro Pace e l’Avvocatura dello Stato per il Governo. Poi la decisione.

Le motivazioni, redatte dal giudice Giuseppe Tesauro, saranno depositate in giornata. Ieri, Alfonso Quaranta, neoeletto presidente della Consulta, aveva sorpreso tutti dichiarando che, secondo il suo  giudizio personale, non era nei poteri della Corte fermare il referendum sull’atomo:

La Corte Costituzionale non ha questo potere. La nostra decisione arriverà a breve.

Nucleare, Berlusconi ricorre alla Consulta per bloccare il referendum: il re è nudo

Ricapitoliamo perché c’è da smarrirsi nei meandri dell’incoerenza: appena poche ore fa, il nostro Governo ci aveva concesso la libertà di scegliere se andare o votare oppure no il 12 ed il 13 giugno prossimo (grazie, sire, per la concessione della democrazia!), sottolineando più e più volte a reti unificate che il referendum sul nucleare però era inutile. Ciononostante si sarebbe rispettata la volontà del popolo sovrano e bla bla bla, la sapete la filastrocca, no? Oggi si apprende, cito dal Sole24ore, che

Silvio Berlusconi è pronto a dare battaglia in vista della consultazione del 12-13 giugno e ha incaricato l’avvocatura dello Stato di presentare una memoria alla Consulta che sarà chiamata, il prossimo 7 giugno, a esprimersi sull’ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare dopo il via libera della Cassazione.

Nucleare, la Consulta boccia le leggi regionali anti-centrale

Puglia, Campania e Basilicata dovranno fare i conti ora con un nuovo problema: il rischio di veder costruire una centrale nucleare sul proprio territorio diventa sempre più alto. La Corte Costituzionale, riunitasi ieri in Consulta, ha deciso che le leggi regionali che impedivano l’installazione di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi sul proprio territorio sono incostituzionali in quanto vanno a sconfinare nelle competenze nazionali.

Le tre Regioni meridionali erano tra le più decise a portare avanti la lotta contro il ritorno al nucleare in quanto erano segnalate tra i siti con maggiori garanzie per la costruzione di centrali o depositi di scorie radioattive (basta ricordare ciò che avvenne qualche anno fa a Scanzano Jonico). Per questo, non appena il Governo ha ricominciato a parlare di nucleare, sono state le prime ad alzare le barricate. Ora però queste sono state abbattute.