Smart City Smart Life

Smart City in Italia, con Wwf e Unicredit il futuro è sostenibile

Smart City Smart Life

Grazie all’associazione ambientalista Wwf e al gruppo bancario Unicredit anche l’Italia può dare vita a Smart City per sostenere l’ambiente con scelte ecologiche, per potenziare l’uso di energia pulita da fonti rinnovabili, per limitare i consumi e risparmiare risorse e denaro, i Comuni italiani possono puntare su Officinae Verdi, il progetto Smart City-Smart Life. Scopriamo cos’è…

comuni festa 3 giugno

Ambiente, Voler bene all’Italia 2012 (domenica 3 giugno)

comuni festa 3 giugnoDomenica 3 giugno si svolgerà Voler bene all’Italia, una grande festa nei piccoli comuni, scrigni culturali, di tesori artistici e patrimonio di storia, tradizioni  del nostro Paese. Tema principale della nona edizione dell’evento è la vulnerabilità del territorio, e certo in questi giorni dopo il terremoto in Emilia e le scosse in Calabria, è un tema molto scottante nel nostro Paese.

Energie alternative: Comuni italiani sempre più virtuosi

Riguardo alla produzione ed al consumo di energia da fonti rinnovabili, in Italia i Comuni sono sempre più virtuosi. A confermarlo, in base ad un’elaborazione su dati dall’anno 2009 all’anno 2011, è stata l’Associazione ambientalista Legambiente con “Comuni Rinnovabili”, un interessante Rapporto da cui in particolare è emerso che c’è stato un aumento degli Enti locali che fanno sempre di più leva sulle energie alternative; e quasi mille di questi, tra l’altro, producono oramai più energia pulita di quella che serve per i consumi sul territorio.

Rischio frane per 5.500 comuni italiani

messina inondazioneUna tragedia annunciata quella di Messina. Ma in Italia mettere in guardia dai pericoli di un’edilizia troppo invasiva e di un disboscamento suicida a poco serve. Sono documenti, relazioni, che finiscono in un cassetto, mettendo a tacere la coscienza di chi li ha redatti, non solleticando nemmeno quella di chi dovrebbe leggerli, e non giungengo neanche sul tavolo di chi dovrebbe prendere provvedimenti. Un non-iter, insomma, che ha portato alla morte nel fango di decine di innocenti, mentre nel fango e nella vergogna dovrebbero essere seppelliti i veri responsabili della tragedia. La situazione della provincia di Messina non è certo un caso isolato.

In Italia i comuni a rischio frane sono 5.500. A denunciarlo è Antonio Coviello, docente nella Seconda Università di Napoli ed esperto del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRAT). Coviello ha elencato i comuni nei quali il rischio di calamità naturali, più alto a Sud con 82 comuni in pericolo nella sola Campania, è tale da necessitare un cambio immediato nei piani regolatori degli stessi.

L’Italia frana e i comuni stanno a guardare

I recenti eventi accaduti in Calabria, in cui un’intera regione sta collassando su sè stessa, hanno riacceso il dibattito sullo stato idrogeologico in cui versano i comuni italiani. Le varie amministrazioni locali, da questo punto di vista, non hanno tanti compiti da svolgere, in quanto la tutela del territorio è insita nel proprio mandato. Teoricamente sarebbero soltanto due i provvedimenti da prendere: fare attività di pianificazione urbana, delocalizzando le aree a rischio ed adeguando quelle zone pericolose in maniera tale che non possano arrecare danno a nessuno; e pianificare un piano di emergenza, aggiornato e soprattutto conosciuto dalla popolazione, che serve ad evitare guai peggiori quando accadono disastri naturali.

Invece, come abbiamo potuto vedere in questi giorni, non solo in Calabria, ma anche in altre zone d’Italia, l’unica cosa che le autorità locali sono in grado di fare è chiedere l’aiuto della protezione civile dopo che il disastro è accaduto (senza far nulla per evitarlo) e poi piangere sulla spalla dello Stato, chiedendo lo stato di calamità naturale. Vista la situazione, Legambiente ha voluto fare un’indagine sui comuni italiani, e ha notato che ben il 70% di essi è a rischio di disastro idrogeologico.