No OGM, in Friuli Venezia Giulia emessa ordinanza per la rimozione delle colture

lotta ogm friuli venezia giulia colturePasso importante nella lotta gli OGM: in Friuli Venezia Giulia le colture transgeniche seminate dagli agricoltori locali guidati da Fidenato, che hanno scatenato grandi polemiche da parte degli ambientalisti e della popolazione più in generale, dovrebbero essere rimosse a breve a seguito di un’ordinanza regionale. Se scaduti i 5 giorni di tempo per l’estirpo le colture saranno ancora lì, il Corpo Forestale si occuperà direttamente della rimozione, ma i tempi in tal caso si allungherebbero.

OGM, per rintracciarli nasce Biosafety scanner, la mappa della biosicurezza alimentare

E’ stata messa a punto una mappatura degli Ogm per monitorare costantemente e in tempo reale il livello di rischio di contaminazione da Organismi geneticamente modificati delle colture e dei prodotti agroalimentari su territorio italiano.

La mappa della biosicurezza alimentare, chiamata Biosafety scanner, è un software realizzato dalla Fondazione Diritti Genetici, un autorevole organismo di comunicazione e ricerca sulle biotecnologie, con grande attenzione alle implicazioni ambientali e sociali. Il programma di mappatura agroalimentare è stato finanziato dal Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare italiano.

OGM e colture convenzionali, dove i vantaggi?

Qualche giorno prima dell’allarme Ogm in Friuli Venezia Giulia, dove è stata individuata una coltivazione illegale di mais geneticamente modificato, e della lettera inviata dalle associazioni della “Task force per un’Italia libera da Ogm” al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Greenpeace pubblicava il dossier su “Il vero costo degli Ogm“.

Il rapporto degli attivisti di Greenpeace analizza dal punto di vista economico il fallimento degli investimenti nella coltivazione di Ogm, e va a rafforzare la presa di posizione dell’associazione internazionale dopo le decisioni della Commissione europea in fatto di Ogm e non Ogm.

OGM e non OGM, da Bruxelles proposte ambigue

OGM, nuove direttive dalla Commissione europea

In questi giorni la Commissione Europea ha varato un piano d’intervento in materia di ogm. La proposta Ue presentata da John Dalli, responsabile alla Salute e protezione dei consumatori dà diritto agli Stati membri di vietare le coltivazioni di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio, perché, come ha spiegato lo stesso

l’esperienza acquisita sino ad oggi nel campo degli ogm mostra che gli stati hanno bisogno di un margine di manovra maggiore per organizzare la coesistenza tra colture ogm e di altro tipo, per esempio biologiche o convenzionali.

Le autorizzazioni sulla coltivazione di ogm restano invariate, così come le misure di sicurezza riguardo alla coesistenza di colture ogm e non ogm. Dunque non ci sono cambiamenti sostanziali rispetto alla precedente direttiva 2001/18/CE, proprio per questo Greenpeace parla di passo indietro rispetto a quanto chiesto dai ministri dell’Ambiente dell’Unione europea nel 2008.

Bruxelles e gli Ogm, Unione favorevole al mais biotech

Stavros Dimas, commissario europeo all’ambiente, ultimo caposaldo sul fronte del “no” agli Ogm, ha gettato la spugna di fronte alle ripetute insistenze dell’Unione riguardo alle colture geneticamente modificate. La Commissione accelera sullo sblocco delle semine alterate in laboratorio e si dichiara propensa ad autorizzare la coltivazione in Europa di due mais biotech: il Bt11 della multinazionale Syngenta e il Bt1507 della Pioneer.

Tra circa sei settimane quella che è una semplice proposta potrebbe tramutarsi in liberalizzazione delle colture Ogm, approdando sul tavolo dei Ventisette a chiedere conferma della possibile attuazione. Inutile dire che la decisione ha suscitato non poche polemiche. Legambiente chiede all’Europa di ripensarci e di valutare attentamente le possibili conseguenze ambientali, economiche e sociali di una scelta di questo tipo. Ma il fronte del sì Ogm sul continente è più saldo di quanto si creda.