In Italia oltre il 50% della popolazione naviga in Internet, superando aspettative e soglia di consumo degli anni passati. Da quanto emerge dal IX rapporto Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) sulla comunicazione, il 53,1% degli italiani naviga in rete, con una crescita del 6,1% rispetto al 2009. La fascia maggiore di utenza (87,4%) è compresa tra i 14 e i 29 anni, tra i siti più visitati vi sono i Social network con Facebook in testa (61,5%). Anche gli anziani con un’età compresa tra i 56 e gli 80 anni si collegano ad Internet, registrando un’utenza del 15,1%. Nel segno opposto si registra una crisi della carta stampata, visto che le testate giornalistiche sono lette online dal 18,2% degli utenti; così come i diversi siti di informazione che raggiungono un’utenza del 36,6%.
CO2
Inquinamento: email emettono CO2 quanto le auto?
Le email inquinano, su questo non ci sono dubbi. Ma una recente ricerca effettuata dalla francese Ademe (Agenzia per l’Ambiente ed il Controllo Energetico) ha stabilito che una email emetta tanta CO2 quanta ne emette un’automobile di nuova generazione che percorre un chilometro. Certo, nessuno chiede di ridurre la quantità di email inviate in quanto queste sono sempre meglio della spedizione delle lettere classiche che hanno bisogno di carta (quindi alberi abbattuti) e trasporto su strada, ma forse risulta come un appello alle compagnie che fanno spam di ridurre la loro attività, visto che l’80% delle 247 miliardi di email inviate ogni giorno in tutto il mondo rientrano in questa categoria.
Riscaldamento globale, risveglio del sole e aumento delle temperature
Prepariamoci ad un periodo molto caldo perché le temperature globali potrebbero presto aumentare in modo rilevante. E’ l’avvertimento del professor Robert Kaufman della Boston University, il quale ha notato un incremento delle macchie solari nel decennio 1998-2008, che presto arriverà a presentare il conto sulla Terra. Le macchie solari sono un’attività normale della nostra stella, le quali ciclicamente ogni 11 anni aumentano o diminuiscono la sua attività. Ma la novità di quest’anno è che dei fattori antropici possono aggravare la situazione.
Firenze punta al 20% di riduzione delle emissioni entro il 2020
Firenze punta a ridurre le emissioni di CO2 del 20% da qui al 2020. E’ la mission del nuovo Piano di azione per l’energia sostenibile presentato oggi a Palazzo Vecchio dal sindaco Matteo Renzi.
Il 20% è anche il target fissato per altri due obiettivi fondamentali previsti dal programma: l’aumento dell’efficienza energetica che sappiamo che importanza rivesta nel risparmio di risorse; l’incremento dell’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Inquinamento: 2010 anno record per emissioni CO2
Ci eravamo illusi lo scorso anno che le emissioni avessero cominciato a calare, ed invece ciò era dovuto soltanto alla crisi economica. Ora che la produzione industriale è (lentamente) ripartita, le emissioni riprendono la loro corsa ad un ritmo se possibile ancora superiore a quello del passato, facendo registrare nel 2010 il record di inquinamento: 30,6 miliardi di tonnellate di CO2 emesse in un solo anno solare.
Un record purtroppo poco piacevole, e che fa registrare un +5% rispetto al precedente massimo registrato che apparteneva al 2008. A calcolare queste emissioni è l’istituto più autorevole in materia, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la quale non avrebbe alcun interesse a gonfiare i numeri (semmai a sgonfiarli), visto che una grossa fetta di queste emissioni proviene proprio dal settore energetico.
Inquinamento: Italia tredicesima nazione più inquinante al mondo
Quali sono le nazioni che inquinano di più al mondo? La risposta a questa domanda è semplice: ai vertici di questo genere di classifiche ci sono sempre due Paesi, Cina e Stati Uniti. Non un mistero, visto che sono tra i più grandi e popolati al mondo. Ciò che sorprende è vedere Paesi piccoli, come l’Italia, che inquinano più di tanti che sono anche diverse volte più grandi di noi.
A stilare queste classifiche che riportiamo in seguito sono stati il World Resources Institute e l’International Energy Statistics, due istituti indipendenti a cui l’Onu ha commissionato la ricerca per capire quali sono i Paesi che devono effettuare i maggiori sforzi nella riduzione delle proprie emissioni.
Record di CO2: cosa è successo l’ultima volta che l’abbiamo raggiunto?
Un ritratto chiaro del futuro del nostro clima si può trovare nel nostro passato. Attualmente, il livello atmosferico di biossido di carbonio (CO2) ha raggiunto le 390 parti per milione (ppm). Dall’ultima volta che è stato così alto sono passati circa 3 milioni di anni, e più precisamente nell’Era denominata Pliocene inferiore. Allora, i livelli di CO2 rimasti nell’aria per migliaia di anni ammontavano a circa 365-410 ppm.
Di conseguenza, il Pliocene ci dà indizi vitali degli effetti a lungo termine di elevati livelli di CO2. La nuova ricerca, effettuata dall’Università dell’Arizona di Tucson, dall’Università di Cambridge e due californiane, esamina questo periodo e conferma i risultati precedenti che affermavano che il Pliocene è stato incredibilmente più caldo rispetto alle temperature attuali.
Allergie da pollini, CO2 in aumento sotto accusa
Allergie e CO2 in aumento: che rapporto c’è? Come sempre, quando si parla di inquinamento atmosferico e salute, la relazione è di quelle pericolose. A dirlo è un recente studio presentato in questi giorni a Vienna, nell’ambito di un meeting della European Geosciences Union.
Le piante, secondo quanto affermano gli autori, un’équipe di ricercatori afferente all’Università di Monaco, producono una maggiore quantità di sostanze allergeniche proprio a causa dell’aumento considerevole di anidride carbonica nell’aria.
I dati per giungere a queste conclusioni sono stati raccolti da 13 stazioni di monitoraggio sparse su tutto il territorio europeo, informazioni che si sono agggiunte a quelle messe a disposizione dalla FAO ed a quelle meteorologiche.
Mutamenti climatici: gli uccelli cambiano abitudini migratorie
Come se non bastassero le evidenze delle temperature più alte degli ultimi secoli o le rilevazioni scientifiche inconfutabili sui gas serra e le rilevazioni di CO2, ecco che oggi arrivano due ulteriori esempi di come il cambiamento climatico sta già avendo un impatto facilmente misurabile sul mondo che ci circonda:
1) il calo della pioggia nelle zone tropicali ha portato gli uccelli migratori a ritardare la loro partenza per spostarsi verso Nord;
2) i livelli di biossido di carbonio più alti nell’atmosfera stanno causando una riduzione, nelle piante, del processo di rilascio di acqua nell’atmosfera che oggi è molto minore rispetto al passato.
Impatto zero
Impatto zero
Con tale slogan si intendono genericamente: un’azione o un’impresa, un evento, uno stile di vita che non alterano il bilancio di CO2, metano, degli altri gas inquinanti o dei gas serra, dell’ecosistema planetario in risposta a quanto prescritto dal protocollo di Kyoto.
Nel caso della CO2 (ad esempio) si può impattare zero non alterando con nessuna azione il ciclo, e quindi, il bilancio del gas nell’ecosistema oppure attuando misure di compensazione dell’alterazione commessa in vari modi:
- piantando alberi (che fissano nei tessuti legnosi la CO2);
- comprando crediti di carbonio da chi mette a coltura boschi di stoccaggio della CO2 (questo sistema tuttavia è risultato suscettibile di contraffazione e foriero di scempi ambientali in vari casi);
- riducendo le altre voci in attivo del proprio bilancio CO2.
Riciclabile, tappi di sughero Chianti Classico vestono di verde il rosso più famoso d’Italia
Chiusure sintetiche e tappi a vite in alluminio (screwcaps) sconfitti dai più sostenibili tappi di sughero nella rivoluzione verde che vede coinvolto il rosso più famoso d’Italia, il Chianti Classico.
In occasione della sigla di una partnership con Amorim Cork Italia, azienda leader nella produzione di tappi di sughero, il Gallo Nero per Save Miguel e il Consorzio Vino Chianti Classico si rifanno il look in chiave ecofriendly.
Si può fare di più che utilizzare bottiglie in vetro, materiale riciclabile per eccellenza, e potenziare la produzione locale ed il made in Italy? Ebbene sì, partendo dal tappo, riciclabile, rinnovabile e sostenibile al 100%.
Una scelta, quella che privilegia il sughero, giustificata tra l’altro dai dati sull’assorbimento di CO2 del materiale: 40 milioni ogni anno su altrettante bottiglie di vino rosso capaci di assorbire 352.000 kg di anidride carbonica su base annua.
Ambiente, salviamo le foreste che assorbono 289mld di tonnellate di C02 ogni anno
Le foreste, a cui è stato dedicato il 2011, dichiarato dall’Onu Anno Internazionale delle foreste, sono un vero patrimonio per l’ambiente e per gli ecosistemi. Come informa Legambiente, impegnata in
Scuole più inquinate delle strade, nuove linee guida del Ministero della Salute
Tra i posti più inquinati del pianeta purtroppo non ci sono solo aree insalubri per antonomasia come strade e fabbriche, ma anche le scuole. Di questo aspetto inquietante ci eravamo già occupati in passato, quando abbiamo pubblicato uno studio europeo che dimostrava come il livello di PM10 e CO2 nelle aule superava nella gran parte dei casi gli standard considerati sicuri.
Ora le istituzioni hanno deciso di reagire e così il Ministero della Salute ha redatto un documento denominato “Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma” in cui Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane si impegnano ad applicare una serie di normative per ridurre l’inquinamento indoor nelle aule scolastiche.
Energia: rischio multe di Kyoto puntando sul carbone
L’utilizzo dei combustibili fossili, ed in particolare del carbone, per la produzione di energia, condannerebbe l’Italia al pagamento delle multe di Kyoto con conseguenti ripercussioni negative sulle casse e sul bilancio dello Stato. E’ questo uno dei motivi per dire “NO” al carbone formulati da Legambiente che, inoltre, in concomitanza con la chiusura del vertice a Cancun, ha posto l’accento sul fatto che la nascita di nuovi impianti a carbone nel nostro Paese non farà altro che peggiorare la nostra dipendenza energetica visto che quasi tutto il carbone utilizzato viene importato.
Quello del carbone a conti fatti è solo un business vantaggioso per le aziende energetiche che, a fronte dei potenziali risparmi nell’acquistare il combustibile, non comporterà ricadute positive sulle bollette dei consumatori.