L’anniversario, il venticinquesimo, del disastro nucleare di Chernobyl è iniziato all’alba per gli attivisti di Greenpeace Italia, intenti a piantare centinaia di croci al Circo Massimo a Roma. Duemila per l’esattezza. Un memoriale a cielo aperto, un modo per ricordare le vittime e per mettere i paletti su un concetto tanto evidente quanto spesso trascurato dai pro-atomo: il nucleare è energia sì ma è anche morte, distruzione, cancro, leucemia, contaminazione dura a morire, infanzie spezzate, catena alimentare insozzata da veleno, aria irrespirabile, rischio, pericolo.
Ed oggi il nucleare è soprattutto ricordo, un ricordo di cui parlavamo ieri che dovrebbe assumere, ora più che mai, il valore di monito e di insegnamento. Sulle croci l’associazione ambientalista, non a caso, ha riportato anche un’altra data, oltre a quella del 26 aprile, ricorrenza dell’anniversario di Chernobyl: la data dei referendum per scongiurare, perché di questo si tratta, il ritorno al nucleare italiano, 12 e 13 giugno 2011.