In Italia, per fortuna, abbiamo detto no al nucleare, probabilmente per sempre. Ma questo non significa che siamo al sicuro. Una recente ricerca condotta da Declan Butler e pubblicata su Nature, ma riportata in modo più semplificato ed evidente da Greenpeace, ha messo in luce in una mappa interattiva l’ubicazione e la pericolosità delle centrali nucleari. Considerando soltanto quelle che possono interessarci più da vicino, notiamo che in Europa sono 437 quelle attive, senza contare quelle che sono in costruzione. Si tratta così di 437 potenziali bombe atomiche che potrebbero radere al suolo il Vecchio Continente.
centrali nucleari
Giappone senza energia nucleare (temporaneamente)
Vivere senza il nucleare si può, anche se sei una nazione fortemente dipendente da questa fonte energetica. La dimostrazione è il Giappone che ancora non è uscito dal tunnel di Fukushima e che sta ora effettuando gli stress test su tutte le centrali nucleari del Paese. In questo momento in cui scriviamo, su 54 reattori in tutto il territorio nazionale, ne sono attivi appena 2, ed entro un paio di mesi anche quei due verranno spenti.
Nucleare, i britannici si oppongono alle nuove centrali
La Gran Bretagna rientra tra quei Paesi che cocciutamente non hanno detto di no al nucleare, ma che hanno preferito fare abbassare la tensione dopo Fukushima per poi continuare con i propri progetti quando le acque sono più calme. Ma i britannici non sono stupidi, ed alla prima occasione eccoli lì a protestare. L’occasione è la prima centrale nucleare costruita dal 1995 che dovrebbe sorgere a Bridgwater, non lontano da Bristol, i cui lavori sono stati bloccati sul nascere da un’imponente protesta.
Nucleare, per farlo ritornare di moda in Gran Bretagna falsificano i rapporti parlamentari
La Gran Bretagna è uno di quei Paesi che non ha detto di no al nucleare nemmeno dopo l’incidente di Fukushima, ma ha deciso gradualmente di utilizzarlo sempre meno per arrivare tra una cinquantina d’anni a sfruttarlo soltanto in minima parte. Evidentemente questo non piace a molte lobby britanniche che non sono d’accordo con il Primo Ministro Cameron che preferisce investire nelle rinnovabili piuttosto che sul vecchio e pericoloso atomo.
Nucleare, costa troppo: meglio passare alle rinnovabili
La Francia è decisa a dire addio all’atomo, lo ha annunciato ieri la Corte dei Conti francese dopo un’esame attento e dettagliato sui costi del nucleare. Non conviene più per le spese alte e per i miglioramenti alla sicurezza imposti alle centrali dopo l’incidente di Fukushima. Come azionare il progresso? In USA le rinnovabili superano il nucleare, e in Europa?
Centrali nucleari e grattacieli più sicuri, a dieci anni dall’undici settembre la ricerca continua
Mancano pochi giorni all’anniversario dell’undici settembre, sono trascorsi dieci anni dal devastante attentato terroristico che ha seminato il panico a New York, radendo al suolo le Torri Gemelle, colpite al cuore da aerei dirottati contro i grattacieli e che si sono afflosciate al suolo come castelli di carta, seppellendo migliaia di persone rimaste intrappolate nell’edificio. L’ingegneria da allora si sta interrogando su come creare strutture più resistenti al calore e non solo per quanto concerne edifici civili ma anche per creare centrali nucleari che siano un bersaglio meno facile per i terroristi. Un’équipe di ricercatori afferente alla Purdue University sta lavorando incessantemente da quella triste data per realizzare costruzioni in acciaio più sicure ed affidabili.
L’uragano Irene è arrivato su New York (foto e video)
Tanta acqua e poco altro ha finora provocato l’uragano Irene sulla città di New York. Purtroppo lo stesso non si può dire per le città da cui è passato prima di raggiungere la Grande Mela, visto che sul suo cammino ha lasciato 10 vittime, tra cui due bambini. I disagi principali sono derivati dalla chiusura delle centrali, già anticipata ieri, ma che ha avuto nelle ultime ore qualche sviluppo.
Uragano Irene, New York in pericolo: e le centrali nucleari?
Non fatevi ingannare dal sole che c’è adesso, questo uragano è una cosa seria.
Con queste parole il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha avvisato la popolazione dell’uragano Irene, una tempesta che il presidente Barack Obama ha definito di portata storica che potrebbe far sembrare Katrina solo una pioggerellina di primavera. Oltre alla sicurezza delle persone, ciò che viene alla mente, dopo quello che è accaduto in Giappone, è la sicurezza delle strutture energetiche.
Il Giappone dice addio al nucleare
Continuano a crescere le nazioni atomo-dipendenti che hanno deciso di abbandonare l’energia nucleare. Oggi tocca al Giappone, la nazione simbolo del problema nucleare dopo ciò che è accaduto a Fukushima. Ad annunciare l’uscita dal programma atomico è il presidente Naoto Kan, l’uomo più criticato d’Asia per come ha gestito il disastro dell’11 marzo scorso, sottovalutando i rischi e non raccontando a pieno la verità. Per questo ha deciso di recuperare un po’ di credibilità annunciando un piano per far uscire il Giappone dal nucleare.
Nucleare, Svizzera chiuderà le centrali entro il 2034: elogio della follia
Nucleare, argomento caldo che scotta ogni giorno di nuove crisi, proteste, polemiche, raramente raccoglie consensi e soprattutto non in questo periodo. Abituati a vivere in un mondo post Chernobyl al punto da dimenticarcene a tratti, lo spettro radioattivo di Fukushima, centrale morta vivente, aleggia sulle nostre teste troppo da vicino per ignorarlo anche se non in possesso del sesto senso.
Il Governo italiano non va certo in giro per cimiteri (a Chernobyl son morti quattro gatti randagi d’altronde) e preferisce prendersi una pausa di riflessione dalla rivoluzione energetica fondata sul ritorno all’atomo, inserendo nel decreto Omnibus, approvato ieri con la fiducia dalla Camera, una moratoria che blocca tutto per un anno. Il referendum sul nucleare del 12 e 13 giugno prossimo è dunque in bilico, per la maggioranza è obsoleto perché a bloccare il nucleare ci han pensato già loro, così dicono.
Nucleare, Corte Costituzionale accoglie ricorso Regioni: obbligatoria l’intesa sulla costruzione di centrali
Nucleare, lasciamo il fronte sicurezza tedesco per tornare in Italia. Italia ancora nuclear free e, a quanto risulta dalla prima prova in Sardegna dei giorni scorsi, intenzionata a rimanerci. L’isola ieri ha partecipato al referendum consultivo concomitante con le amministrative, arrivando quasi a raddoppiare il quorum fissato al 33% e, oltre all’affluenza record, vittoria per la partecipazione democratica ai temi energetici, ha fatto registrare un punto a favore dei contro in quella che ormai è diventata una battaglia su tutti i fronti. Sono andati in tanti a votare sì per dire no alle centrali e alle scorie radioattive sul territorio sardo.
Altro freno al ritorno all’atomo italiano è arrivato in questi giorni dalla Corte Costituzionale che ha accolto, con la sentenza 165/2011, il ricorso presentato dalle regioni Toscana e Puglia e dalla provincia autonoma di Trento contro il decreto 105/2010.
Nucleare, Germania: “Nessuno dei 17 impianti sicuro in caso di incidenti aerei”
Nucleare, un tema che occupa la scena politica, anima il dibattito scientifico e civico, diventa, come nel caso del referendum in Sardegna che lo ha bandito dall’isola, oggetto dell’espressione della sovranità democratica. Nucleare che, in seguito ai tragici eventi di Fukushima, è nel mirino soprattutto sul fronte sicurezza, con la questione degli stress test in Europa ancora in sospeso, Paesi che vanno avanti come la Russia e nazioni che fanno un clamoroso dietrofront come la Germania della Merkel.
E proprio delle centrali nucleari tedesche parliamo oggi, in riferimento ad un rapporto sulla sicurezza dei reattori e la resistenza ai diversi fattori di rischio atomici ad opera della Rsk, la commissione preposta alla verifica della tenuta degli impianti nelle emergenze.
Nucleare: il Governo non ha ancora finito di pagare i conti arretrati, scatta la denuncia
E’ incredibile come si possa ancora parlare di nucleare in Italia oggi, quando i conti delle vecchie centrali che risalgono ad oltre 20 anni fa non sono ancora stati saldati. Ma siamo nel Paese di Pulcinella, e non dovremmo sorprenderci. La vicenda è chiara, si tratta della classica storia all’italiana in cui, trincerandosi dietro la burocrazia e i soldi che improvvisamente spariscono, il Governo trova sempre escamotage per non pagare quanto dovuto.
La questione risale al 2005, quando i Comuni che hanno ospitato le uniche centrali nucleari e quelli che si sono occupati dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, dunque Caorso, Saluggia, Trino Vercellese, Rotondella, Ispra e Piacenza, dovevano ricevere un rimborso, da parte del Governo, per far fronte ai costi per le operazioni di bonifica e smantellamento degli impianti.
Inondazioni Mississippi negli Stati Uniti: allerta per centrali nucleari e dighe
Dopo le tempeste e i tornado delle scorse settimane, non c’è tregua per il Sud degli States. Il Mississippi, fiume più lungo degli Stati Uniti, a causa delle forti piogge dei giorni scorsi, ha raggiunto livelli record, esondando in diversi punti ed allagando numerose abitazioni nel Centro-Sud degli USA, in particolare nell’area di Memphis, nel Tennessee.
I livelli attuali raggiunti dalle acque sfiorano quelli registrati nel corso delle due grandi esondazioni del corso fluviale, datate rispettivamente 1927 e 1937. E sono destinati a crescere ulteriormente per tutto il mese di maggio, avvertono gli esperti.
Centinaia di persone sono state costrette ad evacuare e le previsioni per i prossimi giorni non sono affatto confortanti: avvisano di prepararsi al peggio soprattutto in Mississippi ed in Louisiana, nelle aree di Baton Rouge e di New Orleans.