Fukushima: riprendono i lavori di messa in sicurezza della centrale

La Tepco non vuole avere morti sulla coscienza, ha già abbastanza guai a cui pensare, e così ecco che, alla ripresa dei lavori, le misure di sicurezza da intraprendere per evitare che qualcuno si faccia male diventano rigidissime. Sono stati infatti nominati 12 tecnici per ristabilire il raffreddamento “normale” nella centrale (al momento è in funzione soltanto il sistema di emergenza), e siccome le radiazioni sono troppo elevate, questi tecnici si alterneranno, in squadre da tre, per appena 10 minuti per volta nelle operazioni, in modo da limitare l’esposizione a non più di 3 millisievert, già considerati comunque pericolosi.

Questa è la situazione che attualmente regna a Fukushima: livelli di radioattività di 600 volte superiori alla norma entro un raggio di 3 km dalla centrale e 1400 becquerel per chilogrammo di cesio 137 nell’acqua fino a 15 km di distanza, con una stima sul danneggiamento delle barre di combustibile al 55%.

Fukushima: la radioattività continua a salire, messa in sicurezza solo tra 9 mesi

Secondo la Tepco, in una dichiarazione di ieri, le radiazioni all’esterno della centrale di Fukushima erano in aumento tanto che ci vorranno dai 6 ai 9 mesi per stabilizzarle. Oggi, a seguito di una lunga serie di proteste e polemiche per l’ampio lasso di tempo dichiarato, l’azienda, che è sull’orlo del fallimento, ammette che forse ne basteranno solo tre almeno per raffreddare i reattori. Il mistero di Fukushima continua a rimanere fitto.

Al momento avvicinarsi ai reattori equivale ad una condanna a morte (anche se gli operai che ci stanno lavorando sanno che rischiano davvero grosso), e così si sono potuti inviare solo dei robot, i quali hanno attestato un livello di radiazioni nel reattore 1 tra 10 e 49 millisievert l’ora, nel reattore 3 tra 28 e 57. Numeri altissimi se pensiamo che appena il giorno prima la differenza di misurazione non superava i 4 millisievert all’ora.

Nucleare, Fukushima come Chernobyl: alzato pericolo a livello 7

Meglio tardi che mai. Ciò che da settimane chiedevano in molti, e cioè l’innalzamento del livello di gravità dell’incidente di Fukushima al livello 7, lo stesso dell’incidente di Chernobyl nel 1986, è stato rinviato per un mese, nella speranza che si riuscissero ad arginare le radiazioni. Ma visto che, esattamente un mese dopo, la situazione è ancora critica, dopo il tentativo della scorsa settimana di scendere da 6 a 5, ora il livello è stato nuovamente riportato in su, toccando quel fatidico livello 7.

Secondo le rilevazioni effettuate dalla Tepco, che vanno prese sempre con le pinze visto che più volte si sono rivelate errate, le radiazioni all’esterno della centrale giapponese sono “appena” (si fa per dire) il 10% di quelle all’esterno di Chernobyl. Ma il problema è che sono in aumento e loro non sono in grado di fermarle. Per questo il pericolo è che in breve tempo raggiungano quelle del distrastro nucleare più grave della storia.

Nucleare: l’acqua radioattiva di Fukushima potrebbe essere ripulita con le alghe

Uno dei (tanti) problemi di gestione dei rifiuti nucleari è che i sottoprodotti più pericolosi vengono spesso mescolati con i rifiuti a basso rischio, e diventano così molto complessi da separare. Ma i ricercatori della Northwestern University e dell’Argonne National Laboratory hanno scoperto che una comune alga d’acqua dolce è in grado di rimuovere lo stronzio-90 dall’acqua e concentrarlo in dei cristalli solidi di bario-stronzio-solfato. La natura ci mostra la via, abbiamo solo bisogno di seguirla.

Lo stronzio 90 ha una emivita (periodo in cui si dimezza la sua radioattività) di circa 30 anni, è chimicamente molto simile al calcio e quindi viene facilmente assorbito dalle ossa. Il rischio è che accumulare stronzio 90 in un corpo umano, attraverso la contaminazione proveniente dal cibo o dall’acqua, possa favorire i tumori in seguito ad esposizioni molto elevate prolungate per molti anni, come avviene ad esempio in presenza dello smaltimento non corretto dei rifiuti delle centrali nucleari.

Giappone, acqua radioattiva in mare: Corea del Sud protesta

Quando si ha a che fare con un’emergenza nucleare come quella che sta interessando la centrale di Fukushima in Giappone, la crisi travalica i confini nazionali ed interessa i Paesi limitrofi ed aree anche molto lontane dal luogo dell’incidente. Seppur marginalmente e pare senza rischi per la salute, la nube radioattiva ha sostato persino sui nostri cieli nei giorni scorsi.

Ben più allarmati sono ovviamente i Governi delle nazioni vicine al territorio giapponese, che patiscono le dirette conseguenze di ogni decisione, sbagliata o azzardata, delle autorità nipponiche. La Corea del Sud, ad esempio, si mostra molto preoccupata dall’autorizzazione a sversare acqua radioattiva in mare, concessa dal Governo nipponico alla Tepco, società che gestisce (male) l’impianto in avaria.

Nucleare Giappone, Greenpeace: “Evacuare la popolazione”

Giappone, centrale di Fukushima: Greenpeace chiede l’evacuazione della popolazione. I tecnici dell’associazione, in loco da giorni, hanno infatti registrato livelli di radioattività elevati nel villaggio di Iitate, localizzato a 40 km a Nord-Ovest dall’impianto in avaria.

Esattamente i livelli di contaminazione rilevati dalla squadra di radioprotezione, sfioravano i 10 micro Sievert per ora (S/h). Benché i confini dell’area di evacuazione distino 20 km da Iitate, la radioattività è talmente alta da poter rappresentare un immediato pericolo, specie per soggetti sensibili come donne incinte e bambini.

Centrale di Fukushima, fumo nero dal reattore 3

Ultime notizie dal Giappone. Dopo che la situazione sembrava essersi stabilizzata a seguito del ripristino dell’elettricità in tutti e sei i reattori della centrale di Fukushima, avvenuto nei giorni scorsi, oggi una colonna di fumo nero sollevatasi dal reattore 3 ha riacceso con più evidenza la crisi.

La Tepco, società che gestisce l’impianto, ha fatto sapere che i tecnici, a lavoro per ripristinare il sistema di raffreddamento, sono stati evacuati dalla sala di controllo del reattore. Quello che sconcerta maggiormente è che l’azienda nucleare non è a conoscenza della causa di questo ennesimo incidente.

Nucleare: seconda esplosione in Giappone, Germania e Svizzera decidono di chiudere le centrali

Ormai siamo alla resa dei conti. Se al primo incidente nella centrale di Fukushima i cittadini dei Paesi che hanno centrali nucleari in casa propria sono scesi in piazza per dire basta all’atomo, dopo la seconda esplosione sono i politici a fare un passo avanti, prendendo provvedimenti seri. Ed ora che in Giappone si rischia una nuova Chernobyl, le politiche energetiche dovranno essere rivoluzionate sul serio.

Ma cominciamo dalla situazione giapponese, com’è doveroso che sia. Dopo il reattore numero uno, anche il numero 3 ha ceduto ieri. Una nuvola di fumo bianco, come quella “ammirata” pochi giorni fa, contenente iodio 131 e cesio 137, si è sprigionata nell’aria, portando a 30 km il raggio di evacuazione delle case. Ma durante la notte italiana il Premier Naoto Kan, colui che aveva negato qualsiasi incidente radioattivo, ha ammesso che anche il reattore numero 2 ha ceduto, e la fuga radioattiva “non è da escludere”.

Rischi nucleari in caso di terremoto, io non sono favorevole e tu?

Fuga radioattiva nella centrale di Fukushima in Giappone, a seguito del violento terremoto di magnitudo 8.9 che ieri ha squassato il Nord-Est del Paese, scatenando un devastante tsunami sulle coste del Pacifico. La gabbia esterna di contenimento di uno dei reattori si è polverizzata a seguito di una violenta esplosione verificatasi durante le scosse di assestamento, il tetto del reattore è crollato. L’impianto di raffreddamento ha forti problemi di tenuta.

Un’area di 20 km intorno alla centrale nucleare è stata evacuata, 45 mila i residenti sfollati. Le autorità giapponesi invitano la popolazione a barricarsi in casa, chiudendo le finestre. Per proteggersi contro le radiazioni, gli esperti hanno invitato gli abitanti a coprirsi naso e bocca con asciugamani bagnati, a lavarsi le mani appena rientrati a casa e ad evitare di consumare verdure, acqua del rubinetto e cibi freschi per scongiurare potenziali rischi prima che siano compiuti tutti gli accertamenti del caso. Cosa può scatenarsi quando esplode un reattore?

Terremoto nucleare su Fukushima, esplode reattore

Quello che si temeva è accaduto. Quanto anticipato ieri, quando la centrale di Fukushima faceva paura per una possible esplosione, si è avverato. Nelle scorse ore una nuvola di fumo bianco si è sollevata dalla centrale, ripresa a debita distanza dagli elicotteri, segno che la tanto temuta esplosione è avvenuta.

Nonostante le strutture antisismiche più avanzate al mondo, il Giappone non ha retto al terribile terremoto di ieri, le cui scosse continuano ancora oggi, e così delle strutture tanto pericolose quanto delicate come quelle nucleari rischiano di combinare un disastro epocale.