Pannelli solari alla Casa Bianca: Obama fa infuriare gli americani

Può sembrare una barzelletta, una di quelle storielle raccontate come una leggenda, ma è tutto vero. Barack Obama è probabilmente il Presidente americano che, forse per la sua storia personale e le sue idee politiche, è più vicino ai cittadini più di qualunque altro suo predecessore. Questo gli ha permesso di sbancare alle ultime elezioni presidenziali, e probabilmente anche alle prossime, ma questa sua popolarità ha anche l’altro lato della medaglia: quando non mantiene le promesse, i cittadini si arrabbiano, ed arrivano persino a chiamarlo alla Casa Bianca, come avvenuto sulla storia dei pannelli solari.

Obama ha ceduto: sì ai pannelli solari sulla Casa Bianca

I tanti sforzi ed appelli che sono piovuti su Washington negli ultimi mesi hanno trovato ascolto, e finalmente il presidente Barack Obama ha ceduto: installerà i pannelli solari sulla Casa Bianca. La sua amministrazione ha annunciato che nella primavera del 2011 prevede di installare pannelli solari termici per il riscaldamento dell’acqua sul tetto della residenza presidenziale.

Questo progetto riflette il forte impegno del presidente Obama per la leadership degli Stati Uniti nel campo dell’energia solare e dei posti di lavoro che creerà qui in casa. L’implementazione di tecnologie per l’energia solare in tutto il Paese aiuterà l’America a condurre l’economia mondiale negli anni a venire

ha detto il segretario all’energia Steven Chu (corrispettivo del Ministro dell’ambiente) in una dichiarazione per annunciare la decisione.

Usa: Obama dice no ai pannelli solari sulla Casa Bianca

Si era presentato al mondo come portabandiera dell’energia pulita, ma quest’ultima notizia è stata una vera e propria delusione per gli ambientalisti di tutto il mondo: Barack Obama ha chiesto a tutti di impegnarsi ad installare pannelli solari sul tetto della propria abitazione, ma si è rifiutato di farli mettere su quello della Casa Bianca.

Bill McKibben, il fondatore di 350.org, aveva guidato un gruppo di attivisti ambientali a Washington in un furgone a bio-diesel sperando di convincere Obama ad installare una serie di pannelli solari riprendendo un’idea proposta negli anni ’70 da Jimmy Carter. I vecchi pannelli solari installati dall’ex Presidente Usa sono ormai obsoleti, pesano 55 kg e sono lunghi quasi 2 metri. Ormai hanno fatto il loro tempo, e così gli attivisti avevano sperato che la Casa Bianca non ci avrebbe pensato su due volte prima di sostituirli con quelli di ultima generazione. Ma purtroppo non è andata così.

Anche il Primo Ministro inglese ha il suo orto biologico privato

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Decisamente Michelle Obama ha fatto scuola. Dopo che si è fatta immortalare da fotografi di tutto il mondo mentre coltivava l’orticello nel giardino della Casa Bianca, è scattata la orto-mania. Che poi alla fine era l’intento della stessa First Lady: far capire l’importanza del cibo biologico, far vedere quanto è semplice mangiare sano, e soprattutto invogliare milioni di persone a coltivare il proprio orto personale.

La prima persona di “un certo peso” a seguire il suo esempio è stata la Regina Elisabetta d’Inghilterra la quale, nonostante l’età, ha deciso di piantare qualche ortaggio a Buckingham Palace. Dopo un tale segnale, non poteva reagire anche il Primo Ministro del Parlamento britannico, Gordon Brown, la cui moglie ha appena annunciato di aver piantato l’orto biologico anche nel giardino di Downing Street.

Pierce Brosnan alla Casa Bianca per salvare le balene

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Pierce Brosnan continua la sua lotta ambientalista inaugurata oltre dieci anni fa, portandola fino a Washington, durante una visita alla Casa Bianca per incontrare alcuni membri del Congresso per promuovere un nuovo progetto di legge sulla salvaguardia delle balene.

Nonostante l’esistenza di una moratoria sulla caccia commerciale alla balena, l’impostazione delle quote della caccia alla balena è ormai completamente nelle mani dei cacciatori. Il resto del mondo non ha voce in capitolo

ha spiegato l’ex James Bond al pubblico in occasione di una manifestazione organizzata dal Fondo internazionale per il benessere degli animali , presso il Capitol Visitor’s Center. Il disegno di legge, denominato Whale Conservation and Protection Act of 2009, chiama tutte le agenzie governative a proteggere le balene dai cacciatori di Giappone, Norvegia e Islanda che le cacciano senza regole.

I 10 posti di lavoro ecologici che ci aspettano nel 2009, prima parte

Barack Obama durante la campagna elettorale, ma anche nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, ha promesso milioni di posti di lavoro nell’ambito dell’ecologia. Anche noi sulle pagine di Ecologiae.com ribadiamo da tempo che sono possibili diversi posti di lavoro nuovi, o miglioramenti rispetto ai vecchi, che potrebbero nascere se i Governi decidessero di puntare sulla sfera ecologica.

Oggi, grazie al sito fastcompany.com, tentiamo di capire quali saranno i “green-job”, i posti di lavoro ecologici del futuro. Un futuro non molto lontano, ma praticamente dietro l’angolo, e cioè quelli che potrebbero essere intrapresi tra quest’anno e al massimo il prossimo.

Orsi polari o prezzo della benzina più basso, cosa scegliereste voi?

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In questo periodo si sta facendo sempre più pressante un problema prima di tutto morale, ma da un certo verso anche materiale, che sta facendo preoccupare la gente di tutto il mondo. Per dirla in breve, gli orsi polari sono a rischio estinzione, hanno bisogno fondamentale dei ghiacci che costituiscono il loro territorio nel circolo polare artico. Il problema è che quella zona è ricca di giacimenti di petrolio che, se sfruttati, farebbero abbassare il prezzo del greggio.

Quindi che fare? Dar ragione alle nostre tasche, rischiando di veder aumentare a livelli stratosferici il prezzo della benzina, o salvare la vita a quelle poche decine di rappresentanti degli orsi polari? La decisione finale spetta ad uno degli uomini meno amati della terra, George W. Bush, che negli ultimi mesi del suo mandato ha avuto una svolta ecologista. Ma sarà sufficiente per salvare la vita all’orso bruno?