Rubbia: “il nucleare costa troppo, meglio le rinnovabili”

A pochi giorni dal referendum, torna in campo Carlo Rubbia, il premio Nobel per la fisica che, a causa delle sue idee contro il nucleare, è stato costretto ad emigrare per lavorare all’estero. Ciò non significa che, di tanto in tanto, non possa tornare a far sentire la sua voce. Ed è quello che ha fatto sulle pagine di Repubblica, in un’intervista che potrebbe mettere la parola fine ad ogni discussione sul nucleare.

Prendendo spunto dai dibatitti che si stanno facendo nelle ultime settimane, quando finalmente si è tornato a parlare del futuro energetico della nazione, Rubbia si è concentrato su due punti fondamentali, cercando di sfatare i miti messi in circolazione dai fans dell’atomo sguinzagliati dal Governo, e cioè il costo del nucleare e l’efficienza delle rinnovabili.

Nucleare, “Non sostituirà il petrolio”

Carlo Rubbia ieri ha inaugurato il progetto Icarus (Immaginmg cosmic and rare underground signals) nei Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare del Grasso, L’Aquila. Il progetto ha il compito di studiare il Big-Bang, di monitorare gli “eventi rari”  tra cui le interazioni tra nuetrini, andare a caccia di materia oscura, attraverso un rilevatore da 600 tonnellate di Argon liquido. In tale occasione il premio Nobel per la Fisica ha dichiarato

Quando si parla di nucleare si parla di energia elettrica ma quando si parla di energia elettrica non si parla di petrolio. Oggi c’è il rischio serio di una esplosione di prezzi del petrolio ma il petrolio non ha niente a che fare con il nucleare. Lufthansa non farà volare mai i suoi aerei con il nucleare.

Nucleare di terza generazione, lontano da Chernobyl, lontano dal cuore

chernobylSergio Orlandi, direttore generale di Ansaldo Nucleare, insiste sulla sicurezza del nucleare di terza generazione, a suo avviso totalmente marziano all’era Chernobyl. Orlandi ne ha parlato a margine di un seminario svoltosi nei giorni scorsi sul sistema di prequalificazione per le imprese intenzionate ad accedere alla filiera nucleare, affermando che la terza generazione di impianti non presenta più gli stessi problemi di sicurezza della centrale ucraina, e anzi va ben oltre i requisiti richiesti per funzionare senza il rischio imminente di incidenti. Ma sentiamo le parole dello stesso Orlandi:

Attualmente ci sono a disposizione 4 tecnologie: due di tipo ‘attivo’ (con sistemi di sicurezza che richiedono il funzionamento di specifici dispositivi, alimentati elettricamente) e due ‘passivo’ (azionati da fenomeni fisici che si innescano spontaneamente in presenza di determinate condizioni anche in caso di malfunzionamento).

Appello ai candidati: “Stop al nucleare, vogliamo il solare”

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In campagna elettorale ognuno vuol dire la sua, e come il premio nobel Rubbia, anche gli altri scienziati si schierano a favore dell’energia solare. Per farlo hanno deciso di inviare un’appello ai candidati, firmato da oltre 900 tra docenti universitari e ricercatori.

Secondo i loro calcoli, le prospettive che propongono i politici sono più dannose che utili. Infatti c’è chi da una parte prospetta il ritorno al carbone (un grosso passo all’indietro della tecnologia), con un aumento abnorme di emissioni di CO2; e chi dall’altra crede nel nuovo nucleare, che però è pericoloso sia per quanto riguarda il danno che possono creare le scorie, ma anche per il rischio di esplosione, di attacchi terroristici, e soprattutto ha un forte costo che dovrebbero sostenere i cittadini, e che non sarebbe nemmeno un assicurazione sul suo funzionamento, dato che di uranio in natura ce n’è davvero poco.

Energia solare è il futuro dell’Italia, parola di Carlo Rubbia

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petrolio nè carbone. L’energia del futuro sarà il sole. La frase non è di un attivista qualunque, ma di Carlo Rubbia, premio nobel per la fisica, intervistato da Repubblica.
Da alcuni mesi lo scienziato italiano è stato incaricato direttamente dal Ministro per l’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio di formare una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti rinnovabili “con particolare riferimento – come si legge nel decreto del ministro – al solare termodinamico a concentrazione”.

E subito Rubbia si è messo al lavoro e ha già fornito i primi risultati. Secondo i dati dell’Energy Watch Group, istituito da un gruppo di parlamentari tedeschi con la partecipazione di scienziati ed economisti, il confronto tra i dati forniti dal ministero riguardo il prezzo del petrolio e sulla produzione di energia a livello mondiale sono ben diversi da quelli elaborati dalla IEA, l’Agenzia internazionale per l’energia. La differenza sostanziale sta tra le previsioni e i dati effettivi.