Carbon credits in Europa: oggi il voto

L’idea del carbon credits, cioè acquistare i diritti ad inquinare, è piaciuta in tutto il mondo, ma non è stata adottata quasi da nessuna parte. La legge è semplice: più inquini e più paghi. Il problema è che gli Stati Uniti non l’hanno ratificata, nonostante ne discutano da oltre un anno, la Cina manco a dirlo, ed in Europa, dove l’idea è nata, è diventata legge, ma è talmente leggera che è come se non esistesse. Da oggi però qualcosa potrebbe cambiare in quanto si sta pensando di renderla molto più onerosa.

Australia a caccia dei cammelli inquinatori

Probabilmente in questi giorni vi sarà capitato di leggere una notizia che poteva sembrare un pesce d’aprile fuori stagione, ma da quanto apprendiamo da fonti australiane, pare che non ci sia davvero nulla da scherzare. I cammelli selvatici che vivono in Australia stanno diventando un grosso problema e, per risolverlo, il Governo ha deciso di risolvere la questione alla radice, sterminandoli.

Pare infatti che il Governo australiano stia valutando una sorta di regime di “carbon credits” (crediti di carbonio) da aggiudicare con l’uccisione di cammelli nell’entroterra perché possono essere un pericolo per le specie autoctone, e perché…inquinano troppo.

Italia in ritardo con il protocollo di Kyoto? A pagare sono sempre i cittadini

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Italiani, preparatevi ad aprire ancor di più il portafoglio e a sborsare una quantità aggiuntiva e non ancora precisata di euro nelle bollette del prossimo anno. A stabilirlo è il Governo italiano, che per la solita immobilità verso le problematiche ambientali, ora sarà costretta a pagare l’acquisto di nuovi crediti di inquinamento, oppure in alternativa pagare una multa di 10 volte maggiore. E indovinate da dove prenderà questi soldi?

Ovviamente dalle tasche dei cittadini. Per farlo, non verrà introdotta una nuova tassa, la quale potrebbe affossare un Governo che ha già degli evidenti problemi, ma verranno aumentate le imposte sulle bollette elettriche. L’obiettivo è di incassare entro il prossimo anno 555 milioni di euro, che diventeranno 840 milioni entro il 2012. Questi soldi serviranno per acquistare i famosi “carbon credits“. Ma di cosa si tratta, e soprattutto come mai l’Italia si ritrova a pagare tutti questi soldi? La spiegazione dopo il salto.